La “Riforma dell’unità” diventi popolare

5 impegni concreti per il cammino ecumenico. La dichiarazione comune a Lund e l'incontro nell'Arena di Malmö. Eventi che si comprenderanno solo nel tempo
il papa a Malmo

La commemorazione dei 500 anni della Riforma ha avuto luogo in Svezia, ma è un evento globale che si rivolge a tutti i luterani e a tutti i cattolici. È ben evidente dalla dichiarazione comune letta nella cattedrale di Lund, dalla presenza del papa e dei massimi rappresentanti della Federazione luterana mondiale, dalla partecipazione popolare. Emerge la chiara volontà di superare le divisioni, ad andare oltre secoli di storia per aderire alla preghiera di Gesù sull’unità.  «Cristo desidera che siamo uno, così che il mondo possa credere» perché «il modo di relazionarci tra di noi incide sulla nostra testimonianza del Vangelo». Lo sguardo è rivolto al futuro e nel quotidiano con un continuo cammino di riconciliazione, perdono e pace per ogni singolo cristiano, al di là della sua specifica denominazione e con l’invito a uscire fuori da se stessi, dalla propria comunità, dalla propria Chiesa per intraprendere azioni comuni «nel servizio, difendendo la dignità e i diritti umani, specialmente dei poveri, lavorando per la giustizia e rigettando ogni forma di violenza». È un invito a lavorare insieme «per accogliere chi è straniero, per venire in aiuto di quanti sono costretti a fuggire a causa della guerra e della persecuzione, e a difendere i diritti dei rifugiati e di quanti cercano asilo» e per la difesa di tutto il creato «che soffre lo sfruttamento e gli effetti di un’insaziabile avidità».

La dimensione globale dell’evento è esplicitata nell’appello finale ai cattolici e ai luterani del mondo intero affinché «tutte le parrocchie e comunità luterane e cattoliche» siano «coraggiose e creative», dimenticando i conflitti del passato perché «l’unità tra di noi guiderà la collaborazione e approfondirà la nostra solidarietà».

 

La Riforma di Lutero fu possibile in Germania perché divenne popolare. Gran parte del clero e del popolo condivise le sue idee che sembravano vere, profonde, ragionevoli. Nel corso dei secoli, poi, il luteranesimo si è dipinto di tante sfumature e la complessità delle diverse sfaccettature si riflette nelle caratteristiche nazionali. In Svezia, per esempio, la Riforma, venne introdotta per motivi puramente politici e dall’alto con un’azione decisa e violenta del re Gustav Vasa che prese il controllo della Chiesa cattolica per entrare in possesso delle sue proprietà, dei suoi beni, delle sue entrate. Divenne, nel 1593, una rigida Chiesa di Stato dove il potere temporale e il potere spirituale coincidevano. Nodo risolto solo nel 2000 con la separazione tra Stato e Chiesa.

 

Per cui, al di là della storia di ogni singolo Paese, la “Riforma dell’unità”, voluta oggi con convinzione da entrambe le Chiese, luterana e cattolica, sarà possibile se diventerà cultura popolare, se si vedrà la bellezza di essere cristiani nella diversità e se si scoprirà nel quotidiano, lavorando insieme, quanto è molto più quello che ci unisce.

"Riforma dell’unità" che si fonda su 5 impegni. 1) Cominciare sempre dalla prospettiva dell’unità e non dal punto di vista delle divisioni. 2) Farsi continuamente trasformare dall’incontro con gli altri. 3) Cercare una unità visibile elaborando insieme dei passi concreti. 4) Riscoprire la forza del Vangelo. 5) Testimoniare insieme la misericordia di Dio.

 

 

È stato anche questo il senso dell’incontro pomeridiano nella moderna struttura dell’Arena del ghiaccio di Malmö, dove di fronte a circa 10 mila persone si sono alternati canti, preghiere, testimonianze, la diretta tv dalla cattedrale di Lund e l’arrivo del papa. Uno spettacolo costruto affinché i contenuti densi e profondi dell’evento ecumenico penetrassero nel popolo. Le storie efficaci e molto applaudite di Pranita, India, Hector Fabio, Colombia, Marguerite, Burundi, Rose, Sud Sudan, Antoine, Siria hanno abbracciato il mondo dimostrando più di tanti discorsi che esiste già una collaborazione tra le chiese e una unità nella quotidianità in tante azioni comuni per il creato, per la giustizia sociale, per i bambini, per sostenere i poveri, i contadini, le vittime delle guerre. «Queste storie – ha concluso il papa – ci motivino e ci offrano nuovo impulso per lavorare sempre più uniti. Quando torniamo alle nostre case, portiamo con noi l’impegno di fare ogni giorno un gesto di pace e di riconciliazione, per essere testimoni coraggiosi e fedeli di speranza cristiana». «E come sappiamo – ha aggiunto a braccio – la speranza non delude». Dalle parole ai fatti. È stato un evento storico che si capirà solo nel tempo

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