La Posta di Città Nuova

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Incontriamoci a “Città Nuova”, la nostra città

 

Valori umani universali

 

Conosco Citta Nuova da molti anni, per l’esattezza 23, ovvero da quando mi sono sposato. Lucia, mia moglie, era già nel Movimento dei focolari mentre io credo in alcuni valori umani universali come l’amore, la libertà, la giustizia. I primi anni leggevo solo qualche articolo occasionalmente, ma nel tempo sono diventato il vero lettore della nostra famiglia; spesso segnalo degli articoli a Lucia, che troppo impegnata su vari fronti, oltre ovviamente al lavoro, la casa e i tre figli, non ha molto tempo per la lettura.

 

Addirittura ad una recente cena organizzata per far conoscere Citta Nuova, un amico impegnato nel movimento, che non poteva essere presente, mi ha chiesto di sostituirlo per presentare il sito web e la pagina di Facebook “Gli amici di Città Nuova” che cura un amico di Pisa. Perché – mi sono chiesto –, lo chiedono proprio a me? Ma poi la stima che ho per Città Nuova mi ha spinto a dire a tutti che merita sostenerla, per la qualità e varietà degli articoli che solo in parte hanno temi religiosi o riferiti alla spiritualità del Movimento dei focolari, e spaziano dall’attualità, ai grandi temi riguardanti l’uomo, alla cultura, lo sport, l’arte…

 

Mi ha colpito sapere che gli articoli più importanti sono condivisi dall’intera redazione, fatto più unico che raro che comporta un ulteriore impegno ai giornalisti. Inoltre le corrispondenze dall’estero sono quasi sempre il frutto di collaborazioni con persone che vivono sul posto (che differenza con la emittente nazionale dove il giornalista a Nairobi ci parla della guerra civile in Costa d’Avorio!). E poi per andare incontro alle fasce d’età più giovani, che sempre meno leggono su carta, ha mandato in linea il sito web.

 

I ritorni sono stati positivi e ora mi chiedono di raccontare qualcosa in merito ad un prossimo incontro… Beh, la vita è proprio strana. Concludo dicendovi che il giornale nel complesso mi piace per lo stile pacato, ma allo stesso tempo fermo, anche se, per quanto ovvio, non sono sempre d’accordo; e la proposizione di valori e modelli di vita alternativi a quelli imperanti nella nostra società. In particolare mi piacciano gli articoli sui temi d’attualità, i reportage dall’estero (a volte da luoghi di cui si ignora l’esistenza), e l’esperienze di singoli o gruppi. Grazie, continuate così.

Maurizio – Lucca

 

 

Dopo il tradimento

 

«L’articolo “Dopo il tradimento” a cura di Meazzini pubblicato sul n. 7 parla della ripresa di una buona vita di coppia, appunto dopo un tradimento, come uno sbocco faticoso e difficile sì, ma in fondo normale o comunque ben possibile. Credo che per una persona tradita sia possibile perdonare pur con tanto dolore e fatica, e quindi essere attenta, premurosa, pronta a dare anche più di prima, amare l’altro, come vuole Gesù.

«Ma una cosa è il perdono; e una più complessa è il rapporto di coppia che è formato anche da altri fattori: la fiducia incondizionata, l’abbandono totale, l’intimità degli anni, l’intesa profonda. Come possono rinascere dopo un tradimento? Solo se il coniuge che ha tradito è profondamente pentito il rapporto può rinascere, credo.

 

«Mio marito ha avuto una relazione abbastanza lunga in Internet, che ha troncato, con molta riluttanza, solo quando io l’ho scoperta. In fondo non ha mai rinnegato quella esperienza, limitandosi a minimizzarla e a sorvolare sui tanti inganni e menzogne di quel periodo. Con l’animo devastato, ho perdonato e sono ritornata quella di prima, anzi, ora sono molto più premurosa e decisa a vivere bene il nostro rapporto. Ma dentro di me qualcosa si è frantumato».

Lettera firmata

 

Ogni coppia ha una sua storia unica e irripetibile, di fronte alla quale bisogna mettersi in silenzio e ascoltare. Anche nel suo caso. Cara lettrice, abbiamo pubblicato la testimonianza da lei citata proprio in questo spirito di ascolto e di condivisione. Il bene è contagioso, in modo più duraturo del male.

 

La festa della mamma

 

«La festa della mamma nacque in Usa nel 1907. Nel 1914 fu ufficializzata e quindi fu deliberato di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine. Questa festa, dal punto di vista psicologico, è molto importante e significativa per i bambini-figli, perché li aiuta a tener viva dentro di sé la figura della mamma, cosa di cui hanno estremo bisogno per una crescita morale-educativa-affettiva».

Franco Petraglia -Cervinara (AV)

 

Concordo con lei, anche se ci sono tante famiglie nelle quali non si festeggia la mamma in un giorno particolare, ma tutti i giorni. Il che è meglio ancora.

 

La mia collega di stanza

 

«Sono un’assidua lettrice di Città Nuova e vorrei raccontarvi una piccola esperienza. Da quando, circa trent’anni fa, cominciai a proporre la rivista alla mia collega di stanza, ricevetti sempre una risposta negativa, con la scusa che non aveva tempo per leggere. Ogni mese, però, le offrivo il foglietto della Parola di vita. Lei lo accettava sempre, ringraziandomi e quando mi capitava di dimenticarlo, mi chiedeva: “Ma questo mese non me la dai?”. Un anno fa, andammo tutte e due in pensione. Un giorno ci incontrammo a casa mia e mentre preparavo il pranzo, lei cominciò a sfogliare Città Nuova, l’apprezzò molto e mi disse che le interessava. Così le chiesi se era contenta di abbonarsi e inaspettatamente mi disse di sì. Quest’anno, lei stessa alla scadenza, mi ha chiesto di rinnovarlo e mi ha confidato di leggere tutti gli articoli del giornale, dall’inizio alla fine! Forse una goccia della vita evangelica che voi trasmettete è entrata nel suo cuore e i frutti si stanno vedendo».

Lettera firmata

 

Capita quasi sempre che l’abbonamento nasca solo dopo il consolidamento di un rapporto. Non è un caso: “Città Nuova” è un rapporto.

 

Pubblicità Eni

 

«Ho letto sul n. 5 di Città Nuova la lettera relativa alla pubblicità dell’Eni. Non voglio entrare nel giudizio che il lettore dà sulla società e sul suo modo di agire in quanto, come dipendente di questa, potrei sembrare di parte. Ma cosa intendiamo veramente per società “etica”? Dove finisce l’operato giustificato dal solo interesse (pubblico o privato) e dove inizia la responsabilità sociale di impresa “giusta”? L’Eni lavora in Paesi gestiti da dittatori e finanzia ricerche contro la malaria, perfora in mari e foreste di mezzo mondo e costruisce scuole nelle steppe e nelle giungle…

 

«La tendenza a criticare la grande società, specie se multinazionale, è un luogo comune che, a volte, porta ad ignorare la realtà delle situazioni. Nel mio lavoro ho a che fare giornalmente con argentini, libici, francesi, giapponesi… Altre persone vivono per fare carriera e vedono come unico obiettivo l’aumento di categoria, in modo quasi fantozziano. Ma sono le persone e lo spirito che le anima che le differenzia, non la società ove lavorano.

 

«Il vero discorso “etico” sarebbe: come utente e utilizzatore del prodotto rinuncio alla vita di benessere, alla doppia auto, al cellulare, alla playstation per una scelta di vita più ecologica, pauperistica, modesta e vicino alla natura.

«Credo che vada ricordato che quando si lavora nei Paesi esteri, il problema maggiore è la distribuzione degli utili che spesso si fermano all’interno di dirigenze locali corrotte e oligarchiche che rendono la ricchezza del Paese una maledizione per lo stesso. Il potere può essere usato per il bene o per la sopraffazione ma è sempre l’uomo che ha la possibilità di scegliere».

Stefano Mazzoni

 

Grazie per questa lettera garbata e acuta, che continua il dialogo su un argomento non secondario. Non servono massimalismi nel dialogo.

 

Riforma della giustizia

 

«Ritengo che il disegno di legge varato dal governo sulla riforma della giustizia non apporterà alcuno di quei benefici che il mondo dell’amministrazione della giustizia richiederebbe (ad esempio la riduzione dei tempi dei procedimenti giudiziari), e soprattutto porterà con sé il serio rischio di allungare, nei fatti, la mano del governo sull’opera della magistratura. In tutto questo contesto, anche l’eventuale introduzione di quella che è stata definita la “prescrizione del processo” rappresenterebbe certamente una “non-giustizia” piuttosto che una “giustizia” (anche se, da avvocato, ammetto che sarebbe una previsione professionalmente ben accetta).

 

«E tuttavia queste considerazioni non possono far dimenticare che nel nostro ordinamento l’art. 111 della Costituzione prevede l’attuazione del “giusto processo in condizione di parità tra le parti”. Perché questa “condizione di parità” tra le parti, che è presupposto del “giusto processo”, non è affatto garantita dall’unicità delle carriere dei magistrati; né è attuata dalla evidente disparità di poteri e strumenti tra magistratura inquirente e difesa, posto che – ad esempio – le investigazioni difensive sono considerate dalla giurisprudenza con estremo sfavore.

«In conclusione, sebbene le proposte sul tappeto non vadano nella direzione che sarebbe auspicabile, qualcosa deve certamente essere attuato perché i princìpi fondamentali in tema di giurisdizione non rimangano solo sulla carta ma divengano effettività quotidiana».

Avv. Agostino Bighelli

 

Anche a proposito della lettera dell’avvocato Bighelli vale la stessa considerazione fatta per la mail del dott. Mazzoni: discutiamo di tutto, anzi dialoghiamo su tutto, rispettando le rispettive posizioni, senza preconcetti, entrando nel merito dei singoli argomenti. Di questo atteggiamento l’Italia ha un gran bisogno! Queste pagine sono fatte proprio per questo.

Capiamo la sua posizione, ma la questione giustizia è così complessa che avrebbe bisogno di un dibattito parlamentare libero da contrapposizioni frontali. Cosa che in questo momento non avviene, il che non garantisce che le nuove leggi fatte a colpi di maggioranza siano migliori delle precedenti e rispondano ai veri bisogni della giustizia.

 

Testamento biologico (mail)

 

«È indubitabilmente disgustoso sapere che importantissimi e fondamentali interessi dei cittadini di questo Paese, possono essere scambiati con profittevoli vantaggi elettorali. Così appare anche per il testamento biologico, che pur essendo sicuramente una severa e civile necessità, nel momento in cui entra in campo durante la campagna elettorale dà l’idea che lo si faccia per interessi “di scambio”.

«La condivisione della regola posta a tutela della vita è fuori discussione quando si conferisce all’esistenza terrena un valore indisponibile. Ciononostante, è indegno che si operi sopra la ragione degli altri e soprattutto sfacciatamente solo per interessi meschini che esulano dal merito dell’azione intrapresa. Macchiavelli è nel voto. Io trovo riprovevole che il fine sia giustificato dai mezzi e imputo a chi pratica queste congetture l’incapacità di porsi a guida morale».

Olitta

 

Certamente c’è chi specula sui “valori” in tempi elettorali per accaparrarsi i voti degli uni o degli altri. Purtroppo anche in questi giorni la commistione tra i due piani è stata evidente. Tanto più che tutti i partiti sono colpevoli: dopo la morte di Eluana, il 9 febbraio 2009, tutti convenivano sulla necessità di legiferare, ma due anni non sono stati sufficienti per arrivare a una conclusione. E pensare che il Parlamento non è che sia oberato di lavoro di questi tempi!

 

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