La protesta del mondo dello spettacolo

Sul red carpet romano i lavoratori del cinema, della musica, del teatro hanno manifestato contro i tagli. «Vogliamo vivere e produrre cultura»
Protesta al festival di Roma

Giornata calda nel pomeriggio di ieri al festival romano. Sul red carpet, anzichè le dive del momento – poche quest’anno in verità – sono sfilati il migliaio di gente di cinema, teatro e musica. Composti e uniti a protestare contro un governo che si dimostra poco sensibile all’eredità culturale del Belpaese ed alla produzione artistica, come si deduce, oltre che dai drastici tagli alle sovvenzioni economiche, dalle dichiarazioni di alcuni esponenti che hanno stigmatizzato la pacifica manifestazione. Peccato.

 

Le persone che hanno ordinatamente sfilato – e la gran parata di polizia aveva un qualcosa di comico, come se si temesse l’irreparabile (siamo pur sempre nel mondo dello spettacolo)- hanno scandito la volontà di lavorare e di no disperdere il patrimonio culturale nostrano. Una protesta che coinvolgeva anche le reti televisive che, con la programmazione di prodotti di scarsa qualità, abbassano il livello di una nazione che ha dato esempi di civiltà al mondo. Non solo il campo del cinema, ma anche quello del teatro e della musica, hanno manifestato dissenso tra cui i rappresentanti del romano teatro dell’Opera, in grave crisi economica.

 

Personaggi come Verdone, Sorrentino, la Comencini, attori come Kim Rossi Stuart e Elio Germano, attrici come Valeria Golino e Isabella Ragonese, e infine il presidente della giuria del festival, l’attore-regista Sergio Castellitto hanno fatto proprie le rivendicazioni di un mondo che vuole solo “vivere” e produrre attività culturale, cioè in definitiva, spirituale.

Se il festival romano è riuscito a unire le diverse facce di questo universo, si può dire, al di là dei film in concorso, abbia raggiunto un bel traguardo. Lo ascolteranno i nostri governanti?

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