La ragazza col peluche
Lavoro in una comunità che accoglie ragazze straniere vittime di tratta. Un giorno mi viene segnalata una minorenne dell’Est europeo scappata di casa. Quando ho modo di contattarla, mi trovo davanti una diciassettenne dallo uno sguardo triste e impaurito, che abbraccia un piccolo peluche.
L’aiuto a sistemarsi; poi le offro da mangiare, ma lei rifiuta. Cerco di immedesimarmi più che posso nella sua situazione e, pensando di farle cosa gradita, le preparo una cioccolata e gliela porto in camera. Questo gesto scioglie subito il ghiaccio. Lei ha sempre quello sguardo triste quando iniziamo a parlare.
Pian piano, in un italiano stentato, mi racconta la sua storia di povertà e di sofferenza. L’indomani continuo ad andare a trovarla in camera sua. È sempre avvinghiata al suo peluche e insiste nel rifiutare il cibo. Le chiedo di seguirmi in cucina e mi accorgo che solo se le resto accanto riesce a mangiare qualcosa. Quando la ragazza, dopo mesi, decide di tornare al suo Paese, trovo sulla scrivania il suo peluche con scritto «Non mi dimenticare!».
Suor Antonietta – Italia