La promessa

Padri nel 2021, come san Giuseppe. Una figura attuale anche oggi, tanto che il papa ha indetto un anno a lui dedicato.

Lo scorso 8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione, papa Francesco ha stabilito “l’anno di san Giuseppe”, in commemorazione del 150º anniversario della sua dichiarazione come patrono della Chiesa; un anno speciale anche per i padri di oggi, che possono trovare nello sposo di Maria un bell’esempio di paternità.

Nella lettera apostolica Patris Corde, il papa ricorda che la paternità non è mai possessione, ma un rapporto di libertà. Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale e autore del libro La paternità oggi. Tra fragilità e testimonianza (Pazzini Editore), sottolinea il carattere accogliente di san Giuseppe, che si fida di Dio, custodisce la vita e la coltiva.

«Il mondo ha bisogno di padri», proclama papa Francesco. Ma quale figura sta assumendo la paternità nel nostro tempo? «Noi vediamo questi padri che fanno fatica ad esserlo, nel senso positivo del termine – spiega Lizzola –: non la evitano, ci stanno dentro, nella faticosità di accompagnare i figli, anche in situazioni di fragilità». Secondo il docente, si tratta di padri che sanno riconoscersi vulnerabili, che non si vergognano della loro fragilità, ma sviluppano un coraggio creativo, capaci di trarre il bello della vita anche nei momenti di difficoltà, come san Giuseppe.

Per Lizzola, l’autorevolezza del padre si riconosce ormai nella forza con cui si affronta la vita, le relazioni, i grandi temi. Un buon padre non è un uomo perfetto, ma uno che incontra le sue contradizioni, chiede perdono, costruisce con gli altri; è un adulto che trova la gioia di vivere, di resistere, che ha voglia di futuro, ed è precisamente questo che lo porta a diventare figura di riferimento per le nuove generazioni. «C’è un’attesa sui padri» – prosegue il docente –, in quanto portatori di una promessa generativa: quella che annuncia che nascere è valsa la pena.

Cosa si attende dunque dai padri? Non tanto sicurezza o garanzia economica, ma una veglia, una presenza discreta ma fedele, che permetta ai figli di camminare in autonomia. Questo comporta un senso di lascito, un lasciare che però non è abbandonare, non è morire, ma dare vita, fare spazio all’altro, affidarsi.

Come manifesta il santo padre nella Patris Corde, Giuseppe è padre nella tenerezza, una condizione indispensabile della paternità. Sebbene in passato alla figura del padre si perdonasse una certa violenza e freddezza, Lizzola sostiene che la vera forza è nella mitezza e nella pazienza: «Ci vuole una certa forza per essere pazienti, continui, per segnalare con chiarezza i percorsi e i comportamenti giusti. Perché alla fine la pazienza non è altro che il lungo respiro della passione».

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