La posta del direttore
UN ROSARIO EDIFICANTE “Ho letto l’esortazione di Giovanni Paolo II ai vescovi amici dei Focolari. Raccomanda l’unità. Infatti a livello popolare l’unità è sinonimo di costruttività e fecondità. La divisione è causa di dispersione e svalorizzazione sia dei singoli fedeli che della chiesa. “Ancora dai focolarini ho apprezzato in altra circostanza la particolare attenzione alla recita del rosario. È bello e meraviglioso leggere gli articoli di Città nuova sul rosario. E ancor più bello, concreto, edificante è stato per me vedere i focolarini (giovani o ragazze) non perdere occasione per guidare la recita del rosario nelle varie realtà locali. Ciò è sicuramente l’inizio di un nuovo periodo storico. La vita e la luce che rigenerano la comunità dei fedeli ripartendo dalle cose umili e semplici”. Gino Biancanelli Poppi (Arezzo) È trascorso un anno ormai da quel giorno d’ottobre in cui il papa diede in piazza San Pietro a Chiara Lubich e al movimento dei Focolari la consegna di diffondere il rosario. Anche Città nuova ha raccolto quell’invito e da allora ha pubblicato su ogni numero un articolo, affidandone la stesura a specialisti. Approfitto della sua lettera per dare atto dei molti riscontri positivi arrivati in redazione su questa serie, ormai quasi conclusa. DALLE VACANZE” IL CENTUPLO! “A luglio la nostra famiglia è partita per le vacanze sognando solo il riposo e la gioia dello stare tutti e cinque insieme. Ma ecco che a metà vacanza ci ritroviamo con una spiacevolissima sorpresa: ritornando dalla spiaggia troviamo il camper completamente svuotato… ci hanno rubato tutto: oggetti di valore, documenti, vestiti (addirittura quelli sporchi!) e tante cose che per noi avevano un valore affettivo” “Quindi un dolore grande… lacrime… qualche notte insonne. Sentiamo però che dobbiamo ripartire “staccandoci” dalle cose. E così ci rimettiamo in cammino riuscendo addirittura a pregare per chi ci ha portato via tutto perché si ravveda e non faccia più del male a nessuno. E in questo modo facciamo una scoperta meravigliosa: l’amore di Dio è veramente infinito e al ritorno a casa troviamo ad aspettarci il centuplo perché, oltre alla vicinanza spirituale di amici e parenti, ci è arrivata tanta “provvidenza” da stupirci: di tutto… vestiti, soldi, cellulare, ecc. Siamo rimasti senza parole”. Angelo e Anna Attardo UNA GRAVE INVOLUZIONE “Credo di poter affermare che nel nostro paese sia in atto una grave involuzione sul piano della legalità e dei diritti umani dei più deboli. “Legalità: non è più un serio problema falsificare un bilancio aziendale. Il capo del governo ha dichiarato al Parlamento europeo che “solo tre leggi sono state fatte per lui””. Una ammissione davvero sconcertante. “Diritti umani: gli immigrati, che sono prima di tutto esseri umani, vengono trattati con fastidio, al massimo come forza lavoro, mentre ormai fioccano le espulsioni facili anche di minori incolpevoli o di adulti più che onesti. “I minori disabili sono penalizzati da un formidabile taglio agli organici dei loro docenti di sostegno, mentre i soldi per la cooperazione internazionale vengono dirottati per la spedizione militare in Iraq. “Mi chiedo, da cattolico, e non senza inquietudine, quanto sia compatibile con la visione cristiana della vita un disegno politico che scompagina il corpo sociale e lo divide tra chi è sempre più privilegiato e chi rischia di perdere le già acquisite garanzie previste da alcune leggi di civiltà. Se ne può parlare almeno tra cattolici?”. Silvano Magnelli – Trieste È impossibile rispondere nella corrispondenza a un fuoco di fila come il suo. Cerchiamo, invece, di dare queste risposte negli articoli che andiamo pubblicando, e che affrontano i diversi argomenti uno per volta. Nella sostanza mi pare che il suo esposto risponda a esigenze che condividiamo. Anche se, personalmente, mi guarderei da affermazioni di principio troppo categoriche, che tendono a vedere solo il bianco e il nero. ALLA LUCE DELLA FRATERNITÀ “Leggo sempre con interesse la vostra rivista. Da tempo volevo ringraziare tutta la redazione. Oggi in particolare A.M. Baggio per i suoi articoli su di un tema come la politica. “Pure il taglio dato alla sua intervista al dr. Pizzolato (Città nuova n.15-16/03) mi è piaciuto molto, con la sua conclusione:””è logico politicamente privilegiare il debole, perché è colui che dà la misura della realizzazione del bene comune”. Poter vedere la Costituzione italiana alla luce della fraternità mi dà rinnovata fiducia nella nostra democrazia”. Maria Rosa Chiampi – Moncalieri La ringrazio per l’apprezzamento nei confronti del nostro lavoro. La riflessione sulla fraternità, come dimostra l’intervista al dott. Pizzolato, deve affrontare aspetti e profondità ancora poco sondati. A questo tema, a dimostrazione dell’interesse che esso sta suscitando nel mondo della cultura, dedicheremo, nei prossimi numeri, altre interviste ad alcune personalità appartenenti a diversi campi del sapere. SIMBOLI SACRI E IDENTITÀ CRISTIANA “Alla paccottiglia di certi negozi dark ormai ci siamo abituati. Croci rovesciate, simboli mostruosi e demoniaci, orecchini cruciformi. L’acme la raggiungono però alcune riviste patinate con la foto a colori d’una splendida ragazza, nerovestita e dalla pelle dorata – la beauté du diable -, che sul seno quasi nudo esibisce un gioiello “firmato” dal nome inquietante: “La croce del Peccato”. M’immagino il can-can che succederebbe se, invece che la forma della croce, quel gioiello avesse quella della mezzaluna o della stella di David. La realtà è che i cattolici, specie in Italia, stanno perdendo il senso della loro identità e quindi la loro dignità. Circa due secoli e forse più di propaganda laicista a fronte del loro silenzio o quasi li hanno completamente intorpiditi”. Gianni Toffoli – Verona Dissacratori sacrileghi ci sono sempre stati, tuttavia i simboli sacri, proprio per la consapevolezza della realtà divina alla quale rimandano, venivano usati dal popolo con prudenza e rispetto. Questi segni avevano una grande funzione non solo religiosa, ma anche culturale. Aprivano una strada al mistero, e ci facevano intuire qualcosa di Dio, ma anche qualcosa di noi stessi. Nella cultura dominante oggi, si vive, perlopiù, alla superficie: rimane sconosciuto il mistero, e non sappiamo neppure di noi stessi. Certamente qualche forma di protesta contro l’uso non rispettoso dei simboli cristiani può essere utile. In certi casi può servire, come lei accenna nel prosieguo della lettera, la costituzione di un’associazione che combatta la diffamazione, come hanno fatto gli ebrei. Ma è soprattutto la nostra testimonianza di cristiani che può aiutare a riscoprire anche il significato dei simboli. NON PERDERE LA SPERANZA “Ho letto la lettera di Francesca Zivillica su Città nuova n.14, sono anch’io un’insegnante e capisco bene i motivi di amarezza e di sconforto che hanno dato luogo allo sfogo della collega. Vorrei invitarla a non perdere la speranza e a credere ancora con passione al suo sogno, anche battendosi per essere più ascoltati e riconosciuti nella professionalità. È vero, i bambini di oggi sono più difficili, il contesto di vita è complesso e i problemi sono tanti: per questo conta ancora di più essere presenti nella vita dei piccoli e delle loro famiglie con un segno positivo di amore, di attenzione e di speranza nel futuro, unito alla competenza professionale. Non sempre siamo capiti, pazienza, cerchiamo di capire le ragioni degli altri senza rinunciare ai princìpi educativi in cui crediamo”. Giusi Restivo QUEL GIOVANE SPAURITO “Sere fa i carabinieri hanno arrestato un giovane, che è stato sorpreso in flagrante mentre tentava di rubare la mia auto. Come prassi vuole, sono stata convocata presso la vicina stazione dei carabinieri per firmare il verbale e il giorno seguente sono stata invitata a presenziare al processo per direttissima. “Ma, al di là di questi fatti, vorrei esprimere quello che ho vissuto.Al processo, io non ho detto una parola, ma mi sono ritrovata davanti ad un ragazzo sperduto che, per mangiare, era costretto a “rubare” qualche stereo qua e là: un giovane di circa 25 anni, con problemi fisici, il padre in carcere, senza una famiglia, che viveva sulla strada ignorato da tutti. “Quante volte quel povero “Cristo” avrà chiesto aiuto e nessuno lo ha ascoltato” e allora cosa fare? Una volta uscito di prigione, avrebbe ricominciato con la solita vita. “Terminato il processo, ho chiesto ai carabinieri che lo avevano in custodia di poterci scambiare due parole” Con le lacrime agli occhi ho balbettato che non ce l’avevo con lui, che mi dispiaceva per la sua situazione” gli ho messo fra le mani un libriccino che avevo con me, il Vangelo di Giovanni, l’ho invitato ad affidarsi alla protezione della Madonna della Strada e gli ho offerto 50 euro per potersi sfamare per un paio di giorni” “L’unico mio conforto è stato sapere che è stato ricoverato in un ospedale per detenuti.Al resto provvederà Dio”. Sabrina Viti – Marino (Roma) Certamente Dio ha già provveduto anche attraverso di lei, ma sono convinto che forse le chiederà ancora qualcosa: restare in contatto con quel giovane, innanzitutto con la corrispondenza, e poi segnalando il caso — visto che molto probabilmente non le sarà consentito di fargli visita – ad una associazione di volontari abilitati a svolgere compiti di assistenza nelle carceri.