La religione via di pace, non un problema
A Roma una veglia di preghiera per la comunità copta in una chiesa blindata. «Il Vangelo deve diventare impegno e sviluppo» ha detto il vescovo Di Tora
Sono i suoni arabi a dar parola al Vangelo delle beatitudini nella basilica del Sacro cuore di Roma, giovedì scorso, durante la veglia di preghiera per ricordare le vittime della comunità cristiana copta egiziana. Una chiesa blindata all’esterno da poliziotti e sicurezza, ma una chiesa libera all’interno, dove le mille candele accese ricordavano a tutti che è la luce, pur fioca a illuminare le peggiori tenebre, anche quelle della storia di questi tempi.
"Beati i miti, beati gli operatori di pace, beati quelli che hanno sete di giustizia", pronunciati dal cappellano copto cattolico Farid Kamal fanno un certo effetto, se le pensiamo che in quella stessa lingua vengono pronunciate in Egitto, Iraq e nelle tante comunità cristiane che ancora oggi in Medio Oriente vivono con rischio e fatica il loro essere credenti.
«Le beatitudini sono un intreccio di cronaca e profezia, – ha ribadito nella sua omelia il vescovo monsignor Guerino Di Tora -. Gesù racconta la sua vita e invita a scorgere tracce di Dio e di bontà in ogni essere umano».
«La religione non è un problema, – ha ribadito Di Tora, direttore per anni della Caritas diocesana -, ma contribuisce allo sviluppo. La preghiera va trasformata in impegno di solidarietà, in pace, consapevoli che questa è dono di Dio, ma passa per la storia dell’uomo».
Sull’ambone si sono susseguite preghiere, canti, salmi in italiano e in arabo. Accanto alle parole della fede, si è voluto dar spazio a quelle della memoria e dell’impegno di poeti, teologi giuristi. Gli scritti di Salvatore Quasimodo, Dom Helder Camara, la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo hanno richiamato tutti i presenti alla responsabilità di ciascun uomo verso ciascun uomo, al debito di solidarietà che ognuno ha verso l’altro.
La veglia di preghiera a sostegno di tutti i cristiani perseguitati è stata organizzata da Acli di Roma, Associazione nazionale famiglie numerose, Azione cattolica di Roma, Ceis, Centro Astalli, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Moica, Movimento dei Focolari, Opera Don Orione, Salesiani, Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, Unitalsi, con la partecipazione attiva delle principali istituzioni locali. Alla funzione erano, infatti, presenti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la presidente della regione Renata Polverini, il presidente della provincia Luca Zingaretti e altri esponenti del mondo politico e civile. «Sono qui per testimoniare l’impegno di Roma sul fronte della libertà religiosa, ha detto Alemanno a conclusione. Questo è solo l’inizio di un percorso, è la prima importante manifestazione, ma ne seguiranno altre a sostegno di tutti quelli che nel mondo sono perseguitati per la loro fede».