La Repubblica Merkel

La cancelliera è riuscita con il suo programma politico ad eliminare dalla scena uno dei partiti più longevi del sistema tedesco: i liberali. Ha ripreso istanze dei verdi e anche dei socialdemocratici mettendone in crisi l'identità. I tedeschi però sono contenti e l'hanno premiata
Angela Merkel

Le elezioni per il nuovo Bundestag della Germania di domenica 22 settembre erano un vero giallo. Troppi – questa volta – gli interrogativi, soprattutto se i liberali (Fdp) e il nuovo partito antieuropeo (Afd) avrebbero superato il margine necessario del 5 per cento dei voti. Alla fine tutti e due sono rimasti fuori e hanno così contribuito a un risultato sorprendente e storico.

È un risultato storico, perché per la prima volta nella storia della Repubblica federale della Germania, e cioè la prima volta dopo il 1949, i tedeschi hanno eletto un Parlamento senza il partito dei liberali della Fdp. Anche se è da sempre un partito piccolo, è stato nel governo più di tutti gli altri, grazie a coalizioni sia con i socialdemocratici (Spd) che con i democristiani (Cdu). Il risultato del 22 settembre – 4,7 per cento dei voti – potrebbe significare l’inizio della loro fine, segno anche del fatto che le idee neoliberaliste e la tutela dei diritti individuali sono sufficientemente rappresentate nei programmi degli altri.

Sorprendente è stato il fatto che anche in Germania un partito antieuropeo e anti-euro, in pochi mesi dalla sua fondazione, è arrivato a un percentuale del 4,8 per cento e che è rimasto di poco sotto la “barriera” del 5 per cento. E l’altra sorpresa è stata la crescita dei democristiani (Cdu) di 7,7 punti percentuali. C'è mancato poco che ottenessero la maggioranza assoluta in Parlamento.

Come interpretare queste elezioni? “Der Spiegel”, il grande settimanale tedesco, ha proclamato, in modo ovviamente ironico, la «Repubblica Merkel». E non è sbagliato. La grande vittoria della Cdu e la perdita drammatica e storica della Fdp hanno la stessa causa: la grande fiducia dei tedeschi nella loro cancelliera Angela Merkel. «Mi conoscete», ha detto la Merkel nel duello televisivo con il suo avversario Peer Steinbrück. È stata la frase più azzeccata della campagna elettorale.

Sì! I tedeschi conoscono la Merkel. I sondaggi dicono che la grande maggioranza di loro ha l’impressione di stare abbastanza  bene e sembrano anche contenti. Ciò vale anche per quelli che hanno uno stipendio piuttosto basso. E quando ci si sente contenti – una sensazione piuttosto rara per i tedeschi – non si ha nessun motivo di cambiare il cavallo durante la corsa. Anche se all’inizio del 2013 vi era ancora una certa preoccupazione riguardo la crisi dell’euro, negli ultimi mesi i tedeschi hanno riacquistato la fiducia che tutto adrà a finire bene.

Altro motivo della fiducia dei tedeschi nella Merkel è il fatto che lei è riuscita ad appropriarsi di posizioni tipicamente verdi e socialdemocratiche senza dare l’impressione di tradire le proprie posizioni: la svolta energetica contro l’energia atomica e il sì all'introduzione di salari minimi in tanti campi.

Con questa apertura della Cdu la Merkel in un certo senso ha fatto fuori anche i suoi partner degli ultimi due periodi elettorali. Dalla “grande coalizione” tra Cdu e Spd dal 2005 al 2009 la Spd è uscita con il risultato più basso della storia. E adesso vale la stessa cosa per i liberali. «È pericoloso fare il partner della Merkel», commentano tanti media. E sarà ancora più pericoloso adesso dopo un risultato così splendido della cancelliera.

Con grande probabilità la Spd dovrà correre questo rischio ed entrare di nuovo nel governo con la Merkel. Ormai si comincia anche a parlare di una collaborazione tra i verdi e i democristiani, ma alcune posizioni sono troppo inconciliabili. Teoricamente la Spd avrebbe anche la possibilità di fare un governo con i verdi e la sinistra “Die Linke”, venuta fuori dal partito comunista della Ddr.

Ancora gli ex comunisti non si dimostrano accettabili per la loro opposizione contro gli impegni militari sotto il tetto dell'Onu. Ma la possibilità – anche teorica – di una maggioranza sulla sinistra è l’unico jolly della Spd per evitare di essere schiacciata dall’abbraccio della grande madre Merkel.

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