La rete si riannoda
La redazione di Città Nuova incontra i collaboratori e i corrispondenti italiani e stranieri: informare sui fatti per cogliere il bene e la speranza
È un appuntamento atteso: la redazione di Città Nuova allargata ai corrispondenti e ai collaboratori italiani e stranieri si ritrova annualmente per un rigenerativo stop and go.
La rete si riannoda. Facce note e qualche novità. Quello che emerge al primo impatto è la composita formazione di uomini, donne, giovani, cultori ed esperti, nuove leve e vecchia guardia che si confrontano e lavorano per innovare costantemente il prodotto. Di questi tempi troppo selettivi, una redazione così composita non è cosa da poco. Del resto la mission, oggi si dice così, di Città Nuova sono i rapporti, condividere per unire, e quindi i primi a farne laboratorio devono essere coloro che collaborano.
Personalmente sono quasi trenta gli anni di frequenza e credo che siano pochissimi quelli in cui ho marinato, perché conosco l’energia che ne deriva.
Dagli anni Ottanta Città Nuova ne ha fatta di strada! Intanto, al passo coi tempi, l’ultracinquantenne rivista ha una nuova figliolanza, la pagina web, che in questi due anni è cresciuta in fretta, assestandosi su standard più che accettabili. Poi i cosiddetti“libretti” a scadenza mensile che arricchiscono la rivista, che di diminutivo hanno solo il nome, visto il successo riscosso sia per gli abbonamenti che per i lettori.
Il direttore, Michele Zanzucchi, accoglie i presenti con il bilancio dell’anno e prospetta le novità in cantiere. Pur in tempi di vacche magre per i media, per tanti aspetti la voce di Città Nuova non è afona, magari non urla, per scelta convinta, ma si fa sentire. Tanti lettori ne rendono testimonianza, anche quelli più critici.
Tra le novità: l’idea di creare spazi di dialogo – altra mission della nostra rivista – tra pensieri e opinioni diverse per arricchire e arricchirsi. La possibilità di fornire un’offerta più ampia con degli inserti periodici, così come già avvenuto con quelli di AFN (Azione Famiglie Nuove), con l’Economia di Comunione e con altre esperienze culturali. Per la versione web, www.cittanuova.it, si pensa a un necessario restyling della home page, e non solo. Del resto sappiamo bene quanto conta il maquillage nell’offerta della Rete!
Dopo un rapido giro di consuntivo e di preventivo, per imitare gli economisti, inizia il dialogo della “nostra” rete. È uno scambio ricco, sicuramente vi è gente che crede in ciò che fa, con un forte senso di appartenenza ma senza accondiscendenze a pensieri unici. Emerge chiaramente la scelta, spesso non semplice del “metodo Città Nuova”: il rispetto delle persone che non esime dal criticare l’azione delle stesse, e di questi tempi sappiamo la fatica.
Il dialogo si fa serrato e avvincente sul rapporto tra i fatti e il pensiero, la “concettualizzazione”. Troppi fatti senza pensiero e troppo pensiero senza fatti non è un piatto digeribile. La fortuna è che Città Nuova trova una capillarità nazionale e internazionale che rende giustizia a questa tensione, che abitua ciascuno a crearsi un’opinione, un’idea, un pensiero magari “vigoroso”, “allenato”. L’altro aspetto che emerge è il luogo da cui si osservano i fatti, il prisma interpretativo degli stessi. Troppo spesso si leggono articoli da fonti di agenzia, oppure scritti in ricchi hotel negli scenari di guerra. La rete di Città Nuova ha “antenne” in mezzo alla gente, nel cuore dei problemi, dalla parte di chi è protagonista. Una ricchezza senza pari! Si comprende che occorre capitalizzare e professionalizzare questo patrimonio.
E anche quest’anno, nel lasciarsi, con nel cuore la prenotazione per l’anno prossimo, si ha la netta sensazione che la vendemmia, siamo nei tempi giusti, darà vino di buona qualità.