La rete dei “Comuni fioriti”
Puntano tutto sulla bellezza. E su uno slogan, che piace: “fiorire è accogliere”. In pochi anni, dieci, in Italia hanno unito una rete di 150 Comuni che ci crede. Sindaci, consiglieri, cittadini.
Gli artefici sono un gruppo di cento produttori florovivaisti. Coltivano e vendono fiori, piante verdi piante grasse. Sono sparsi nella penisola ma hanno un’alta concentrazione nelle zone più miti, dal clima migliore, come i laghi. Da Verbania a Catania, la rete dei “Comuni fioriti” che Asproflor ha creato continua a crescere. Lo dimostrano le duecento pagine della guida che verrà presentata la prossima settimana. Un catalogo di Comuni? Molto di più. Un viaggio tra i centri che più hanno scelto armonia e accoglienza come fattori di crescita e attrazione.
Quarantamila copie da distribuire lungo lo stivale. Manifestazioni, incontri, storia. “Non è una guida come tutte le altre – precisano Renzo Marconi e Sergio Ferraro, ai vertici di Asproflor, l’associazione promotrice della rete dei Comuni fioriti – perché nasce dall’impegno concreto verso un preciso obiettivo, che si raggiunge con i fiori. Ci sono piccoli e grandi Comuni, a vocazione turistica e non, di pianura e montagna, al mare e nelle aree interne del Paese”.
Ad Alba, a fine novembre, sono stati premiati tutti i Comuni iscritti. Ciascuno ha ricevuto un cartello giallo, con i fiori rossi, da uno a quattro, che confermano l’impegno. Tutti l’hanno già affisso all’ingresso del centro abitato. “Così, il Comune fiorito è riconoscibile”, conferma Ferraro. Alba, Cervia, Pré Saint Didier sono tra i Comuni migliori, che hanno già partecipato alle competizioni internazionali, europea e mondiale, analoga a quella italiana.
“Ogni anno candidiamo alcuni Comuni e l’impegno è massimo. Far parte della rete ha un costo molto basso. Prevalgono l’impegno, la determinazione, la capacità degli amministratori di impegnare tutti i cittadini”, spiega Marconi.
Vero, coinvolgere i cittadini è la sfida anche per rendere più bello e accogliente il Comune. Ci sono quelli come Pomaretto, vicino a Pinerolo, mille abitanti, che ha spinto proprio tutti a partecipare, con una serie di serate pubbliche. Così i residenti hanno messo vasi di gerani sui terrazzi, piantato rose negli angoli più suggestivi e la scorsa estate sono anche scesi in strada a bagnare e curare quelli messi dal Comune, sulle rotatorie o nelle isole verdi. “Non ci costa molto – spiega il primo cittadino Danilo Breusa – Valuto i grandi benefici. Vivere in un paese più bello, più armonioso, ci fa bene. Non è retorica. I miei concittadini hanno capito cos’è la bellezza, costruita insieme”.
Questa è la chiave. “Fiorire è accogliere”, ma in mezzo a un’offerta turistica sempre più confusa e competitiva, la bellezza, il piacere, diventano determinanti. E da valori per i singoli, diventano elemento di crescita della comunità. “Certo – riflette Renzo Marconi, presidente di Asproflor – abbiamo anche tra gli obiettivi una formazione dei sindaci e dei funzionari degli enti. Quando lo richiedono, con altri produttori florovivaisti spieghiamo come gestire il verde pubblico, quali sono le agevolazioni, quali le migliori specie ed essenze per le diverse stagioni”.
La rete cresce. “È nata in Piemonte ma si rafforza notevolmente al sud, in Sicilia ad esempio – afferma Marconi – Abbiamo sindaci veramente capaci che credono nel concorso e invitano i loro colleghi. Non si tratta di una competizione, il concorso è un mezzo, non il fine. Il prossimo anno per le premiazioni saremo a Bologna, al salone Eima dove siamo già stati nel 2014. Fiorire è accogliere. E cosa non è un fiore se non metafora di sorriso e bellezza?”.