La posta di Città nuova

Mamma e papà due modelli complementari In un approfondimento di Repubblica su Dweb, dal titolo Mamma + Mamma: in sintesi, gli articoli vogliono dimostrare che non c’è nulla di strano (se non le convinzioni radicate nella società) nel fatto che un bambino possa essere adottato e possa crescere con due genitori dello stesso sesso… non vi nascondo che sono rimasta inorridita: c’è il tentativo di rendere normale e conveniente una situazione anormale e moralmente sconveniente, attraverso dei presunti risultati scientifici. Di questi, però, nel sito non c’è traccia… Io non ho fatto studi approfonditi di psicologia infantile e adolescenziale, ma da quel poco che ho appreso, l’identità di un ragazzo viene a configurarsi come un processo di confronto e identificazione con due modelli differenti, quello paterno e quello materno; quando manca uno dei due, si palesano nel bambino delle carenze a livello affettivo, psicologico e comportamentale. Mi sbaglio? Potete darmi qualche indicazione, questa volta veramente scientifica?. Ivana Pampalon Non credo ci siano indicazioni scientifiche consolidate a riguardo degli esperimenti mamma + mamma. Quello che sicuramente esiste, al di là del fumo ideologico, sono migliaia di anni di esperienze che insegnano, come dice lei, che il bambino per una crescita equilibrata ha bisogno di due modelli complementari. Diversità è ricchezza. Anche gli imballaggi inutili inquinano Insieme alle istituzioni politiche, alla malavita organizzata e allo scarso senso civico, che sono i principali accusati della situazione di degrado in cui versa la Campania, vorrei regalare un grosso pezzo di carbone anche a molte aziende alle quali si deve il continuo aumento delle dimensioni dell’imballaggio di cibi, cosmetici, accessori e quant’altro compriamo ogni giorno. Le mele del supermercato ci vengono servite in un elegante (e non riciclabile) vassoio di polistirolo, le creme sono confezionate in un prezioso barattolo contenuto in una scatola, avvolta in un velo di plastica e inserita in un sacchetto anch’esso di plastica. Siamo stati educati a disprezzare la potabilissima acqua dei nostri rubinetti in favore di ingombranti bottiglie prodotte, trasportate e smaltite con gravi costi ambientali. Tuttavia alcune aziende hanno trovato soluzioni originali. Tra queste un’azienda cosmetica è riuscita ad eliminare totalmente l’imballaggio da prodotti tradizionalmente imbottigliati, minimizzandone l’impatto ambientale. Questo dimostra come soluzioni attraenti e sostenibili siano possibili. Elena Strano – Milano Il rilievo sul sovradimensionamento degli imballaggi non è nuovo. Oggi, purtroppo è attualissimo. Lo evidenziano inconfutabilmente le riprese televisive che quotidianamente ci mostrano chilometri di rifiuti accatastati lungo le strade della Campania, dove le scatole costituiscono una buona parte dell’ingombro. Di qui l’invito a privilegiare i prodotti senza imballaggio o, almeno, con imballaggi ridotti all’essenziale e riciclabili. Di fatto si ha sempre più netta l’impressione che a protestare sono tutti pronti. Ma a prendere sul serio le raccomandazioni riguardanti la raccolta differenziata, ben pochi ancora pensano. Benigni e il V canto dell’Inferno Non sempre sono d’accordo su tutto. Per esempio mi sembra eccessiva la valutazione del Benigni da parte di Bianco (vedi Città nuova n. 24 a pag. 68). Il V Canto dell’Inferno è un canto di sofferenza per l’amore male indirizza-) to, è il mea culpa di Dante, è il suo ripensamento sulle teorie poetiche del Medioevo. Che il comico sia intelligente, capace di emozioni e di suscitarne non c’è dubbio; ma l’amor che a nulla amato amar perdona non è il paradigma della reciprocità, bensì riconoscere all’amore ogni diritto; nel caso di Francesca, di accettare l’amore adultero. I detrattori dell’attore sono anche serie persone che hanno dedicato amore e impegno alla comprensione della Divina Commedia, possono anche sentirsi mortificate dall’incontrollata esuberanza di Benigni. Ho amato Dante e ne ho studiato canti a memoria e lo ho insegnato con viva partecipazione, prima che se ne impadronisse un attore sul palcoscenico. (Il mio giudizio può essere un po’ deformato dal fatto che non mi piacciono i comici). Francesca de’Manzoni Boschini Verona Secondo lei, gentile signora Boschini, il fatto che Benigni faccia apprezzare il divin poeta a tanta gente, anche giovani, che altrimenti non ne leggerebbero nemmeno una riga in vita loro, è un fatto di poco conto? Certo, talvolta non va per il sottile, il focoso Benigni, e lei i comici non li ama. Ma le critiche che gli rivolge sono tuttavia pertinenti! I farmaci per il controllo delle nascite Nei prossimi mesi il dibattito sui vari farmaci utilizzati per il controllo delle nascite sarà molto acceso e ritengo utile avere idee chiare, conoscendo le differenze fra i vari farmaci. Sempre tenendo come punto di riferimento il rispetto per il concepito. La pillola estro-progestinica impedisce il concepimento, bloccando la liberazione della cellula uovo dall’ovaio e non permettendo al muco di divenire fertile per gli spermatozoi. La pillola del giorno dopo impedisce l’annidamento dell’embrione fecondato e ne determina la morte. La pillola RU 486 o pillola abortiva determina la morte di un embrione già impiantato. Per legge l’intera procedura deve svolgersi in ospedale. Segnalo anche che il Cytotec, disponibile nelle nostre farmacie, viene comunemente usato per l’aborto clandestino farmacologico in tutti i Paesi del mondo. Elena Ramilli, ginecologa Mestre La ringrazio per il suo contributo che, per problemi di spazio, abbiamo dovuto sintetizzare. La corretta informazione è essenziale per partecipare e dare un contributo consapevole al dibattito su questo tema che ci coinvolge tutti. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città Cosa leggo abitualmente della rivista Una nostra lettrice, 28 anni, di Gorizia, ci scrive una lunga lettera di cui pubblichiamo alcuni stralci. Ci sembrano infatti stimolanti l’analisi che fa della rivista, e anche qualche piccola critica. Per crescere, insieme, chi scrive e chi legge Città nuova! Quali parti della rivista leggo sempre? E perché. Il fumetto, non me lo perdo mai; la posta, che essendo scomponibile in singole domande e risposte, ho sempre il tempo di leggere; la Parola di vita, o comunque gli scritti di Chiara Lubich, che mi sembra si rivolga proprio a me, con quello che in quel periodo sto vivendo; Un fatto, una foto, perché ha uno stile immediato, si legge in pochi minuti e non si dimentica, al contrario di altri articoli di cui dimentico il contenuto; almeno uno dei tre editoriali: sono più interessata da quelli di Michele De Beni sui giovani e/o la scuola e da quelli di Luigino Bruni, il cui stile di scrittura concreto, chiaro, diretto, mi piace molto; la rubrica sui media, di cui leggo titoletti e trafiletti e le notizie che mi incuriosiscono di più; le rubriche Famiglia e società, la parte della rivista che preferisco, non ne potrei fare a meno! Mi piacciono tutte le varianti: vita in famiglia, domande allo psicologo, mondo bambino, mondo adolescente, a tu per tu con i giovani, psicologia familiare, vita di coppia. Vorrei che questa parte della rivista avesse più pagine, anche per poter dare la possibilità a chi risponde di approfondire di più la risposta…; delle testimonianze pubblicate in Dal Vivo ne leggo sempre almeno una, ma spesso anche le altre… non potrei immaginare Città nuova senza le esperienze; formato A4/Scrittura creativa mi piace: se c’è un contributo in prosa lo leggo sempre, la poesia mi attira di meno; del cinema, leggo sempre almeno una recensione. Leggo quelle dei film di cui ho sentito parlare, ma anche quelle di film che non conosco ma che mi incuriosiscono per il titolo e/o la foto; Educazione sanitaria/Domande al pediatra: questa rubrica mi piace molto, la trovo utile per la vita. Le risposte che preferisco sono quelle di Raffaele Arigliani, mi piace quello che scrive, dà non solo consigli medici, peraltro utili e chiari, ma anche suggerimenti e spunti sui rapporti con i bambini. Queste sono le parti che leggo sempre. Poi, ovviamente, in base ai numeri della rivista, scelgo anche altri articoli più lunghi e impegnativi, come quelli sull’attualità politica e gli aggiornamenti sulla vita del movimento… Una piccola critica: tante volte, leggendo gli articoli, trovo dei refusi.

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