La Puglia ti vaccina, ma con quale piano?

Il rallentamento della campagna vaccinale ha fatto restare la Puglia in zona arancione, oltre alle dosi scarseggia infatti un edeguato piano gestionale
Piano

“La Puglia ti vaccina” è il motto della campagna vaccinale della regione, ma nonostante il passaggio alla zona arancione a partire dal 26 aprile fino al 3 maggio (mentre alcune regioni in base all’indice Rt di fine aprile si possono colorare di giallo), le dosi previste per la fascia 79-70 anni e 60-69 sono sospese verso fine mese. «Le attuali dosi di vaccino in giacenza coprono l’80% del fabbisogno programmato per la settimana prossima – affermano dall’Azienda sanitaria locale –. La Direzione generale ha riprogrammato le agende per assicurare tutte le seconde dosi, le attività programmate da parte dei medici di Medicina generale, e per garantire le vaccinazioni destinate a oncologici e malati rari in cura nei centri del territorio». Insomma, si tratta di un altro rallentamento della campagna vaccinale, dopo l’accelerazione delle inoculazioni delle ultime settimane previste dal piano. Con l’arrivo di maggio, almeno sono attesi 47 mila sieri garantendo le vaccinazioni anche durante le festa dei lavoratori.

Ad inizio aprile la Puglia si trovava al fondo della classifica per numero di dosi distribuite. Con l’indice di 43 su una media nazionale di 55 secondo il sondaggio Youtrend, il tacco d’Italia ha condotto una campagna inefficace che, a causa dei furbetti del vaccino, è risalito alle cronache del giornale britannico Financial Times, che addirittura definisce la gestione delle dosi tra le peggiori in Europa.

Occorreva risalire la classifica, ma soprattutto c’era da vaccinare una grossa fetta di popolazione e ad oggi almeno sono state somministrate oltre un 1.200.000 dosi in tutta la regione. Dopo l’impennata di aprile, proprio il rallentamento che ha spostato le giornate vaccinali alla fine del mese, ha riportato la Puglia all’ottavo posto tra le regioni. Solo l’8% circa della popolazione ha ricevuto la seconda dose.

Forse per i moniti del premier Draghi a procedere spediti, forse per le modifiche imposte dal presidente Michele Emiliano che ha sollevato dall’incarico dalla gestione della campagna vaccinale l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, affidandone l’aspetto logistico al capo della Protezione Civile pugliese Antonio Mario Lerario o ancora solo grazie alla visita di Francesco Paolo Figliuolo, commissario della Protezione Civile, la Puglia resta zona arancione, insieme ad altre 4 regioni con dosi di vaccino agli sgoccioli. Proprio Figliuolo, nei giorni precedenti, ha dichiarato: «È stato presentato un piano coerente con quello nazionale, con obiettivi ben chiari. Oggi la Puglia ha raggiunto oltre l’81% degli over 80 ed è in pieno target per gli over 60». In totale è stato utilizzato l’88,6% delle dosi. Il generale poi pone i prossimi obiettivi per la regione: «Dobbiamo mettere in sicurezza i più deboli, quelli che se infettati da questo virus potrebbero avere conseguenze più e che disastrose. Poi mettiamo in sicurezza le classi produttive. Questo è il messaggio che voglio dare: noi ce la facciamo». E rassicura: «I vaccini stanno arrivando, la macchina organizzativa funziona».

La zona arancione e il suo prolungamento fino al 3 maggio, nonostante il calo dell’indice Rt pugliese, sono probabilmente frutto degli errori durante la zona rossa.

L’unica consolazione è la possibilità di richiedere alla Regione Puglia il “Digital Green certificate”, la certificazione verde per i vaccinati, per le persone guarite dal Covid-19 o negative al tampone. L’attivazione di questo “pass digitale” permette di muoversi in entrata e uscita dalle regioni rosse e arancioni.

Ad essere inefficiente è stata la comunicazione delle categorie da vaccinare. Di mancata organizzazione, infatti, si può parlare in questa fase in cui improvvisamente arrivavano messaggi whatsapp sugli smartphone dei cittadini, come la classica “catena di Sant’Antonio”, informando solo all’ultimo momento della possibilità di vaccinazione per i caregiver dei soggetti fragili maggiorenni e per gli ultrasessantenni che di lì a poche ore dalla ricezione del messaggio si sarebbero potuti presentare agli hub vaccinali senza necessità di prenotazione, ma scatenando lunghe file di attesa. File di attesa senza neanche posti a sedere in alcuni casi.

Per quanto riguarda i caregiver sono sorte inevitabili difficoltà di gestione, in cui per esempio il soggetto fragile è rimasto da solo a casa per la mancanza di tempo di trovare figure assistenziali da sostituire o addirittura la persona su carrozzina si è recata presso il centro vaccinale insieme al parente o all’assistente per evitare di stare troppe ore in solitudine. Spesso gli stessi soggetti fragili hanno atteso da soli all’esterno dell’hub i caregiver che attendevano il loro turno di inoculazione. Sono solo alcune conseguenze della confusione gestionale pugliese in cui continua la “delega” ai genitori nella scelta della didattica a distanza o in presenza per gli alunni fino alla prima media, con l’obbligo della Dad per tutte gli altri gradi, con inevitabile scompiglio organizzativo delle scuole e delle famiglie. Questa prospettiva della scuola pugliese dovrebbe prolungarsi fino alla fine dell’anno scolastico.

Oltre ai vaccini in Puglia scarseggia un piano gestionale adeguato. L’arrivo di un altro carico sia ulteriore momento di riassetto organizzativo per premere nuovamente sull’acceleratore.

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