La protesta dei reclusi
Al Cie di Milano scappa un algerino e vengono bloccati 17 immigrati. Forte il disagio degli immigrati costretti a vivere in condizioni difficili.
Erano tutti nordafricani, una ventina, quelli che nella notte di ferragosto sono saliti sui tetti del Cie (Centro di identificazione ed espulsione) in Via Corelli a Milano ed hanno dato vita ad una protesta che si è conclusa con la fuga di un cittadino algerino, 18 denunciati e 11 contusi, tra cui 6 agenti del Reparto mobile e 5 cittadini nordafricani che hanno riportato leggere ferite agli arti inferiori. La vita nel Cie, racconta un magrebino che vi è transitato, è invivibile, ma soprattutto ripugna pensare che rischi di restarci magari per l’intero periodo previsto dalla legge.
L’attuale governo infatti ha prolungato a 180 giorni il periodo di permanenza degli immigrati che, è bene ricordarlo, vengono trattenuti non perché abbiano commesso reati ma perché non hanno i documenti di riconoscimento. E’, fa notare un pensionato milanese “il fallimento delle politiche del governo in materia d’immigrazione”. Mentre Mauro Straini, legale di alcuni detenuti nel Cie afferma che “finchè ci saranno carceri dove si è detenuti per un periodo di sei mesi senza aver commesso alcun reato, come accade nei Cie, le persone che ci sono ristrette non potranno far altro che tentare in tutti i modi di liberarsi esercitando un loro diritto”.
Disagio, forte disagio, ovviamente viene vissuto dagli ospiti del Centro. Qui è presente la Caritas Ambrosiana che con una un’èquipe di operatori offre assistenza e orientamento socio-giuridico alle persone trattenute presso. La Caritas Ambrosiana ha scelto di intervenire come Ente esterno al Cie nell’intento di incontrare le persone e offrire una spazio di ascolto per “ridare dignità e voce” a coloro che sono trattenuti presso il centro, in situazione di isolamento e di bisogno. Il progetto offre quindi alle persone trattenute servizi di ascolto, orientamento, assistenza, aiuto materiale che mettano al centro l’attenzione alla persona in quanto tale. L’equipe facilita inoltre il contatto della persona trattenuta con i congiunti ponendosi, se necessario, come tramite tra loro di fronte all’impossibilità di un contatto diretto.
Al Cie di via Corelli sono ospitati poco più di 100 immigrati senza sovraffollamento, tuttavia il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, insiste sulla realizzazione di nuove strutture poichè "la normativa del ‘pacchetto sicurezza’ – ha spiegato – che ha prorogato fino a 180 giorni la possibilità di trattenimento nei Cie, rischia di essere vanificata se poi non abbiamo sedi adeguate". "Malpensa – spiega De Corato – a detta del ministro Maroni è la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina dopo Lampedusa”. Anche i numeri dicono che a Milano sono presenti 50 mila irregolari secondo la Cgil, mentre nella Lombardia sono 150 mila, pari a quelli dell’intera Grecia.