La posta di Città nuova
Ancora sull’immigrazione Secondo me questi sventurati immigrati si debbono aiutare a sapersi gestire, sia politicamente che economicamente, a casa loro, ma in maniera seria. Purtroppo tutti gli aiuti internazionali dati ai Paesi sottosviluppati sono andati a finire nelle tasche dei vari satrapi locali ed in armi… Qui sta il punto: aiutare sotto rigido controllo internazionale con progetti mirati e fare un esame di coscienza sul nostro modello di sviluppo. Biagio – Trapani Penso si debba distinguere la necessità di aiutare con progetti mirati i Paesi da cui parte l’immigrazione, dalla necessaria accoglienza di chi viene da noi semplicemente perché certi lavori nessun europeo vuole più farli. Purtroppo, va detto, gli aiuti alla cooperazione internazionale diminuiscono sempre di più nei bilanci dei Paesi europei. Ormai rimangono quasi esclusivamente gli aiuti privati, quelli delle Ong, che hanno una efficacia certamente maggiore degli aiuti a pioggia, che troppo spesso, come lei dice, finiscono nelle tasche dei satrapi locali o nel commercio delle armi. Conveniamo con lei: serve quindi una maggior generosità, unita a una attenzione rigorosa nell’utilizzo dei fondi. Disabile e frustrata Vi scrivo per segnalare come ancora oggi per noi con mobilità ridotta (io sono in carrozzina) sia difficile potersi muovere e partecipare alle varie manifestazioni che si svolgono in giro per l’Italia a causa delle mai abbastanza deprecate barriere architettoniche. Purtroppo, per me che sono profondamente religiosa, è un grande cruccio dover constatare come su questo sia così poco sensibile la Chiesa. Purtroppo questa pseudocultura che ci vuole come esseri sofferenti, malati, bisognosi di aiuto dagli altri e spesso anche asessuati, non crea solo problemi pratici a chi, come me, non può accostarsi al suo rapporto con la religione trovando difficoltà spesso insormontabili, ma è sicuramente motivo di distacco da parte di tanti che vorrebbero avvicinarsi. Lorena Rosini – Alcamo (Tp) Sulle prime la sua lettera può sorprendere perché, alla sequela di Cristo, la Chiesa ha sempre avuto uno sguardo di predilezione per i sofferenti. La storia lo documenta ampiamente e le nostre contrade sono piene di istituzioni religiose sorte con questi scopi. Ultimamente, poi, gran parte delle chiese sono state dotate di accessi che agevolano il superamento delle barriere architettoniche. Tuttavia il suo disagio al fondo contiene qualcosa di vero. Forse gli inviti dal pulpito ad una accettazione della sofferenza non sono corroborati da altrettante sollecitazioni alla condivisione da parte di chi sta bene. Tuttavia il consiglio che vorrei darle è di buttarsi nella mischia e palesare nelle situazioni concrete il suo disagio. Qualcuno certamente la noterà e probabilmente la capirà. Sui risciò del Paradiso Kitty Wolff Cocco, nostra affezionata collaboratrice, che ha curato per Città nuova la pagina dedicata al dialogo interreligioso, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e dignità, è giunta in Cielo. Siamo vicini alla famiglia, al marito Pietro Cocco, amico e giornalista della Radio Vaticana, oltre che nostro collaboratore, e ai figli Irene e Giovanni. Non dimenticheremo Kitty, figura poliedrica, californiana di origine, una persona innamorata del mondo e di Dio, appassionata di tutto quanto aveva come vocazione quella di avvicinare le genti, le etnie, le religioni. Di creare pace. L’immaginiamo ora sui risciò del Paradiso, lei che tanto amava l’India, al punto da procurarsi anni fa una casa a Varanasi, la città santa sul Gange. Anche lassù appassionata… La redazione Meglio i fumetti d’arte In riferimento alla domanda Vi piacciono i fumetti? posso dire di sì. Ma preferisco i fumetti d’arte. Ne ricordo alcuni apparsi su Il Giornalino anni fa. Fumetti originali con storie che, senza ricorrere alla violenza o a scene che impressionino il lettore, veicolano messaggi forti e valoriali. Vista la grande presa del fumetto come veicolo di messaggi, potrebbe essere opportuno produrre fumetti che veicolino valori altamente umani e cristiani, a partire da storie serie di biografie di santi e uomini del passato e presente, benefattori in tutti i campi: medicina, letteratura, tecnica, ecc. Ad esempio Albert Sabin aspetta da tempo un fumetto del genere, così Salk. In questo caso il fumetto deve essere studiato per essere veramente buono. Buoni disegni, buoni soggetti e sceneggiatura, buoni dialoghi che portino a far capire storia e messaggio. Michele Tringali Su Il Giornalino, meritoria testata per ragazzi, dalla San Paolo vengono spesso pubblicati ancora fumetti di qualità, anche relativi a personaggi di grande spessore umano e spirituale. La scommessa, però, è far crescere una cultura positiva che riesca ad influenzare anche fumetti, film e videogiochi per un pubblico più largo. Esempi che trascinano Ho letto quanto pubblicato su Città nuova n. 10 circa l’accaduto ad Alessandria al ministro straordinario dell’Eucaristia. Sono anch’io ministro straordinario, e nell’incontro quindicinale che facciamo fra noi in parrocchia (siamo nove) abbiamo letto e commentato assieme. Vi assicuro che è stata una grossa spinta ad un impegno maggiore nella presa di coscienza di quello a cui il Signore ci ha chiamati. Grazie a Città nuova per aver pubblicato un fatto importante che non ho visto da altre parti. Franco Leobono – Milano Incontriamoci a Città nuova, la nostra città QUELL’APPARTAMENTO IN VIA TIGRÈ Da alcuni giorni ho ricevuto il primo numero di Città nuova e questa mattina anche il secondo del mio abbonamento. La gioia e la commozione che ho provato mi spingono a esternare a voi il mio pensiero e i miei ricordi, come questo che mi ha riportato indietro di molti anni. Mi è ritornato a mente quel piccolo appartamento in via Tigrè, dove era allestita con sobrietà e semplicità la redazione di Città nuova. Rivedo le poche paginette realizzate e tirate con il ciclostile (tecnica molto diffusa in quel tempo). In quegli anni (1956-57) a dirigere la composizione di quelle paginette erano persone semplici, sicuramente con poca esperienza tipografica, ma animate dalla volontà di portare una parola di fiducia tra la gente, tramite lo scritto. Ricordo i primi numeri: erano privi di foto, ma contenevano toccanti esperienze di vita cristiana di donne e uomini, che inducevano il lettore a meditare. Leggendo oggi la rivista, così ricca di temi, considero come sia stata lo strumento ispirato a Chiara Lubich per fare arrivare la sua voce evangelizzatrice a migliaia di persone nel mondo, creando quel Movimento dei focolari di cui Città nuova è l’espressione . Armando D’Antonio – Roma Nell’archivio di Città nuova abbiamo trovato una foto che documenta un pezzo della nostra storia e richiama quanto questa lettera attesta: la spedizione, negli anni Cinquanta, di uno dei primi numeri a stampa della rivista. Da destra riconosciamo Walter Guidotti, Giorgio Battisti, Ida Corti e Iris Bussi, fedelissima segretaria, che proprio in coincidenza con questo numero lascia il suo servizio attivo in redazione. Non vogliamo ricorrere al repertorio dei commiati ufficiali, ma non possiamo tacere quanto ci mancherà il suo contributo, fatto di competenza e di grande attenzione personale a ciascuno. Insieme alla nostra di redattori, siamo certi le giungerà anche la riconoscenza dei lettori che del prezioso lavoro di Iris hanno fruito. Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it