La ricetta della Bianchetti

Dopo anni di gavetta, la conduttrice di "Domenica In", è uno dei volti più noti della televisione. Ci confessa i suoi segreti.

Dopo aver lavorato per sei anni con Lorena Bianchetti nel programma A Sua Immagine di Raiuno, non l’ho trovata cambiata. Anzi. Il successo raggiunto – da tre anni conduce con ottimi risultati Domenica In – le ha dato più consapevolezza delle sue capacità, una maggiore maturità umana ed una riflessione più approfondita del suo mestiere. La Lorena che ho incontrato è la Lorena di sempre, una “bella persona”, un fiore raro nel panorama televisivo per semplicità, profondità, autenticità nei rapporti umani. Doveste incontrarla per le vie di Roma, troverete una persona normale e non una diva. Gira con un filo di trucco, in jeans e con il sorriso della vita che brilla nei suoi occhi. Non potendo raggiungerla per l’intervista, è venuta a trovarci in redazione.

 

Fin da giovane hai voluto fare questa professione. Cosa ti attirava?

«Un grande amore per il mondo dell’arte e della comunicazione. A quattro anni ho cominciato a studiare danza classica e a 15 mi sono diplomata. La danza mi ha formato ad una serie di valori: correttezza, disciplina, determinazione, volontà. È stata una formazione alla vita. Alla scuola di danza, poi, venne un’agenzia pubblicitaria che mi scelse e in quegli anni girai in tutta Europa una ventina di spot. Da lì seguì un provino per Raitre e 60 puntate del programma Italia in bicicletta: il mio esordio in tv. Fu proprio con quella esperienza che presi coscienza che volevo fare la conduttrice. Mi attirava l’incontro con l’altro: raccontare “la bellezza” che c’è in ogni persona».

 

Com’è spiegabile il tuo successo? Vieni da una famiglia semplice…i tuoi sono pasticcieri.

«Il mio successo è spiegabile dalla ricchezza interiore dei miei genitori. Nella pasticceria, un luogo semplice, ho respirato un amore assoluto. Mi attirava sempre, non solo l’amore tra i miei genitori, ma anche l’amore per la loro professione che hanno vissuto con grande onestà, dignità e con il sorriso sulle labbra. È un lavoro molto faticoso. Si comincia a lavorare alle sei e si finisce la sera tardi».

 

Quale lezione ne hai tratta?

«Mia madre mi diceva sempre che la gente viene in pasticceria per un’occasione gioiosa: i dolci si comprano per festeggiare. E il ruolo dei pasticcieri è quello di dilatare questo sorriso, questa occasione di festa. Ed è quello che un po’ faccio anch’io nel mio lavoro. I miei genitori usano solo prodotti freschi, originali, non usano conservanti. Nel mio lavoro anch’io cerco di fare programmi confezionati non solo dei necessari artifici, ma aggiungendo dei contenuti».

 

Dai tempi della conduzione di “A Sua Immagine” a “Domenica In”, in cosa sei cambiata, a parte il look?

«Proprio in nulla. Il look deve essere adeguato al luogo e al contesto in cui ti trovi. Se ti invitano ad una cena di gala ti serve un abito elegante, se vai all’Università ti metti un tailleur, se conduci un programma di intrattenimento ti vesti in modo adeguato. A Sua immagine è stata un’esperienza professionale ed umana molto intensa che cerco ora di valorizzare in un programma di intrattenimento. Si possono anche dire tante parole, parlare di Vangelo, ma poi bisogna metterlo in pratica ed essere testimoni nel contesto dove sei e non è semplice. Alla fine, però, la gioia di un messaggio d’amore è contagioso; anche chi avesse degli occhi di ghiaccio e un cuore arido fa cadere le sue difese».

 

Cosa consiglieresti ad una ragazza che vuole intraprendere la tua professione?

«Intanto di capire se è veramente quello che vuole fare. E fare il proprio percorso. I personaggi che escono dai reality e diventano conduttori perdono una parte molto importante del mestiere: la gavetta, gioire delle piccole conquiste, costruire mattone su mattone. Inoltre non serve la raccomandazione; occorre, invece, lavorare sempre con impegno e onestà, perché da un lavoro ben fatto ne segue un altro. Non bisogna prendere scorciatoie per arrivare perché non porta alla vita, ma ad una morte interiore che non dà senso a questo lavoro. Non è, infatti, importante solo l’obiettivo ma anche il modo con cui lo persegui».

 

Com’è Lorena fuori dalla tv?

«È esattamente la stessa, la telecamera è come uno specchio in cui si riflette la tua vera immagine. La sensazione che il pubblico avverte di te è autentica. La telecamera non perdona nulla, appari ciò che sei, nel bene e nel male».

 

Quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti?

«Mi scrivono dei telespettatori dicendo che porto gioia. Questo è il complimento più bello che possono farmi. Poi, ho tanti difetti, soprattutto sono testarda».

 

Come vivi il rapporto con Dio?

«È intensissimo. Dio è la mia vita, è il modo con cui mi rapporto con gli altri, è il modo con cui vivo il mio lavoro. È l’amore che respiro e che cerco di comunicare agli altri. È quella luce che risplende proprio nei momenti più difficili. È quello sguardo a cui ti rivolgi e ti affidi, anche senza consapevolezza, quando non hai la soluzione e non sai qual è la strada da prendere. È la sensazione di sentirti asciugare le lacrime quando sei nella disperazione più totale. È un senso di pienezza anche nell’abbandono».
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