La posta del direttore

Articolo 18 e posti di lavoro “Vi ringrazio per gli argomenti “laici” molto attuali trattati su Città nuova (la giustizia, il conflitto di interessi, l’art. 18). “A proposito dell’art. 18 ho anch’io qualche perplessità. Il governo dichiara che con la nuova normativa aumenteranno i posti di lavoro. Ma come è possibile se nelle tre ipotesi governative (lavoro nero emerso, aziende che superino i 15 dipendenti e passaggio al tempo indeterminato) ciò che appare è una maggior libertà di licenziare per le aziende più che un impegno ad assumere o che quest’ultimo impegno consegue ad un licenziamento precedente. “In secondo luogo quale sarà l’impatto forte e doloroso sulla famiglia di chi viene “scartato” perché non adatto, sia per la famiglia già formata sia per quella eventuale in formazione? (v. Domenico Rosati su Italia-Caritas n. 1/2002 p. 11). Grazie ancora per la ricchissima rivista”. Ettore Massari Chi è favorevole alla modifica dell’art. 18 ritiene che essa agirebbe riducendo la paura di assumere che attualmente congela una parte del mercato del lavoro; e che ciò produrrebbe molti più nuovi posti di quanti non ne cancellerebbero i licenziamenti. Lo confermerebbe la dinamica dei paesi in cui il mercato del lavoro non è così tutelato. Altra cosa, ovviamente, sono gli effetti negativi su chi venisse scartato e sulla sua famiglia. Dai quali penso non si possa prescindere. In Italia si è introdotto, come diritto sociale, quello al non licenziamento in assenza di giusta causa. Ciò ovviamente penalizza la redditività del lavoro ed emargina chi il lavoro non ce l’ha. In un caso e nell’altro, l’equilibrio dovrebbe essere ottenuto attraverso i cosiddetti ammortizzatori sociali. L’Europa nelle grandi linee ha scelto la tutela di questi diritti sociali, a differenza degli Stati Uniti. Mi sembra che l’Italia dovrebbe allinearsi sulle posizioni europee, anche se ciò costerà dei sacrifici che andranno ripartiti su tutta la comunità. Le aziende, dal canto loro, hanno necessità di innovarsi per reggere la concorrenza: per questo hanno bisogno di nuove figure di lavoratori. Una maggiore attenzione alla loro formazione e riqualificazione potrebbe evitare molti licenziamenti. Aiuti umanitari e controllo delle nascite “Ho letto con interesse l’articolo sui farmaci essenziali pubblicato sul numero 6 di Città nuova. “Conosco Medici senza frontiere e non posso che approvare le loro azioni umanitarie. C’è però un rovescio della medaglia: sono sostenitori delle teorie del controllo della popolazione applicate dall’Onu. Non sto a dilungarmi su quali rimedi vengano applicati per una maternità definita responsabile: l’allarme è stato più volte lanciato dalla Chiesa cattolica. Purtroppo molti non sono bene informati su tutti gli aspetti di queste agenzie di solidarietà. Sarebbe bene che denunciaste questi assalti alla dignità umana”. Alessandro Purtroppo la cosa, nelle grandi linee, è vera e risaputa. Non ci risulta fosse praticata da Medici senza frontiere. “In Honduras – mi conferma un amico rientrato in Iitalia – fino a poco tempo fa l’Istituto per lo sviluppo demografico finanziato dalle N.U. proponeva metodi artificiali per il controllo delle nascite, e anche la sterilizzazione. Si poteva andare da loro a partorire gratuitamente: facevano solo il “cesareo” cui seguiva la chiusura delle tube”. Per parte nostra siamo convinti che la cultura della vita vada difesa ovunque e che non tanto la sterilizzazione, quanto le migliori condizioni sociali porteranno ad un equilibrio demografico sostenibile anche nei paesi in via di sviluppo. Ex Jugoslavia e Vaticano “Riguardo all’articolo sulla guerra in Jugoslavia (Città nuova n.4/2002, p. 8) avete scritto che le sfere d’influenza geopolitica (America, Russia, Francia, Inghilterra, Germania, Italia e Grecia) hanno impedito per anni un intervento dissuasivo contro la Serbia. Però avete omesso lo stato del Vaticano il quale, insieme alla Germania, riconobbe unilateralmente lo stato di Croazia. Ritengo che una tale decisione durante una guerra di secessione non è il massimo della diplomazia verso la pacificazione”. Luca Colli Mi trovavo in Croazia al tempo degli avvenimenti di cui sopra ed anche a me fece una certa impressione la risolutezza con cui sloveni e croati rifiutavano ogni possibilità di accordo con i serbi. Ne scrissi allora anche su Città nuova da posizioni che oggi definirei conservatrici nei riguardi della federazione jugoslava. I croati però, al pari degli altri gruppi minoritari, si sentivano colonizzati dai serbi e i fatti, purtroppo, hanno dimostrato che ciò era vero. Il Vaticano sapeva e cercò, a mio avviso, di affrettare, col riconoscimento, i tempi dell’autodeterminazione, procurando a questi gruppi etnici che rivendicavano l’autonomia per la propria nazione, una tutela internazionale. Essa però ritardò per i motivi da me denunciati. Governo e opinione pubblica “Sono una giovane madre perplessa riguardo a ciò che sta accadendo in Italia.Temo fortemente per quello che sta facendo questo governo: art. 18, attacco alla magistratura, controllo dell’immigrazione, ecc. Ha così poco conto l’opinione contraria di tante persone? “Vedo i fatti che si susseguono rapidamente e, pur se appare drastica come visione, penso all’Argentina. Quando chi ha il potere prende decisioni senza considerare la voce del popolo che rappresenta, il pericolo di uno scontro sociale è inevitabile. Lo capiranno in tempo questi governanti?”. Lettera firmata Tutti possiamo essere perplessi davanti a quanto sta succedendo: a certe iniziative del governo e allo scontro sociale che altri sembrano cercare a tutti i costi. I motivi non mancano. Ci auguriamo, ovviamente, che si tenga nel debito conto la voce del popolo. Senza dimenticare però che la maggioranza di questo popolo ha accordato il proprio mandato al governo oggi in carica, che è dunque pienamente legittimato. I cittadini possono comunque dare il loro contributo seguendo con attenzione l’azione del governo e cercando il rapporto diretto con i parlamentari del loro collegio per far sentire la propria opinione. Il parlamentare, infatti, rappresenta tutti i cittadini, anche quelli che non lo hanno votato e che hanno il diritto-dovere di portare all’eletto le loro esigenze. Ancora su Pio XII e il nazismo “Tempo fa i giornali hanno presentato il film di Costa Gavras Amen, che ricalca ancora una volta, dopo anni e anni di polemiche, l’accusa a Pio XII di aver taciuto di fronte allo sterminio degli ebrei.Tutti, al contrario, sanno che questo papa era stato in quel periodo storico difensore degli ebrei, a detta delle massime autorità ebraiche (Golda Meyr, Bea Garion, Consiglio mondiale ebraico, ecc.). “Ora un vecchio calunnioso libro diventa un film. Sull’argomento c’è stata una valanga di documenti e libri a dissipare ogni dubbio. In una intervista pubblicata dal Corriere della Sera, qualcuno afferma: “in assenza di documenti…”. Alla faccia! È un’offesa alla memoria storica. Tutti dovrebbero ricordare che nel 1938 Pio XI, consigliato dall’allora segretario di stato Pacelli, divenuto poi Pio XII, abbandonò Roma alla visita di Hitler e denunciò apertamente la totale incompatibilità tra la croce di Cristo e quella uncinata (svastica nazista). “Qualcuno sta ancora aspettando documenti? Evidentemente non c’è maggior cieco di chi non vuol vedere, o meglio di chi non vuol documentarsi”. Giancarlo Maffezzoli Allattamento al seno “Era accaduto che negli anni ’60-’70, grazie alla propaganda delle multinazionali e alla complicità dei pediatri, che il seno delle mamme avesse perso la sua funzione primaria, cioè quella di allattare i figli. Certo che era comodo affidare il “biberon” ai papà o alle nonne e lasciare libere la mamme di dedicarsi alla loro più o meno prestigiosa carriera. “Non facciamo polemiche e vediamo la situazione attuale che è molto migliore di quella sopra citata. Oggi infatti sono molte la mamme che allattano i propri figli almeno per 6 mesi, ma non sono poche quelle che proseguono sino ad un anno o più. “A chi il merito di questa rivoluzione? I fattori sono stati tanti, fra i quali l’eccessivo costo dei preparati pediatrici e la preziosa attività di associazioni che hanno persuaso le giovani mamme a non desistere dall’allattamento al seno. È stata importante la consulenza di volontari alle puerpere che trovavano difficoltà “a mettere in moto la latteria”. “A Savignano abbiamo la fortuna di avere una di queste deliziose persone che dedicano gran parte della loro vita a fare consulenza alle giovani mamme, tante delle quali, senza il suo aiuto, avrebbero presto rinunciato a questo privilegio. “La chiamano “Adelina del latte”, ma si tratta della signora Adelina D’Onofrio Giva che abita al Mulino e che rappresenta nell’Emilia Romagna l’associazione Amas Laetitia. (Amas è la sigla dell’Associazione Madri che Allattano al Seno.) Telefono 059/732080. “Adelina tiene riunioni tutti i mesi presso la parrocchia di Mulino ed assiste al telefono tante mamme che si rivolgono a lei con fiducia. Ha risolto casi quasi impossibili.Tante mamme la ringraziano. “La battaglia non è ancora vinta però. Ci sono ancora molti pregiudizi e molti interessi che contrastano il ritorno all’allattamento al seno. Molti ospedali e pediatri remano contro”. Pierluigi Garagnani A me pare un’ottima battaglia che si dovrebbe incoraggiare. Si sa bene quali enormi interessi stiano dietro ai prodotti artificiali. Ciò non vuol dire che il controllo medico sia superfluo; ma tornare ad affidarsi alle funzioni naturali dell’organismo non sarebbe un passo indietro.

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