La ragazza delle balene
Film neozelandese, vincitore di diversi riconoscimenti, è apprezzabile sia come fiaba che vede protagonista una bambina dolce e caparbia, sia come testimonianza di quanto sopravvive delle tradizioni dei maori. Tratto da un romanzo locale, ispirato ad un’antica leggenda, è opera della regista Niki Caro, che con delicatezza femminile ha colto in profondità il dramma dovuto allo scontro della cultura atavica con la mentalità moderna. L’ambientazione ha il fascino dei litorali da sogno di quella terra lontana e la suggestione degli atteggiamenti ancestrali, capaci di suscitare ancora impressione e timore. Il pregio principale del film sta nell’alternare con leggerezza il mondo delle credenze mitiche, in cui si trovano la bambina e il nonno, con quello più realistico di parenti ed amici, che li seguono con poca convinzione e disincantati. L’affermarsi della bambina per la sua capacità di mettersi in contatto con gli antenati, riservata da sempre ai soli maschi primogeniti, esprime l’addolcimento della fierezza bellicosa tradizionale e il passaggio della guida spirituale da un solo capo all’insieme di tutti i membri della tribù, uniti come “i fili intrecciati di una corda”. Regia di Niki Caro; con Keisha Castle-Hughes, Rawiri Paratene, Cliff Curtis, Vicky Haughton.