La ricchezza di proposte dei delegati

Confronto schietto e vivace tra giovani e adulti, sacerdoti e dirigenti dell'associazionismo, vescovi e parlamentari, nei gruppi di approfondimento della Settimana sociale dei cattolici.
Settimane sociali

Pericolo scampato a Scilla. Proprio nella località calabrese che costituisce assieme a Cariddi la parte più stretta del Canale di Sicilia – dove le turbolenze marine sono forti e improvvise – si sono tenuti i gruppi di approfondimento della Settimana sociale dei cattolici. Chi temeva un mondo cattolico spinto da forti venti di parte si è dovuto ricredere. Nelle sale del centro congressi di Altafiumara i 1.200 partecipanti hanno manifestato diversità di sensibilità e di approcci ai temi dell’agenda di speranza, ma con evidente apertura reciproca e significative convergenze.

 

Indubbiamente è stata la parte più coinvolgente del convegno, perché i contributi rivelavano il radicamento locale e il respiro dell’esperienza ecclesiale di ognuno, la voce degli esperti si alternava alle parole di chi opera in tante situazioni di frontiera. Giovani e adulti, sacerdoti e dirigenti nazionali dell’associazionismo, vescovi e parlamentari hanno potuto confrontarsi nei gruppi prescelti in una condizione di piena parità, anche riguardo ai tempi d’intervento (tre minuti a testa, senza eccezione alcuna). Un confronto ricco, corale e plurale, snodatosi per le sette ore complessive delle due sessioni (pomeriggio di venerdì e mattina di sabato) interamente dedicate alle cinque assemblee tematiche.

 

Intraprendere. Questa prima prospettiva, legata al lavoro e all’impresa, ha permesso di giungere ad «una sostanziale condivisione – ha specificato Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori, che ha coordinato i lavori – su alcuni ambiti». Innanzi tutto, il fisco: è stata richiesta una riforma fiscale che tenga in maggiore conto la famiglia e il lavoro. In fatto d’impresa (una novità rispetto ai tradizionali approcci), è stata sottolineata l’esigenza di avere condizioni migliori per incoraggiare iniziative imprenditoriali. Alla flessibilità si guarda con attenzione, ma pure con timore per il rischio di precarietà. Condizione, questa, vissuta da tanti e che genera insicurezza sul presente e sul futuro.

 

Educare. Assemblea decisamente partecipata, che ha offerto «una lettura positiva della situazione educativa e dei giovani da cui ripartire», ha posto in luce la coordinatrice Paola Stroppiana, presidente del comitato nazionale degli scout Agesci. I ragazzi sono visti come una risorsa e non come un eterno problema. Nella sfida di educare per crescere, è emerso che sono gli adulti a segnare il passo, perché non riescono a porsi come modello di genitore e di insegnante. Da qui, l’esigenza di dar vita a luoghi di formazione per adulti. Sul tema del bene comune, è stata evidenziata l’esigenza di educare a diventare cittadini e a prendere a cuore la città. Molti interventi hanno evidenziato la sintonia e il desiderio di collaborazione tra le diverse componenti ecclesiali. Un dato ricco di prospettive, anche in riferimento ai non valori trasmessi dai mass media.

 

Includere. Soprattutto le nuove presenze. «Condivisa da tutti la proposta di cittadinanza riconosciuta ai figli degli immigrati e l’attenzione alla cosiddetta “seconda fase”, ovvero all’integrazione, tenendo conto del lavoro, ma anche delle tradizioni degli immigrati, con un incontro vero tra culture». Così ha sintetizzato il presidente della Acli, Andrea Olivero, chiamato a coordinare questa assemblea tematica. Altrettanto condivisa la valutazione negativa nei confronti dei mass media, troppo spesso ripetitori di pregiudizi e poco attenti alle buone pratiche di integrazione favorite dal mondo cattolico. In fatto di immigrazione e prostituzione è stato posto l’accento sulla necessità di contrastare le mafie.

 

Slegare. Ovvero liberare dai vincoli la mobilità sociale, in modo da far crescere qualità e merito. «Liberarsi dall’illegalità per offrire opportunità a tutti, in particolare ai giovani del Sud – ha riferito il coordinatore Franco Miano, presidente dell’Azione cattolica –. Ma anche slegare il mercato per favorire un accesso più facile al credito, e slegare risorse per sostenere la crescita».Convergenza sul dovere di riconoscere il valore pubblico dell’università, dello studio e della ricerca per consentire ai capaci e meritevoli di salire nella scala sociale. Al riguardo, è necessario sbloccare superate restrizioni d’ingresso al mondo delle professioni.

 

Completare. È il verbo della politica, cioè portare a termine la transizione istituzionale in atto. «È stato un dialogo molto fecondo. Siamo stati dentro i problemi e ci siamo fatti idee più chiare sugli snodi politici». E così Lucia Fronza Crepaz, del Movimento dei focolari, ha iniziato a raccontare quanto emerso.

 

Disagio generale per la conflittualità nella politica e l’esigenza di una maggiore partecipazione dei cattolici. È stata posta la questione della scarsa democrazia nei partiti e la necessità di bilanci pubblici per ogni formazione politica. Unanime posizione sull’obbligatorietà di riformare la legge elettorale vigente. Sul tema del federalismo non si sono levate voci pregiudiziali nemmeno nei delegati del Sud, ma tutti hanno ribadito che il federalismo, anche quella parte già in vigore, va qualificato con la solidarietà e la sussidiarietà, senza dimenticare il rispetto delle autonomie locali. Forti accenti sulla lotta alle mafie, sull’educazione alla legalità e sulla necessità di dotare tribunali di frontiera del Sud di adeguati magistrati, risorse e mezzi.

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