La posta di Città Nuova
Le riviste chiudono
«Leggo su Avvenire: “Editoria, 100 testate a rischio chiusura. Allarme Mediacoop: senza aiuti oltre quattromila persone disoccupate. Questione di pochi mesi e l’Italia si ritroverà a essere meno pluralista e democratica”. Cosa ne pensate?».
Paolo Russo ‑ Lodi
Il problema è grave. La crisi imperante, l’aumento delle tariffe postali, la concorrenza della Rete, le nuove abitudini di lettura di giovani e meno giovani: tutto sembra congiurare contro la stampa periodica, soprattutto quella in abbonamento. Ne abbiamo già parlato tante volte. Quel che sottolinea Luca Liverani, l’articolista di Avvenire, è a suo modo drammatico: l’Italia si ritroverà tra poco meno pluralista, meno democratica. È un fatto che la crisi colpisce soprattutto gli organi di stampa della società civile, cioè quei “pensatoi-concreti” che contribuiscono al bene comune con voce libera. C’è chi si frega le mani.
Passaparola
«Mi piace proprio che la collana di libretti promossa da Città Nuova si chiami “Passaparola”. Perché la nostra editoria si propaga soprattutto attraverso il “bocca-orecchio”, attraverso la comunanza di sentimenti».
Pietro Scanu ‑ Iglesias
È proprio vero. In questo numero può trovare la pubblicità dei titoli del 2012.
Fondazioni e Islam
«Sette fondazioni statunitensi avrebbero finanziato con 42 milioni di dollari tutto quanto può incrementare la “paura dell’Islam” negli ultimi dieci anni. Lo dice il Center for american progress, che ha voluto impegnarsi nello studio dell’islamofobia. Vi sembra credibile l’accusa?».
Paolo Trabulzi
Cortona
Non solo plausibile, ma in difetto! La macchina che ha operato e opera per il discredito dell’Islam è all’opera da tempo (così come è all’opera la macchina per screditare il cristianesimo, e il cattolicesimo in particolare). Basti pensare alle teorie elaborate dall’American enterprise institute (Wolfowitz in testa), che hanno portato alle interminabili guerre contro gli “Stati canaglia”. Nel momento in cui la Chiesa promuove di nuovo lo “spirito di Assisi” (vedi i nostri editoriali alle pagg. 12-13), notizie come queste indicano che la strada da percorrere per un vero e proficuo dialogo interreligioso e interculturale è ancora molto lunga.
Censimento
«Ci sono due novità rispetto all’ultima rilevazione statistica del 2001: la prima riguarda i questionari online; la seconda che l’autocompilazione non avverrà più sotto l’occhio vigile di un addetto. E qui il mio pensiero va ai tanti anziani che non hanno alcuna dimestichezza con i mezzi telematici, per non parlare (nel caso optassero di recarsi presso i comuni) delle loro difficoltà logistico-temporali e, in più casi, precarie condizioni di salute. Sarebbe opportuno incrociare i molteplici dati che quotidianamente forniamo alla macchina statale per avere una fotografia aggiornata sulla popolazione, senza ricorrere al dispendioso strumento del censimento. In questo modo si eviterebbe anche di oberare di lavoro la macchina burocratica».
Franco Petraglia
Cervinara (Av)
Energia
«Ho letto con molto interesse il primo piano sull’energia del n. 15/16. Mi ha meravigliato l’assenza di un cenno alle ottime prestazioni energetiche, a bassissimo costo, di una “cella a fusione fredda”, dichiarate dall’ing. Rossi e dal prof. Focardi dell’università di Bologna. La Rai le ha dedicato una bella trasmissione, relegata su Rai news, in un pomeriggio dello scorso agosto. Per quanto ne so, gli altri media non ne parlano assolutamente: timore di passare per ingenui? Disinformazione? Protezione di enormi interessi economici in gioco? Se, a posteriori, dovesse saltar fuori che non si tratta di una bufala, dovrei confermare la sensazione che in Italia anche ciò che è positivo trova un terreno assolutamente arido».
Geo Banfi
Abbiamo già riportato, sul “Riparliamone” del numero 17/2011, l’opinione di un lettore che sottolineava la notizia sulla presunta “fusione fredda” a Bologna. Il risultato sembra interessante, ma aspetta ancora di essere replicato, e soprattutto compreso nelle sue caratteristiche, in altri laboratori nel mondo. Staremo a vedere.
Meno parlamentari
«Si parla sempre più spesso della riduzione dei parlamentari. Non ho ben presente quale dovrebbe essere il loro numero per risparmiare sui costi e nello stesso tempo mantenere un rapporto elettori-eletti-governo sufficiente.
«Un po’ di timore me lo fa anche il Senato delle regioni, non perché sia da scartare, ma perché se non è fondato su una vera solidarietà e con l’animo rivolto all’unità nazionale rischia di complicare le cose».
Pino ‑ Genova
Il Parlamento italiano, lo abbiamo spesso ripetuto, non riesce a varare riforme che appaiono sempre più necessarie. Eppure a Montecitorio e a Palazzo Madama sono depositate numerose proposte di riforma. Temiamo purtroppo che l’attuale turbolenta fase politica faccia ulteriormente rinviare il problema. Riguardo al numero di deputati e senatori, non esiste una cifra precisa definibile come equilibrata: è la discussione parlamentare che dovrebbe trovare la giusta soluzione, in ogni caso riducendo l’attuale dimensione eccessiva delle due camere. Così come dovrebbe dare concreta prospettiva a un eventuale Senato delle regioni, sul quale non si dovrebbero avere aprioristiche idee negative, visto che alcuni Paesi europei hanno già adottato tale soluzione con buoni risultati.
Berluscoleghismo
«Quel che ha fatto veramente male, in tutti questi lunghi anni, è la convinzione maturata in molti di noi che la Chiesa abbia appoggiato il “berluscoleghismo”. So bene che una parte della Chiesa non ha mai condiviso questo supporto e fortunatamente c’è stato il Concilio, per cui molti cattolici riescono, nello stesso tempo, a essere cattolici e capaci di discernimento. Altrimenti ci sarebbe stata la stessa acquiescenza di massa che ci fu durante il fascismo. Questa è ormai una società allo sbando, in cui non ci sono più valori di riferimento (altro che “valori non negoziabili”!)».
Lucio Croce
«Condanno le corruzioni d’ogni genere che deturpano il mondo politico italiano. Anche quelle del centrodestra, che raccoglie il mio voto, ma senza dimenticare quelle della sinistra. Posso ricordare l’ex presidente della provincia di Milano e i suoi affari a favore del partito? Posso indicare i comportamenti immorali di tanti uomini di sinistra? Posso mai dimenticare le leggi contro la vita propugnate dagli zapateristi rossi italiani? Cerchiamo l’immoralità ovunque, non solo da una parte, per favore!».
Giuseppe Gargiulo
Ancona
«Chi con ampolla padana e verdi armate minaccia la fine dell’unità d’Italia! Chi da ville dorate o case non pagate impone incubi e sacrifici agli altri! Chi circondato da faccendieri e mercenarie vanta prestazioni sessuali! Sul teatrino della politica gli eletti prendono in giro gli italiani onesti che con quotidiana fatica reggono questo tormentato Paese. A loro va il ringraziamento di tutti. Essi hanno memoria di dove portò e potrebbe di nuovo portare l’esasperazione. Il sangue di ogni vittima sui fronti contrapposti di odio e di rabbia è stato e sarà sempre dello stesso colore. Questa cupa memoria è il doloroso antivirus contro un’analoga deriva che qualcuno desidera. Può scapparci il morto? A Lampedusa, nei cantieri della Tav, dinanzi al Parlamento, nelle fabbriche, nelle piazze, nelle scuole? Oltre a quelli che muoiono ovunque per lavoro nero, droga, criminalità organizzata e diffusa, omicidi stradali, malasanità, disperazione, fame. Dove? Gli “eletti” continuino a discettare in televisione, senza percepire l’assenza del convitato di pietra, la nostra Costituzione, che ricorda: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”».
Ennio Di Francesco
Pubblichiamo – accorciate! – solo alcune delle numerose lettere giunte in redazione che stigmatizzano con parole dure la classe politica italiana, da prospettive non sempre coincidenti. Sono indubbiamente un segno del grave malessere degli “italiani onesti”. Lasciamo ovviamente ai lettori la responsabilità di quanto scritto, ricordando che in momenti di virulenza politica e mediatica si rischia di far di tutte le erbe un fascio, dimenticando i tanti onesti che pur popolano Parlamento e amministrazioni locali. È invece il momento di sostenerli con coraggio e, direi, ostinazione. Inoltre, appare sempre più evidente come si debba poter eleggere i nostri rappresentanti, scegliendoli uno ad uno: con una nuova legge elettorale.
Solo grazie
«Vorrei dirvi tante cose belle suscitate dai vostri scritti e a volte col pensiero vi parlo. Posso solo immaginare l’enorme lavoro (fisico e spirituale) che fate per il giornale. Un grazie profondo e di cuore».
Angela Gandini