La regina della carità

Ricordando le vacanze dei reali nelle Valli del cuneese e la generosità di Elena di Savoia. Un piccolo museo gestito da una testimone ne svela i segreti
elena di savoia e vittorio emanuele III

Capelli appena fatti, vestito elegante, volto signorile e tanto desiderio di raccontare. La signora Marta ci aspetta seduta di fronte al locale che aveva allestito per ospitare i ricordi della Regina Elena. Un piccolo museo. Qui, con quest’arzilla signora novantenne, facciamo un viaggio nei ricordi della storia d’Italia che si è scritta da queste parti. Ricordi di storie reali.
 
Sì, perché in questo piccolo borgo della Valle Gesso, a Sant’Anna di Valdieri, i reali di Casa Savoia trascorrevano ogni anno la loro estate. Marta ci fa rivivere quel tempo, quello di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro (1869 – 1947), quando i preparativi per l’estate iniziavano a fine inverno con l’arrivo da Torino dei giardinieri, per spalare la neve e iniziare a preparare i terreni per le semine. Le palazzine reali erano di là dal torrente, tuffate in una splendida pineta. Le aiuole dovevano essere fiorite e le verdure pronte. Quando tutto il centro di Sant’Anna era imbandierato e addobbato, all’inizio del mese di luglio, era il segnale che i reali erano in arrivo.
 
E l’abitato di Sant’Anna si trasformava: diveniva il centro dell’Italia. Tutti gli alberghi, allora erano sette, venivano occupati dal personale della casa. Poi venivano in visita personalità politiche e altri reali. E in questo gran via vai, gli abitanti erano i primi assistenti di questa vita che improvvisamente si trasformava.
 
Marta era ammirata dal comportamento della regina Elena: «Una gran brava donna – dice –. Lei faceva la passeggiata in paese e noi ragazzini la osservavamo. Alta, distinta, sempre elegante, con un cappellino discreto. Si soffermava con gli abitanti, si interessava di ogni familiare. Elargiva aiuti economici appena era a conoscenza di qualche difficoltà». Le giornate dei reali erano scandite da svago e riposo. Partivano presto la mattina: prima a cavallo, poi con l’auto, e andavano a pesca. Rientravano per il pranzo, e poi ancora nel pomeriggio ripartivano alla volta dei torrenti.
 
La Valle Gesso è tutta riserva di caccia e di pesca. Anche la regina andava a pescare, e quando tornava insieme al marito erano carichi di buone trote, che prontamente i commessi portavano negli ospedali e nelle case di riposo. Poi più in alto c’erano le case di caccia. Lì era il re a destreggiarsi col fucile su camosci e stambecchi. La signora Marta è un vero tesoro, non risparmia particolari, aneddoti; racconta, perché ha “salvato” tutto nella sua memoria. E lo fa col suo modo simpatico, quasi da nonna che racconta ai nipotini la storia che ha vissuto lei, i suoi familiari, i suoi vicini.
 
«La regina Elena era una donna che sapeva stare accanto e condividere con noi ogni difficoltà. Erano tempi quelli – tra la Prima e la Seconda guerra mondiale – dove le famiglie non vivevano nel benessere, soprattutto qui in montagna. Allora, per sua iniziativa, la cucina della casa reale dava ogni giorno a tutti gli abitanti il minestrone pronto, ogni giovedì il formaggio e ogni domenica la carne con il brodo. Questo a ogni famiglia, in proporzione al numero delle persone. Poi a ogni ragazza che si sposava donava il corredo e a ogni mamma che partoriva il corredino per il neonato». Erano anni belli. L’estate era movimentata da queste personalità.
 
Poi c’erano le principesse Jolanda, Mafalda e Maria. Quest’ultima un giorno incontrò Marta all’inizio del paese e chiacchierando le domandò se lavorasse, lei rispose che aiutava la mamma come casalinga. La principessa allora le domandò se avesse avuto piacere di lavorare nella casa reale. «Certamente», rispose la giovane. «Fui invitata subito a recarmi alla casa e lì iniziai a lavorare nella lavanderia, sartoria e stireria», ci racconta.
 
Ancora un ultimo ricordo: con l’autunno i reali lasciavano la valle, era cura della regina Elena lasciare a fine vacanza due stanze fornite di un’abbondante scorta di medicinali, da usare durante il periodo invernale, a cui potevano accedere gratuitamente i valligiani. Elena, la “regina della carità”, come la chiamano in molti. Elena, la regina che ha saputo amare concretamente.

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