La Posta di Città Nuova
Incontriamoci a Città Nuova, la nostra città
Regala i valori in cui credi
C’è crisi. E che crisi! La peggiore dal 1929, dicono. Crisi non solo economica ma soprattutto di senso, dove lo smarrimento e forse la rassegnazione sembrano avere la meglio. 23 gli imprenditori che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita e quante persone sono senza lavoro o in procinto di perderlo.
E, in questo scenario, Città Nuova ha il coraggio di parlare di speranza e addirittura di regali? Vi sarà capitato di notare quello che sembra un paradosso: sta crescendo la solidarietà, la necessità, se non l’urgenza, di donare “cose vere”, che restano. Si è stanchi di essere ingannati. Ecco perché troviamo il coraggio di proporvi doni che coniughino qualità, prezzo e riescano ad esprimere i valori i cui credete, in cui crediamo.
Tante sono in effetti le ricorrenze di questi prossimi mesi. E, se non vi è ancora capitato, aspettatevi da qui a poco, di trovarvi coinvolti nella frenesia della ricerca, dalla preoccupazione di non essere banali, dal desiderio di indovinare il gusto di chi dovrà ricevere il nostro regalo e, soprattutto, di spendere poco. Prime comunioni, cresime, matrimoni, anniversari: ogni famiglia ha un’agenda impegnata da qui a luglio. A pag. 2 della copertina di questo numero vi proponiamo un regalo che può parlare di voi, anche a distanza di anni.
Ci ha scritto da poco una coppia di lettori di Caserta, Pio e Anita Di Gioia: «Vi ringraziamo per l’interessamento mostrato per il nostro problema: per circa due mesi non avevamo più ricevuto la rivista per disservizi postali. Ora arriva di nuovo puntualmente e abbiamo ricevuto le copie mancanti. Nel periodo di assenza della rivista abbiamo avuto modo di apprezzarla ancora di più, in quanto ci siamo accorti che veniva a mancare una parte importante della nostra famiglia. Città Nuova è con noi, infatti, da quando ci siamo sposati, cioè da 36 anni. In quei due mesi abbiamo avvertito il vuoto lasciato da quel qualcosa di silenzioso, ma molto prezioso per noi. Fino a quel momento non ci eravamo resi conto fino in fondo dell’importanza della sua presenza nella nostra famiglia. Questa non vuole essere una “sviolinata”, ma una sincera e sentita testimonianza di apprezzamento e gratitudine verso tutti voi che lavorate per realizzare un così importante mezzo di comunicazione».
rete@cittanuova.it
Pregiudizi a scuola
«Sono docente di scuola secondaria di secondo grado. Nell’incontro con centinaia di genitori, mi sono accorto di quanti pregiudizi e presunzioni hanno tanti genitori. Certo, non sono colpevoli, ma si portano dietro habitus mentali costruiti su un sentire comune spesso massimalista che risponde solo all'esigenza di affermazione sociale e di successo occupazionale. Il criterio dell'efficentismo e la super valutazione del significato “parentale” della pagella rischiano di inquinare la giusta visione della sfida educativa. Anche le strategie psicologiche di rimozione delle loro ansie o la proiezione dell'insuccesso scolastico del figlio su di loro, è alla radice di incomprensioni, fratture, arroccamenti. Nella prassi genitoriale vedo poi poco usato il criterio del rinforzo del positivo, del riconoscimento dei tentativi fatti dai ragazzi per arrivare a dei buoni risultati.
«Sento invece espressi malumori per le insufficienze evidenti, propositi di coercizione nella gestione del tempo, dei mezzi di trasporto (motorino o macchina) o multimediali dei ragazzi, in un crescendo di inquietudine e di sofferenza tra i membri della famiglia. Non si respira fiducia, aiuto, collaborazione se non nel dieci per cento delle famiglie interpellate da qualche criticità del pagellino.
«Mi piacerebbe indicare loro qualche libretto, magari piccolo come i Passaparola di Città Nuova, sull'argomento: “Il (in) successo scolastico di mio figlio adolescente”».
L’idea non è male…
Sanremo 2012
«Sono rimasta molto male nel leggere sul n. 4/2012 l’articolo “Sanremo 2012. Naufragando a vista”. Sono rimasta male perché ne avete parlato male, ancora prima. Io l’ho visto quasi tutto e vi garantisco il mio parere positivo, a parte quei due stupidotti ex iene che sono stati super volgari, ma che per fortuna non ho visto. Non mi sembra evangelico criticare e giudicare prima di aver visto».
Cara Loredana, non entro nel merito dell’edizione 2012 del Festival, sul giudizio del quale penso si debba applicare il motto de gustibus disputandum non est. Accetto invece la tua notazione sulla “critica preventiva”. Per esigenze di programmazione (siamo un quindicinale, c’è il rischio di arrivare sempre troppo presto o troppo tardi!), questa volta abbiamo fatto una scelta che non si è rivelata felice.
Cavie
«L'Unione europea vuole finanziare un programma per trovare alternative efficienti e poco costose alle cavie animali nella ricerca su nuovi farmaci. In primis con embrioni umani, considerati così meno degni di tutela dei topi. Un vero e proprio controsenso filosofico e morale. La ricerca sulle cellule embrionali umane non ha prodotto alcun ritorno economico nonostante gli ingenti investimenti, affermano gli studiosi in materia. A fronte di questi risultati deludenti le multinazionali premono per aver capitali pubblici. Così si ha la statalizzazione degli investimenti e la privatizzazione dei profitti, ottenibili dalla brevettazione delle eventuali scoperte di nuovi farmaci.
«Qui non si tratta di studiare cure per gravi malattie come Parkinson, Alzhaimer, cecità o altro. Tutt'altro. L'obiettivo del progetto “Esnats” è di sviluppare una nuova piattaforma di test di tossicità fondata su cellule staminali embrionali umane, per accelerare la realizzazione di farmaci, ridurre i costi di ricerca e sviluppo e proporre un’alternativa ai test su animali. L'aspetto bioetico viene così liquidato affermando che gli embrioni umani congelati “sarebbero stati distrutti comunque”. In ogni caso la vita fin dal suo inizio è indisponibile, inalienabile».
La ringrazio per la sua lettera. C’è molta ideologia nel dibattito sulle cellule staminali embrionali, che sembrano la panacea per ogni male, mentre molto poco si dice degli straordinari successi medici con le cellule staminali adulte.
Gay
«Giorni fa, accendendo il televisore per caso, mi son trovato ad assistere a un dibattito sui gay; alcuni in modo acceso sostenevano essere giusto considerarli esseri umani come gli altri e quindi essere trattati come tutti e aventi gli stessi diritti. Siamo perfettamente d’accordo, in quanto Gesù è venuto per tutti: bianchi, neri, gialli etc. Nel dibattito è intervenuta una persona cattolica che ha fatto rilevare che Dio ha creato l’uomo e la donna fisicamente diversi per unirsi in matrimonio e per l’eventuale procreazione. Mi sembra che si voglia ancora discutere su un argomento reale che tutti conosciamo perfettamente e si voglia parlarne, come se non ci fosse nulla da fare. Chi proibisce a due uomini o a due donne di vivere insieme, creando anche davanti a un notaio una società, aventi lo stesso diritto sui loro possedimenti, i loro redditi o altro? Mi sembra però assurdo, direi ridicolo, parlare di matrimonio. Non abbiamo detto che due esseri umani si sposano in quanto diversi fisicamente e per eventuale procreazione? Cosa possono procreare due uomini o due donne? Chi ci capisce è bravo».
Lettera firmata
Non è in poche righe che si possono affrontare tematiche così controverse come quelle sulla omosessualità. E non lo farò certo in queste righe. Vorrei solo sottolineare come da qualche tempo sulla rivista stiamo pubblicando alcuni interventi sull’argomento, visto da diversi punti di vista, in spirito di ascolto e di rispetto civile, oltre che evangelico, per portare il nostro piccolo contributo scottante. Anche i nostri lettori partecipano al dialogo, e ne siamo felici.
Giallo in Vaticano
«Ho letto l'equilibrato articolo “Giallo in Vaticano” di Paolo Lòriga e i successivi commenti dei lettori. Premetto che ho trovato deprimente l'apparizione in una trasmissione televisiva di un dipendente laico del Vaticano, con viso coperto e voce camuffata, che si vantava di aver consegnato alla stampa documenti riservati con il preciso intento di gettare ombre sulla santa sede e sul papa.
«Personalmente sono sempre diffidente su quanto viene scritto sul Vaticano da ben noti giornalisti e organi di stampa. Oltre all'intento di screditare l'immagine della Chiesa nel mondo, c'è di mezzo anche il profitto; parlare di “misteri” o “scandali” in Vaticano è sempre redditizio».
Ho stralciato dalla lunga lettera del lettore – lo spazio è sempre tiranno – alcune riflessioni sullo Ior e sulla lettera al papa di mons. Viganò. Ho invece mantenuto quest’ultima affermazione sulla “redditività” degli scandali vaticani per chi ne scrive. È verissimo! Basta passare in libreria per scoprire quanti scrittori ne trattano, il più delle volte con poca e dubbia competenza. Serve molta precauzione, quindi, nel leggere le notizie riguardanti anche questi ultimi scandali finanziari in Vaticano. Anche se non si può negare che pure Oltretevere debba essere rimossa la «sporcizia» (citazione di Benedetto XVI) fatta di interessi particolari, spesso inconfessabili, di taluni personaggi.
Cancro al seno
«Ho appena letto l'articolo "Il cancro. La bellezza della luce", sul numero 6 del 25 marzo. Non mi è piaciuta per niente la foto a pagina 70. Non per un reggiseno in sé, no, quanto perché mi sembra inadeguata rispetto al messaggio che la protagonista dell'esperienza vuole trasmettere.
«Ho pensato alle donne che sono passate attraverso un'esperienza simile e, leggendo, possono aver “sofferto” davanti a un'immagine del genere che, a mio modo di vedere, non fa che sottolineare una menomazione della femminilità non di certo voluta e che spesso porta con sé implicazioni psicologiche tutt'altro che trascurabili.
«Avrei trovato quindi più appropriata una foto diversa, magari di una persona “malata” che, in mezzo alla gente con il suo bel turbante, sprizza gioia da tutti i pori perché ha trovato un senso nel suo dolore».
Ci sono alcuni argomenti per illustrare i quali le scelte sono poche e limitate. Soprattutto per una rivista come “Città Nuova” che desidera rispettare tutti ed ognuno, senza mai scadere nella volgarità o nel kitsch. Talvolta le scelte sono veramente difficili, in modo sempre crescente anche per i problemi relativi alle legislazioni sulla “privacy”. Illustrare un articolo sul cancro al seno non è cosa facile. La foto in questione, tra l’altro, è parte di una campagna di comunicazione del ministero della Salute per la prevenzione del tumore al seno. Pur avendo qualche perplessità, come lei ha segnalato, ci sembrava comunque che potesse portare un contributo all’illustrazione del difficile soggetto, perché comunque la malattia provoca spesso menomazioni gravi che hanno pesanti riflessi psicologici sulle pazienti.
Essere famiglia
«Carissimi tutti che rendete possibile la realizzazione della rivista, grazie per ogni riga, per le foto, la grafica, l’ampio ventaglio di argomenti trattati, tutto interessante! In particolare leggo sempre volentieri “Famiglia e società”; credo nella famiglia e sento che vada sostenuta in modo speciale; Città Nuova in questo dà sempre un la, lanciandola in alto».