La Posta di Città Nuova

Dialogare è necessario

 

«Nello stesso giorno ho sentito tre notizie incoraggianti. Due dall’Italia, la terza dagli Usa. Prima: all’apertura dell’anno giudiziario, il procuratore generale ha aperto spiragli di dialogo con l’esecutivo e col Parlamento. Seconda: la Fiat ha accettato di sedersi ad un tavolo per discutere di Termini Imerese. Terza notizia: a Baltimora Obama ha accettato, nei locali di una piccola impresa in difficoltà, di discutere di economia con un’agguerrita platea repubblicana, in diretta tv.

«Evviva per i timidi segnali di dialogo dei due primi dispacci d’agenzia. Ma perché in Italia non si può immaginare che il premier sieda di fronte a una platea del Pd a discutere di cose e di fatti, non degli slogan, solo cibo della politica nostrana?».

Paolo Bo – Vigevano

 

Quando la nostra politica smetterà di eccedere in personalismi eccessivi e rimetterà al centro il bene comune, forse si potrà assistere al miracolo da lei auspicato.

 

 

 

Il palinsesto Radiorai

 

«Cambia chi siede sulle poltrone del servizio pubblico e in poche settimane vogliono mettere la loro impronta sui palinsesti, ossequiando i potenti di turno e dimenticando quanto di buono, professionalmente parlando, avevano fatto i loro predecessori. È quello che accade in queste settimane sulla Radio della Rai, sui tre canali. I riferimenti più graditi ai radioascoltatori sono spariti, la qualità dei nuovi entrati lascia a desiderare non poco, soprattutto in campo giornalistico. Ma con chi protestare?».

Franca Roselli – Roma

 

Vada sul sito della Rai e faccia presente la sua protesta. Io e altri colleghi l’abbiamo già fatto, da semplici cittadini.

 

 

 

Che stipendi!

 

«Leggo che mediamente i dipendenti della Regione Sicilia ricevono stipendi del 38 per cento superiori a quelli degli statali. Ma che la loro efficienza è inferiore del 44 per cento. Indignata sono!».

Rita Ratti – Teramo

 

Gridare allo sfascio non risolve nulla. Ma talvolta bisogna levare la voce. Anche per una questione di giustizia.

 

 

 

Vita e giustizia vanno difese

 

«Condivido quanto ha detto mons. Crociata recentemente, il 29 gennaio scorso: i politici si possono dire cattolici se difendono, congiuntamente e inseparabilmente, famiglia e vita da una parte e giustizia sociale dall’altra. Mi ritrovo in questa simultanea difesa dei più deboli, dall’inizio alla fine della vita e per tutta il corso della loro vita. Non solo all’inizio e alla fine».

Giulio M. – Paola

 

 

 

Un testamento cristiano

 

«Ultimamente abbiamo constatato come al Grande fratello abbiano tollerato volgarità e persino bestemmie. Ma anche alla Rai non scherzano. Apprendiamo che alla prossima edizione de L’isola dei famosi é stato invitato il discusso Aldo Busi, noto per le sue volgarità. Visto e considerato che la Rai è un servizio pubblico, pagato da noi utenti, mi domando se è giusto sentirci offendere continuamente. Se non erro, esistono dei regolamenti che impongono il rispetto per l’utente e il suo comune sentire. Perché non vengono rispettate? Vi sarei grato se poteste pubblicare gli indirizzi-mail e numeri telefonici di Mediaset e Rai dove poter indirizzare le nostre opinioni».

Loris Bianchi

 

I numeri da lei richiesti e le relative email (per ogni programma) li trova sui siti www.mediaset.it e rai.it. Un consiglio: non accenda la televisione per programmi che non le aggradano. Sappia che ogni anno circa mezzo milione di italiani, se non di più, abbandona la tivù generalista, cioè Mediaste e Rai. Per migrare sui satelliti o su Internet.

 

 

 

Poeta, e che poeta!

 

«Giuseppe Caccamese scrive poesie da tanti anni e una raccolta di queste è stata stampata a sue spese lo scorso anno per gli amici. In questa raccolta è compresa la poesia qui di seguito. Ha avuto assegnato un premio speciale al concorso nazionale di poesia e narrativa Kriterion ad Avellino, nell’edizione 2004.

«L’importanza delle piccole cose e dei piccoli gesti riecheggia anche in questa poesia. L’autore lavora come giardiniere presso l’università di Catania, pratica da tanti anni judo. Ama fotografare scenari della natura. Svolge occasionalmente attività teatrale. Ha partecipato a vari corsi di ceramica decorata a smalto esponendo in più occasioni le sue opere. È una persona down.

«“L’amicizia è infinita, immensa/ e non si può comprare./ Non si può digitare sulla tastiera di un computer/ neanche del mondo intero./ Con tutto il suo tesoro immenso,/ i nostri sentimenti, i nostri sogni,/ i nostri desideri, i nostri problemi./ Noi non ci possiamo fare comprare dal migliore offerente./ L’amicizia è grande come le stelle,/ il mare, il sole, il fuoco,/ come la sabbia e il tramonto”. Giuseppe Caccamese».

Lettera firmata

 

Grazie Giuseppe, sei forte!

 

 

Immigrazione e disistima

 

«Quando devo andare in un Paese anche del Terzo mondo devo rispettare alla lettera visti e vaccini. In Italia, negli ultimi 20 anni (sanatoria Martelli-Dini-Turco, Napolitano-Bossi-Fini, etc) circa tre milioni di stranieri sono entrati in Italia fregandosene di chiedere prima il permesso. Sanare significa di fatto legittimare moralmente tale comportamento.

«Chi concepisce i popoli del mondo alla stregua di pacchi postali da spostare per la bisogna economica e i territori alla stregua di discarica/serbatoio di fatto attua una politica negriera, colonialista e di pulizia etnica.

«Credete veramente che basti arrampicarsi sugli specchi di una visione ideologica della società di stampo progressista quando dite: “È il travaglio necessario per assistere alla nascita di un nuovo popolo”? I fatti bisogna avere il coraggio di chiamarli col loro nome. Con la più profonda delusione e disistima per il vostro movimento».

Luca Colli

 

Caro sig. Colli, nonostante la sua proclamata disistima, crediamo che il fatto stesso di averci scritto sia segno di un suo interesse per quanto andiamo dicendo e scrivendo. E di questo gliene siamo grati.

Sul merito posso solo ribadire che la nostra posizione, in questo assolutamente coincidente con quanto affermano personaggi ben più autorevoli di noi, a cominciare dagli ultimi quattro papi, è conforme agli inviti del Vangelo. Né più né meno.

Su una cosa le do ragione: l’immigrazione va gestita con intelligenza, leggi e comportamenti adeguati. Ma mi preme un’ultima domanda: crede che nel periodo del colonialismo noi italiani abbiamo chiesto il permesso agli interessati prima di invadere le loro patrie?

 

 

In quest’Italia io ci credo

 

«Mi è piaciuto “Il punto” del n° 23, nel quale – a mio avviso con coraggio giornalistico – metti in luce un’Italia diversa da come spesso ci viene raccontata. Io in questa Italia ci credo, perché vedo molti italiani che, magari in silenzio, costruiscono brani di fraternità nei luoghi dove vivono, lavorano, si incontrano. Sono magari piccole cose, che non cambiano il mondo, ma un po’ alla volta cambiano un rapporto, un ufficio, una redazione, una famiglia. Per questo il tuo editoriale, anziché “Il punto”, per questa volta mi piacerebbe chiamarlo “Due punti”: perché da qui, da questa fiducia iniziale, inizia l’umanità nuova».

Stefano Pavan

 

 

Una rivista agile, moderna, accattivante

 

«Ho ricevuto il primo numero del 2010. Che bello! Questa nuova veste mi piace molto e credo incontrerà la simpatia degli abbonati. Mi pare di avere tra le mani una rivista nuova. Moderna, agile, con una grafica accattivante, belle immagini. Oggi poi sono andata per la prima volta sul sito. Grazie per questa fatica che immagino sarà stata tanta, ma le buone idee, la professionalità e soprattutto l’unità hanno prodotto frutti “belli e buoni”».

Delfina Giribaldi

 

 

La lettera di un gruppo di lettori

 

«Carissimi, nel nostro gruppo abbiamo avuto una gradita sorpresa: Città Nuova… “nuova”! Che dirvi? Una sensazione bellissima. Ancora complimenti per l’ampiezza degli argomenti sempre sostenuti come da un ritmo musicale che invita a leggere “avidamente”. Alberto Dorcier

«Sono d’accordo al cento per cento con Alberto. Bruno

«Siete splendidi! Questo nuovo formato mi sembra un modo molto moderno per fa penetrare il Vangelo dentro questa frastornata gente italica. Salvatore

«Ho ritrovato Città Nuova, quella che mi ha fatto conoscere l’Ideale dell’unità 35 anni fa. Grazie! Giannino

«Vi ringrazio per il continuo amore che ci dimostrate anche con Città Nuova, rinnovata. Mario

«Sono molto vicino a voi; dopo un periodo di malattia sono a casa. Grazie. Giulio».

 

Confesso che ci stiamo commuovendo in redazione per i tantissimi attestati di stima e per i ringraziamenti che riceviamo. La maggior gioia ci viene dal fatto che ci rendiamo conto che la rivista non è nostra, cioè dei redattori, ma di un vero, piccolo popolo.

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