La posta del direttore

MILITANZA POLITICA E COERENZA CRISTIANA Apprezzo i suoi commenti alle lettere a lei indirizzate e riguardanti gli statuti di alcune regioni d’Italia, da ultimo quello dell’Emilia-Romagna. Dato però che la verità è una mezza bugia quando non è detta tutta intera, avrei gradito che si fosse detto anche quali sono i partiti che detengono la maggioranza – e quindi hanno approvato e approveranno gli statuti regionali – in quelle tre regioni: Umbria,Toscana ed Emilia- Romagna. Temo che molte persone, per incompleta o erronea informazione, non sappiano che sono gli stessi partiti – con minime e praticamente irrilevanti eccezioni – che sostengono il referendum promosso dai radicali per abrogare la legge 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assistita, che sono a favore del divorzio veloce, dell’aborto più facile, dell’eutanasia e del riconoscimento legale delle unioni omosessuali. E non va trascurato il loro passato e il passato dei partiti fratelli, altrimenti continuerà a diffondersi – come mi risulta stia accadendo in alcune scuole, deformando la storia – l’idea che le dittature siano state soltanto quelle fascista e nazista, volutamente ignorando quella comunista. Che queste cose le ripeta pubblicamente solo il papa – al quale il coraggio della verità non manca – è per i cattolici italiani ovunque impegnati una vera e colpevole vergogna. Non vorrei che in Italia in un prossimo futuro capitasse quello che sta accadendo in Spagna. Quando gli elettori non vengono informati correttamente e tempestivamente, poi si vedono le conseguenze spesso irreparabili. Qualsiasi pianto postumo è inutile. Paride Giuliani – Ravenna Non ho voluto trasformare l’informazione offerta pubblicando le lettere da lei citate in una sorta di campagna elettorale contro questo o quel partito. Molte volte i cattolici presenti nello schieramento di sinistra dissentono dalle posizioni quivi prevalenti sui temi di morale: è ciò che hanno fatto anche in occasione della legge sulla procreazione artificiale. Non sempre con sufficiente efficacia. IL RUOLO DEL SINDACATO Costatiamo, con sofferenza, che il ruolo del sindacato è mutato rispetto alle origini; ci sembra che non sia più soggetto autonomo, indipendente a servizio dei lavoratori ma piuttosto oggetto di uso e consumo dei partiti politici, del governo e dei datori di lavoro… Evidenzio alcune problematiche che mi hanno spinto a scrivervi: 1. Contratto di lavoro 2002- 2005 non ancora rinnovato; quello precedente 1998- 2001 l’hanno rinnovato il 21 febbraio del 2002 praticamente quando era già scaduto. 2. Presenza dei sindacalisti presso i nostri posti di lavoro, praticamente zero. 3. È possibile che non debbano consultare prima i lavoratori per vedere quali e quanti sono i problemi da portare avanti insieme sempre nell’interesse di tutti (ente, datori di lavoro e lavoratori) per una migliore qualità della vita, di rapporti interpersonali, di produzione, di efficienza… Sia ben chiaro: non rivendico solo diritti, amo fare il mio dovere; ma vorrei anche sapere bene quali sono i miei compiti con istruzioni, modalità precise e chiare…. A. Rubino e S. Ferro – Villazzano (Tn) Come l’impegno politico, quello sindacale richiede persone disposte a spendersi per gli altri anche senza vedere frutti immediati. Sappiamo tutti che ogni struttura è imperfetta e sempre esposta al rischio di perdere l’intuizione originaria da cui è sorta, magari praticando scorciatoie di tipo consociativo o intrattenendo un gioco delle parti per interesse personale. Ma queste sono patologie favorite dal disimpegno e dal disinteresse di molti. È proprio questo il momento di suscitare una maggiore presenza di persone dedite al bene comune nel mondo del lavoro. Il sindacato per primo, che in alcuni ambienti tende a scomparire fisicamente, vive drammaticamente il disorientamento tra la tutela della dignità della persona, le dinamiche finanziarie indipendenti dalla produzione, le opportunità di sviluppo e la realtà immediata che è fatta, spesso, di delocalizzazione e precarizzazione. C’è un estremo bisogno di qualcuno che sia disposto a perdere tempo su questi fronti. Non da solo, perché il peso è troppo oneroso, ma generando un’attenzione comune e condivisa. INTOLLERANZA ANTICATTOLICA… Ho letto con grande interesse l’editoriale del n. 20 di Città nuova.Mi permetto alcune considerazioni che mi sembrano essenziali: – Il titolo è limitativo. Si tratta di intolleranza anticristiana. – La Bibbia in Gen. 11, 4 e seguenti parla della Torre di Babele. – Non mi è sembrato di trovare, né nell’editoriale, né altrove, alcun riferimento al piano di Dio per questo mondo da lui creato (e controllato). – Quanto avviene a Bruxelles (e quanto avverrà a Bruxelles e altrove) è soltanto la prova e la conferma di Luca 14; 28 – Atti 26-27. Giuseppe Pasquali Le sue osservazioni sono esatte. I riferimenti biblici alla Torre di Babele, alla necessità di posporre interessi e affetti terreni per seguire Cristo e alle persecuzioni, da lei citati, rafforzano infatti l’assunto, e in altre circostanze forse me ne sarei servito. Questa volta, tuttavia, mi sembrava importante evidenziare come anche spiriti laici, quali Cacciari, Pera e altri, si siano ribellati contro questo ostracismo, intollerante e persecutorio verso il cristianesimo, che si va diffondendo, e di cui l’episodio del rifiuto di Buttiglione non è che uno dei tanti esempi. La benedizione del papa ai bambinelli che i romani porteranno nelle loro case. Gli auguri di Città nuova per il Natale vorremmo giungessero a tutti i nostri lettori perché possano deporli nel proprio presepio. LINEA EDITORIALE FAZIOSA Ho 29 anni, e fin da ragazzino sono interessato alla politica. Attualmente sono un militante e responsabile a livello comunale e provinciale nel movimento politico della Lega Nord. Con grande rammarico, continuo a leggere articoli nella sezione curata da Antonio Maria Baggio, continuamente critici verso l’attuale governo italiano e spesso battute sferzanti verso il movimento padano. Riconosco che non esiste l’imparzialità assoluta, che esistono contraddizioni nella coalizione di centrodestra e nella stessa Lega, ma non accetto questa eccessiva tendenza a sinistra! Sinceramente articoli di approfondimento dedicati a Bertinotti e le sviolinate a Prodi (che ne ha combinate veramente di grosse ultimamente) mi hanno stancato. Ora per il 2005 non ho ancora deciso se rinnovare l’abbonamento col vostro giornale. Sinceramente mi dispiacerebbe, in quanto è una rivista a cui dedico tanta attenzione e prendo spunto anche per interventi politici nella mia realtà. Vi ringrazio per la vostra attenzione, e chiedo scusa per questo mio intervento critico, fatto comunque nello spirito dell’unità. Alex Stacchini – Coriano (RN). Siamo contenti che Città nuova offra spunti per l’attività politica del nostro lettore; è quanto ci scrivono anche altri, di diversi orientamenti politici. Gli articoli di politica sono normalmente discussi sia all’interno della redazione, sia all’esterno, in particolare col Movimento politico per l’unità, nel quale sono presenti diverse appartenenze di partito; dunque, anche se colui che firma si assume la responsabilità personale di ciò che scrive, lo fa cercando di esprimere un linea condivisa. Nessun lettore, a qualunque partito appartenga, ha finora potuto trovare in Città nuova l’adesione a tutte le posizioni del proprio partito, perché Città nuova cerca di valutare ogni singolo problema indipendentemente dagli schieramenti. La nostra posizione sulla guerra irachena, ad esempio, ha certamente scontentato il lettore di centro-destra; ma quando abbiamo scritto che le truppe italiane dovevano rimanere, all’indomani della mozione per il loro ritiro presentata dal centro-sinistra, certamente non abbiamo fatto felice quest’ultimo. Altro esempio? Nel caso del conflitto di interessi del presidente del Consiglio, Città nuova, dopo avere studiato le soluzioni adottate dagli altri paesi, e dopo avere consultato esperti di diversi orientamenti, ha scritto che Berlusconi doveva vendere le televisioni; ma quando il premier ha spinto per affrontare la riforma delle pensioni, un nostro articolo ha sostenuto che la riforma andava fatta. Lo stesso elementare principio democratico applicato con le televisioni, cioè quello del pluralismo delle fonti di informazione, ci ha portato a difendere il pluralismo educativo, sostenendo il diritto delle famiglie di scegliere fra scuole statali e non statali. Potremmo continuare con gli esempi. Qual è il succo della faccenda? Il succo è che la democrazia ha delle esigenze che vanno applicate interamente, e nessuno degli schieramenti lo fa; se siamo fedeli alla democrazia, sia nelle sue regole che nei suoi valori, ci troviamo periodicamente a dissentire con l’uno o con l’altro. Quando un nostro lettore si chiede se rinnovare o meno l’abbonamento, non dovrebbe chiedersi quante volte Città nuova lo ha fatto arrabbiare perché non ha sposato la posizione del suo partito, ma se intende sostenere una voce libera, che può sbagliare, ma che non gli chiederà mai il voto e, non avendo interessi di parte da difendere, cercherà sempre di schierarsi per il bene comune.

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