La posta del direttore
Quaresima: senso del digiuno Siamo in tempo di Quaresima e la Chiesa ci propone ancora il digiuno e l’astinenza dalla carne. Riflettendo sulle parole del vangelo di domenica scorsa quando i discepoli di Gesù venivano accusati di non far digiuno, Gesù rispose che finché c’era lo sposo tra loro non aveva senso il digiuno. Essi lo avrebbero fatto quando lo sposo non era più fra loro… È tutto chiaro, però viene in mente che Gesù ha anche detto che lui sarà con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo. È vero che la sua presenza è spirituale, ma è sempre una Presenza. Allora si potrebbe obiettare: perché bisogna fare digiuno se lo sposo è fra noi? Perché la Chiesa continua a proporre l’astinenza dalla carne? Rinunciare alla carne oggi non costa più sacrificio e a volte è anche salutare… Il digiuno non potrebbe essere inteso come uno sforzo a tagliare con qualche attaccamento o a cercare di correggere qualche aspetto negativo del proprio modo di fare?. Mario Gargale – Pescara A onor del vero la Chiesa ha ridotto al minimo il digiuno e l’astinenza dalle carni, cioè ai soli giorni del Mercoledì delle Ceneri e del Venerdì Santo, consigliando di sostituire il digiuno con una qualche mortificazione negli altri venerdì di Quaresima, senza contare che bambini, anziani e malati sono comunque esenti. Resta vero però che il digiuno conserva un valore anche simbolico enorme, come del resto ogni penitenza passiva, che non mortifica, ma rinsalda la fede, non diversamente ad esempio da quanto avviene fra i musulmani con la pratica del Ramadan. Benvenuti in Italia Scrivo per mettere in risalto un fatto simpatico che è stato trasmesso l’altro giorno in televisione. Infatti in un servizio del Tg5 ho notato che, durante uno sbarco di profughi, uno di questi, scendendo sul suolo italiano, si faceva di soppiatto il segno della croce. Finalmente, ho pensato, tra queste persone ce ne sono alcune che sono della nostra religione. Per quanto mi riguarda: benvenuto in Italia, amico!. Ernesta A. P. – Roma È vero: siamo così disabituati ad esternare i nostri sentimenti religiosi che a vedere una persona che si fa il segno della croce in pubblico, sorprende. Succede anche quando lo fanno atleti e giocatori prima di una gara. Fin qui condivido il suo sentimento positivo. Tuttavia esso segna al tempo stesso una presa di distanza da chi cristiano non è, quasi non fosse a pieno titolo lui pure nostro fratello. Tanto più che, per raggiungere l’Italia, tutti questi immigrati hanno sofferto, rischiato la vita. Certo, con chi professa una fede diversa dalla nostra, ci potrà essere qualche problema in più, ma li aiuteremo a superarli se non si sentiranno discriminati. Quote rosa e preferenze Premetto che non ho nulla in contrario alle presenza delle donne in politica. Però avrei apprezzato se il ministro Prestigiacomo, oltre alle quote rosa, si fosse battuta anche per ripristinare le preferenze. Non trovo giusto che siano i partiti a decidere chi mettere in lista. Gli elettori dovrebbero avere la possibilità di scegliere il politico che più stimano indipendentemente dall’essere uomo o donna. E sarebbe più gratificante per una donna essere eletta per merito e non per diritto di quota. Carlo Innocenti Mi trova d’accordo. La rimando comunque all’articolo di Antonio Baggio, comparso sul numero scorso, che tratta appunto delle preferenze negate dall’attuale legge elettorale. È cristianesimo o culto pseudoceltico? Perché dovrebbe essere Calderoli a dirci come deve essere difeso il cristianesimo? L’ex ministro difende solo il culto pseudoceltico. Perché tante persone devono essere accomunate da questo giudizio farneticante? Perché, anche per colpa sua, io debbo come occidentale essere accomunato a quelli che in nome dell’Occidente hanno compiuto le più grandi nefandezze della storia? Non è questo il Cristo che milioni di persone hanno incontrato, che ha cambiato la nostra vita, che ci ha risollevato e fatto venire la voglia di condividere, di andare oltre. È arrivato il momento di dirlo, però, chiaramente, senza mezzi termini, senza paura, senza farci condizionare da chi questa paura, di dire e non dire, di ricerca di moderazione a oltranza ha ancora. Maurizio D’Agostino Fatwa e libertà Fin troppo evidente, per noi occidentali, che le fatwa sono uno strumento coercitivo della libertà di pensiero. Altrettanto evidente, però, che la libertà di pensiero non passa necessariamente attraverso la derisione delle altrui convinzioni, specialmente se investono la sfera spirituale. In nome della satira non ci si può concedere qualsiasi licenza, perchè anche la satira, come tutto a questo mondo, deve avere dei limiti e delle regole. La vera libertà democratica non può prevaricare le regole che da essa stessa originano. Ne segue che l’onorevole Calderoli, oltre che mancare di rispetto, in quanto ministro della Repubblica, si è macchiato di una iniziativa enormemente irresponsabile. C. R. – Milano De Rossi e la mano del gol Ho apprezzato non poco il gesto del calciatore della Roma De Rossi, che ha convinto l’arbitro ad annullare il gol che lui stesso aveva appena segnato nella partita col Messina. La sua squadra vinceva con un gol di vantaggio nel momento in cui aveva allungato la mano oltre la testa, appena un po’, per deviare in gol il traversone proveniente dalla destra. Tanti elogi per un gesto effettivamente da applaudire. Anche se, come afferma Gianni Rivera, dovrebbe essere normalità. Si diceva che una buona notizia non fa notizia (good news no news, per gli anglosassoni); ma se una buona azione si fa rarità assoluta, ecco che quando accade ridiventa notizia. In questo caso bisognerebbe auspicare che notizie del genere cadano di nuovo sotto la mannaia della non notiziabilità… Ah, come va il mondo!. Emanuele Emiliani – Parma Convegni culturali per il 50° di Città nuova L’avevamo definito, un po’ goliardicamente, Giro d’Italia. Ed in effetti la serie di convegni culturali che le comunità del Movimento hanno messo in calendario insieme a Città nuova sta delineando un vero e proprio percorso che tocca tante località della Penisola. Ognuno dei convegni ha assunto caratteristiche peculiari, rispondenti alle esigenze del luogo. Alla comunità di Cuneo va il merito di aver dato inizio alla serie, il 5 marzo, con una riflessione su La cultura del dare: uno stile di vita per tutti (400 presenze). Il tempo, l’altro, la città è stato il tema del convegno di Milano tenutosi l’11 marzo all’Università Statale. Cinque milanesi hanno tratteggiato, con taglio autobiografico, luci e ombre della metropoli: temi poi approfonditi dalle relazioni di Vera Araújo, Lucia Fronza Crepaz e Giuseppe Zanghì, coordinati e interpellati da Paolo Lòriga, di Città nuova. 1.600 le persone presenti. A seguire i lavori, rappresentanti del mondo culturale, accademico, economico, sociale e religioso, parlamentari nazionali e amministratori locali. A Mantova, il convegno, svoltosi il 12 marzo, ha annoverato, tra i 700 partecipanti, numerosi sindaci, assessori e amministratori locali. Roma città in dialogo. Tra dinamiche locali e prospettive universali. Questo il titolo del convegno rivolto alla capitale. Il 25 marzo oltre 700 romani nell’Aula Magna dell’Università di Roma Tre hanno seguito con passione il programma sulle problematiche vive della metropoli, reso dinamico dall’interazione tra testimonianze e approfondimenti. Bennie Callebaut, sociologo, ha evidenziato il forte valore formativo del carisma dell’unità. Giampiero Gamaleri, massmediologo, con vivacità e coinvolgimento personale ha evidenziato lo spessore culturale della proposta di vita e di pensiero dei Focolari, di grande impatto nella comunicazione positiva di valori. Michele Zanzucchi, con l’efficacia di un testimone, ha offerto la cinquantennale esperienza di Città nuova. A questi primi convegni è stato dato risalto dai mezzi di comunicazione, che hanno messo in luce la peculiarità del contributo di idee e di proposte del Movimento per una presenza incisiva e costruttiva nella città, ridandole un’anima comunitaria. Se il buon dì si vede dal mattino, le prime tappe del Giro d’Italia con Città nuova fanno ben sperare per una feconda diffusione della cultura della fraternità. Le prossime tappe previste: Palermo il 23 aprile Pinerolo il 23 aprile Catania il 25 aprile Padova il 6 maggio