La posta del direttore

Il manuale di papa Ratzinger Su di un quotidiano locale della zona nella quale vivo, è apparso un articolo sul Compendio riguardo l’attuale Catechismo della Chiesa cattolica. Sono esterrefatto su alcune affermazioni:raccomandata la preghiera in latino e su altre ancor di più: I dinieghi decisi sono riservati alle questioni sessuali… omosessualità, sesso fuori dal matrimonio (?), adulterio, masturbazione, pornografia ecc. La mia domanda è: ritorniamo al non fare, al no, scordandoci delle parole di Gesù?. Ugo Santori Devo confessarle che il disappunto da lei provato leggendo i giornali l’ho provato anch’io proprio il giorno dopo la presentazione del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica. Ma mi sono ripreso subito acquistando il Compendio e verificando tutto il contrario di quanto avevo letto su certi giornali. Le auguro che anche lei possa costatare personalmente il vero contenuto del Compendio. Ricordando che è pur sempre un riassunto di temi molto più ampi. Città nuova ne ha fatto una presentazione che forse le è sfuggita. La può ritrovare nel n. 14 del 25 luglio a pag. 41. Spese bancarie esorbitanti A proposito di spese bancarie esose, trovo sconcertante un estratto conto di un libretto di piccolo risparmio presso una nota banca italiana, che mi è capitato tra le mani. Su un importo di 1.900 euro vengono detratti trimestralmente 11,96 euro! E poiché, a partire dal 1° gennaio 1997, non risultano accrediti per interessi attivi, significa che il capitale iniziale decresce in proporzione. È congruo? È giusto? I libretti di piccolo risparmio non erano nati per sponsorizzare, appunto, il risparmio? Alla luce delle risultanze contabili, bisognerebbe ribattezzarli: Libretti di piccole spese. Ho torto?. Corrado Raponi – Lecco Ha perfettamente ragione. L’argomento, del resto, è noto e dibattuto: le banche italiane sono le più esose d’Europa. Anche per questo c’è chi auspica l’avvento in Italia di banche estere. Ma non c’è da farsi illusioni.Appena arrivate, si allineano all’andamento del mercato che, di fatto, è dominato da un cartello. Un piccolo motivo di tristezza condiviso Ogni volta che sulla pagina tre della rivista, dove mettete l’elenco delle edizioni estere, vedo il bel dispiegamento di bandiere e davanti all’edizione catalana lasciate un bel vuoto, provo qualche perplessità, oltre ad una certa tristezza. Non capisco il motivo per cui debba essere l’unica edizione condannata a non avere la bandiera che rappresenta la lingua in cui viene scritta. Non penso si tratti di una questione politica, ma di una questione di etica politica cristiana alla luce del discorso del papa all’Unesco l’ottobre 1995 per cui ogni nazione (cioè ogni popolo con un’identità culturale, linguistica e storica, con un passato, un presente e un futuro, indipendentemente che questo sia indipendente o associato ad altri popoli) ha diritto almeno ad esistere. In tutti i foglietti turistici a varie lingue, menu turistici, banche, informazione del governo, ecc, è normale nello stato spagnolo da tanti anni che accanto alla bandiera spagnola che rappresenta la lingua spagnola ci sia quella catalana quando c’è anche la versione in lingua catalana. Cinto Busquet – Grottaferrata (Roma) Effettivamente le bandiere anteposte al nome delle varie edizioni di Città nuova indicano lo stato in cui ciascuna viene edita. In Spagna le edizioni sono due, una in lingua castigliana ed una in lingua catalana.Tuttavia, se si vuole dare più evidenza alla lingua e al popolo che la parla, per il quale quella rivista è scritta, penso che, senza creare un incidente diplomatico con la Spagna, possiamo anteporre la bandiera catalana alla rispettiva testata. Quel mio vissuto campagnolo Sono rimasto perplesso per la risposta un po’ evasiva data ad una lettrice di Minturno, relativamente all’amore per gli animali, e mi auguro che nelle pagine della rivista se ne inserisca qualcuna che aiuti a conoscere e rispettare gli animali. La mia infanzia e adolescenza passata in masseria non la cambierei con nessuno. La nascita di un vitello di notte, quando papà mi svegliava, e la tenerezza della madre quando leccandolo lo puliva dagli invogli, il rincorrere i cani sui prati, andare d’estate a mare con i cavalli, nei pomeriggi assolati. E i conigli, le galline, le capre. Solo ricordi o sentimentalismo? O attualmente, solo interesse professionale? Posso dire che l’armonia, le stagioni della vita, la provvidenza, l’esser povero e ricco nello stesso istante, l’essere naturalmente contro ogni forma di consumismo anche quello spirituale lo devo a Chiara e al suo carisma che ha attecchito però sul mio vissuto campagnolo. Leonardo Angelillo -Taranto Condivido il suo interesse per gli animali e mi compiaccio per i bellissimi ricordi che conserva della sua infanzia. Dirò di più, mi ci rispecchio in pieno, perché sono anche i miei. Purtroppo chi ha collaborato per anni con grande competenza su questo argomento, il dott. Minelli, ha dovuto diradare i suoi interventi nelle nostre pagine. Non disperiamo tuttavia di affiancargli validi collaboratori. Apprezzamenti e sostegno Ho davanti a me l’ultima copia di Città nuova, una rivista davvero stimolante per i contenuti che propone. L’abbonamento è un dono che da anni ci fa una famiglia amica. Io sono una suora che si occupa della formazione dei giovani e della pastorale vocazionale. Personalmente, oltre a fare uso di articoli per incontri con i giovani, ne ho inserito qualche stralcio in un nostro giornalino, modesto, ma prezioso, destinato a quei giovani che ho modo di incontrare durante l’anno. Naturalmente citando la fonte e indicando la rivista come ottimo strumento per l’animazione. Per l’esperienza positiva di questi anni, chiedo se posso continuare a fare riferimento, o indicare articoli della rivista, come strumento utile per approfondire determinati argomenti. suor Maria Rosa Barison Siamo ben felici del suo apprezzamento per Città nuova e del fatto che possa servirsene; naturalmente citandola. Senza dimenticare, ci auguriamo, di suggerire a quanti possono apprezzare come lei la rivista, di abbonarsi ad essa. Bisogno di comunicare Ricevo regolarmente Città nuova che leggo con molto interesse, anche perché qui (in carcere) non entra mai niente di bello, di nuovo, di interessante. Nel n. 20 ho letto il bell’articolo di Oreste Paliotti,Lettere che aiutano a vivere. Io ho 67 anni e sono tristemente solo… qui e fuori.Vorrei tanto anch’io avere qualcuno che mi inviasse una confortante lettera… Può, attraverso la rivista, lanciare il mio disperato bisogno di… comunicare?. Gino Baccani N.C.P di Sollicciano – 50142 Firenze Chi è esente dall’Ici? Ho seguito in questi giorni il dibattito su una legge varata dal centro-sinistra nel 1992 e che esenta dal pagamento dell’Ici i luoghi di culto e gli enti che non hanno finalità di lucro e svolgono attività assistenziali e di beneficenza, di istruzione, di educazione e cultura. Purtroppo non è stato precisato con chiarezza che la chiesa non ha nessun privilegio in quanto anche altri enti usufruiscono di questa esenzione.Anche se ci fossero delle attività commerciali bisogna vedere a cosa sono finalizzate. D’altra parte mi risulta che anche le sedi dei sindacati sono esenti dall’Ici e che le Coop hanno usufruito di molte agevolazioni fiscali. Mi viene il dubbio che ci sia in atto una campagna faziosa e anticlericale che non porterà benefici a nessuno. Lucio Innocenti Rispunta, insopprimibile, il millenario piatto di lenticchie. Con pace, giustificato, il cristiano non vuol dare a Cesare quello che è di Cesare perché è tentato di credere che lo fa per il regno di Dio. Ed è il momento dell’Ici. Stabili di proprietà religiosa esenti. Come non vedere in questa concessione una lusinga del mondo che su questa base ha motivo di moltiplicare le sue frodi e con buona coscienza?. B.D. – Roma La legge effettivamente non è nuova, ma esiste già ed esenta dall’Ici gli immobili di qualsiasi ente non profit che esercita attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione, cultura. Ne beneficiano dunque in gran numero enti e associazioni delle più varie estrazioni, sociali, politiche e religiose. L’Art. 6 del D.L. 17/8/05 n. 163 (che per altro è già decaduto, ma che potrà venire ripresentato), è solo una interpretazione autentica che precisa che tale esenzione vale anche se gli immobili sono utilizzati in forma commerciale, se connesse a finalità di religione o di culto. Ovviamente da accertare. Le polemiche sorte riteniamo siano pretestuose. Per quanto riguarda le cooperative, le agevolazioni si applicano solo a quelle a mutualità prevalente. Con ciò penso di rispondere nella sostanza, almeno in parte, anche alla seconda lettera dalla quale si evince che il lettore non conosce la reale consistenza dei fatti, così abilmente manipolati dalla stampa. Altra cosa è invece il suo desiderio, che condivido, di vedere una chiesa povera, in cui i cristiani tutti diano a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

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