La Posta di Città Nuova
Incontriamoci a Città Nuova, la nostra città
Estate, il gusto di leggere
Metropolitana ore 8.30. Stiamo per scendere. Vicino a noi un bellissimo ragazzo che, stranamente, non si sposta seguendo il flusso della gente al capolinea. Guardiamo meglio. C’è un lungo bastoncino bianco vicino a lui. Ci avviciniamo: «Si scende da questa parte». Magnifico sorriso: «Grazie». L’orda famelica dei cercatori di posto libero ci assale senza pietà. Una signora vicino a noi urla: «Ma che modi! Non vedete che dobbiamo scendere?». No, non ci vedono proprio. Recuperiamo insieme a fatica il marciapiede. «Vieni con noi, da questa parte», gli diciamo. «No, grazie», risponde pacifico, sorridente ma deciso. «Devo aspettare qui». Chapeau! Nessuna preoccupazione. Assoluta fiducia nella gente che ha intorno. «Chissà se il vero cieco è lui o siamo noi», commentiamo. La signora, tipetta-biondina-tutta-pepe, continua ad inveire: «Ma in che mondo viviamo?! Avete visto che roba? Noi siamo proprio di un altro mondo», dice comprendendo anche noi in quel noi. Buttiamo lì un: «E se il nostro mondo fosse quello vero, signora?». Non risponde. Forse riflette salendo le scale. Ai tornelli di uscita ci sorride ed esclama guardandoci negli occhi: «Buona giornata!».
Servono occhi per vedere questo mondo migliore in cui vorremmo vivere e che già esiste, commentiamo tra noi. Tre minuti di eternità in cui sono sparite le “cose da fare” e pensiamo al prossimo agosto in cui vorremmo allenarci in questa immersione di verità. Non a caso, prima di alzare gli occhi e scendere, stavamo sfogliando insieme l’ultimo numero di Città Nuova. Porteremo anche un libro con noi: Leggere – Le parole ci rendono liberi di Elena Granata. Chi si è abbonato lo riceverà proprio in agosto, allegato a questo numero. Ne stralciamo una frase per farvi venire l’acquolina: «Leggere è entrare in profondità nel pensiero e nella sensibilità dell’autore, con calma, prendendo tempo per comprendere, di condividere, di dissentire, di arrabbiarsi perfino per quanto sostiene, è guardare il mondo da una prospettiva diversa da quella consueta, che cambia la testa e amplia gli orizzonti». A che punto è la preparazione della vostra valigia? Piccola o grande che sia, noi ritaglieremo uno spazio per Città Nuova e i suoi libri, la città migliore in cui vivere, se lo vogliamo. E voi?
La santità ai tempi di Internet
«Nella Chiesa fioriscono esempi di santità sociale, guide per i giovani, che hanno saputo dare un senso alla sofferenza. Come Chiara Luce Badano, 18 anni (1971-1990) di Sassello, beatificata nel 2010. Impazzano i siti Internet, blog, scritti di credenti e di agnostici. Ha un profilo su Facebook e sulla sua tomba. Ero presente a Roma alla beatificazione, senza nascondere la commozione, come al recente appuntamento di un'altra 18enne, Cecilia Eusepi (1910-1928), beatificata il 17 giugno a Nepi (Viterbo). Una straordinaria vita raccontata nel suo Diario di un pagliaccio: “La mia passione è cantare l'amore. Sono un piccolo niente che Gesù ha messo sulla via della santità. Devo amare, amare, amare senza misura. Sono disposta a vivere come a morire. È bello darsi a Gesù che ha dato tutto per noi”. Chiara Luce seguiva la spiritualità di Chiara Lubich, Cecilia faceva parte dell'ordine dei Servi di Maria.
«Forse i media ritengono noioso il cristianesimo, sono pregiudizi laicisti o è pigrizia culturale. L'umanità di oggi, sostiene il vaticanista Luigi Accattoli, ha bisogno di questo pugno nello stomaco che sanno dare i santi, unico messaggio cristiano che arriva davvero dopo il Vangelo».
Unioni gay e Pd
«Mentre il Paese attraversa una crisi gravissima, sorprende, o meglio scandalizza, che all'ultima assemblea del Pd abbiano discusso e anche litigato sulle unioni civili omosessuali che si vorrebbero addirittura parificare al matrimonio, con diritto di adozione. Anche Vendola e Di Pietro si sono subito accodati con proposte ancora più estreme. Con quale fiducia gli italiani dovrebbero votare una coalizione divisa e litigiosa, più interessata alla propria ideologia che ai problemi reali? Sarebbe preferibile un prolungamento del governo Monti se non altro per la fiducia che gode all'estero».
Monti su e giù
«Sono rimasto colpito dalla lettera del sig. Paolo Limiti nel n. 12 di Città Nuova, tentato da sentimenti antitedeschi perché “Frau Merkel, per proteggere la ricchezza della sua Germania, impedisce al resto dell'Europa di respirare”. C'è da arrossire per il fatto che in un Paese come il nostro, in cui da molti anni regna malgoverno e malapolitica, si alimenti il disprezzo e non la stima verso una nazione che, unica in Europa, rispetta le regole e governa in modo serio e virtuoso.
«Su Avvenire del 24 giugno, Giacomo Vaciago, ordinario di politica economica alla Cattolica di Milano, spiega che la Merkel percepisce un compenso inferiore a quello del presidente della provincia di Bolzano; che la regione Sicilia ha un numero di dipendenti pari a quello delle regioni Piemonte, Lombardia e Veneto messi insieme; che ci sono imprese che rischiano il fallimento perché molti enti statali pagano con ritardi intollerabili le loro forniture e prestazioni.
«La notizia che mi ha fatto sobbalzare l'ho letta su Avvenire del 1° luglio: “Spende e sta da pascià il boss di Poggioreale”. Questi signori in carcere possono fare acquisti e organizzarsi una cucina alternativa e “così ogni giorno si buttano 2500 pasti”. Che il Signore strabenedica Monti e il suo governo per un compito veramente arduo».
«Ieri ho pagato 150 euro perché la mia pensione di 580 euro sarebbe stata sopravvalutata dai funzionari Inps. Capite bene come con i pochi soldi che ho non possa vivere. Se non avessi una famiglia che mi aiuta, non ce la farei proprio. Ho l’impressione che l’operato di Monti colpisca le fasce più deboli della popolazione, mentre i ricchi hanno sempre tutto, e molto di più».
«Da una riforma che ha avuto come relatori chi ha iniziato a introdurre la flessibilità e un dirigente di una multinazionale, che ci potevamo aspettare? Dovrebbe attirare investimenti? A me francamente viene da ridere, per non piangere. Come verranno gli investimenti se in Italia c'è: burocrazia (quella vera), corruzione, una giustizia dai tempi pachidermici, criminalità organizzata con la quale lo Stato fa anche trattative (qualcuno dei politici coinvolti è stato nei vari governi)? E poi che si fa? Si rende ancora più flessibile un mercato del lavoro già traumatizzato dalla riforma Treu (ricordata sopra) e dalla legge Biagi? Il nostro mercato del lavoro è uno dei più flessibili al mondo (basta vedere le varie statistiche Eurostat e Ocse) e a quanto pare la disoccupazione aumenta».
Non sono pochi i lettori che appoggiano l’operato del governo Monti. Come non sono pochi coloro che al contrario sostengono che le cure messe in atto dal suo governo deprimono la nostra economia e tradiscono le caratteristiche tipiche del nostro modo italiano di vivere e di operare. È certo, tuttavia, che il governo Monti è stato nominato per la gravissima situazione dei conti italiani: un debito ormai vicino ai duemila miliardi di euro non è venuto fuori dal nulla, ma da un modo di vivere “alla cicala” più che “alla formica”. Ci aspettano anni di sacrifici, che porteranno frutto solo se tutto il Paese si rimetterà in moto e accetterà tali sacrifici, se concepiti in modo equo. Il che non è garantito.
Uzbekistan
«Caro direttore, leggo attentamente i suoi reportage e so quindi del suo amore per l’Asia Centrale. Ho sentito che la figlia del presidente-dittatore del Paese è una stella della musica pop. È vero? E come va il Paese di Samarcanda? Continua ad essere guidato da un regime tirannico?».
Googoosha – al secolo Gulnara Karimova – è effettivamente una pop-star, figlia del presidente uzbeko Ismail Karimov, da molti considerato uno «spietato padrone» del Paese, da altri invece semplicemente un «uomo forte» che gestisce un territorio pericoloso al confine con l’Afghanistan. Sulla cantante nulla da dire, non mi sembra che avrà un gran successo. Sul suo Paese, invece, va registrato il progressivo isolamento dai grandi di questo mondo, in un sistema autarchico che ha i suoi vantaggi, ma anche le conseguenze di un isolamento progressivo. Permane il dubbio: una democrazia elettiva è la miglior forma di governo per Paesi come l’Uzbekistan? Le risposte sono molteplici!
Insegnanti e non eroi
«Circa l’articolo “Insegnanti e non eroi” apparso sul n. 12, apprezzo lo sforzo nel cercare qualcosa di positivo. A parer mio il problema grave riguarda l’università italiana. Da diversi anni, centinaia di professori ordinari e associati sono andati in pensione e nessuno è stato sostituito. I drastici tagli di bilancio hanno comportato la chiusura di laboratori, dismissione di corsi, perdita di collezioni, apparecchiature, perdita di tutto il sapere e le esperienze accumulate da generazioni, interruzione dei rapporti con altre università e istituzioni…
«L’università si regge sull’opera volontaria, ma abusiva, di molti ricercatori che oramai fanno i docenti a tempo pieno. Di questo ne stanno risentendo le università più antiche ma con maggiore esperienza e sapere. Il problema è che scuola e università sono viste non come centri culturali macome aziende.
«Purtroppo perdiamo anche la nostra cultura e ciò fa parte del progetto “globalizzazione” a senso unico a cui stiamo aderendo ciecamente. Spero ci si possa ravvedere, ma ormai è tardi e molto è già perso. Ho fiducia nel Progetto Italia».
Caro lettore, la sua denuncia è spietata, ma in massima parte corrispondente al vero. Il saccheggio della nostra cultura continua, anche per gli sprechi, i privilegi leciti e illeciti e gli interessi privati messi in atto da troppi docenti e amministratori. Il degrado dell’università non è solo dovuto alle politiche miopi dei governi succedutisi negli anni.
Il “Progetto Italia”, avviato dai Focolari negli ultimi mesi per il bene del Paese, progetto che avrà un’importante vetrina nella terza edizione di LoppianoLab i prossimi 20-23 settembre, è ancora una piccola speranza; ma è grande nella volontà e nella passione di chi lo sostiene.
Pazienza
«Caro direttore, vorrei parlare della sua pazienza con certo tipo di lettori. Possibile certo linguaggio, certi ultimatum, minacce varie tipo quella di non rinnovare l’abbonamento qualora Città Nuova non aderisca a certe linee politiche/spirituali? Città Nuova non è la Verità – ovvio –, ma si ispira fedelmente a Colui che è via, verità e vita e questo è ciò che vale. Coraggio, direttore, pazienza ancora, serenità e salute».
Caro lettore, la ringrazio per le sue parole di solidarietà. Ma non mi angustio più di tanto per le critiche che talvolta riceviamo (tuttavia molto inferiori rispetto agli apprezzamenti), perché ritengo che la “posta dei lettori” abbia anche la funzione di “camera di compensazione” per le tensioni che i lettori, la cosiddetta “gente comune” (ma credo fermamente che al contrario siamo tutti “speciali”), vive giorno dopo giorno. Non è raro il caso di persone che, solo perché sentitesi ascoltate e prese in considerazione dai redattori, cambiano opinione e atteggiamento. Capita a noi tutti qualcosa del genere…