La posta del direttore
Non è piu reato? “Per quanto ne so, l’nterruzione volontaria di un pubblico servizio è un reato e come tale, quindi, va perseguito e, ove prevedibile, impedito. Non mi pare che questo avvenga con l’occupazione selvaggia dei già disastratissimi binari delle nostre ferrovie. “Non basta la buona causa e la gravità del problema: nessun problema può giustificare l’uso dell’illegalità, specialmente quando questa va a danno di centinaia di migliaia di cittadini, ostaggi inermi ed incolpevoli. “Come fruitore chiedo al sindacato di categoria: affossare ulteriormente un servizio già mezzo sepolto può davvero giovare alla causa dei vostri rappresentati? “Ricatto politico? No, queste sono azioni al di fuori della legge, e se c’è un ricattato, a subirlo non è certo il politico, che magari si muove in elicottero, ma cittadini che lavorano (quando non viene loro impedito). “Non entro nel merito della diatriba, dico solo che la tecnica dello “scaricabarile” non serve alla causa, e per i politici, è un chiaro segno di impotenza. “In quanto al lavoro, purtroppo, non si crea con azioni di forza”. C. R.- Lombardia Lo spettacolo delle stazioni sporche al punto da assomigliare a pubbliche discariche, ha certamente prodotto un impatto visivo forte, dando risalto alla vertenza sul licenziamento degli addetti alle pulizie. Ancor più forte il disappunto dei viaggiatori rimasti a terra dopo ore di attesa e vane promesse. Sul piano umano non si può non prendere in considerazione il dramma di questi lavoratori. Su quello giuridico non posso che dare ragione a lei e alle sue proteste. Tanto più che il contratto di lavoro in causa doveva essere legato alla durata dell’appalto. Salva la consuetudine che la ditta vincitrice dell’appalto copra le eventuali necessità di manodopera con gli esuberi del personale dell’azienda che lo ha perso. L’episodio dimostra, da un lato, l’urgenza, peraltro già recepita, di non fare gravare sui servizi pubblici il peso delle vertenze. Dall’altro quella di arrivare al più presto ad un chiarimento nei rapporti di lavoro. Cannibalismo Matematico “Sono rimasta allibita assistendo al cannibalismo mediatico con cui è stato trattato il caso del bimbo di Cogne. “Amo questo paese e la sua gente da oltre 25 anni per aver condiviso con loro periodi di riposo. Conosco i sentieri, i boschi, i prati, le cime e ghiacciai del luogo che non a caso porta il nome di Paradiso. La sua gente è la mia gente e con tanti ho condiviso gioie, dolori, speranze. “Com’è possibile aver messo in pasto al pubblico per tanti giorni un dolore così intenso? Non esiste una legge sulla privacy che vieti in qualche modo di impossessarsi delle persone e di utilizzare i loro drammi per un giallo a puntate? “Ho pensato che sarebbe il caso di consigliare anche ai cronisti l’obiezione di coscienza. “Mi sento esclusa da un mondo dell’informazione che per dare tutti i giorni la notizia masticata e rimasticata mette a ferro e fuoco una intera comunità che vede dissacrato il suo dolore e non sa più dove guardare. “Spero che le nuove generazioni siano più attente, sensibili; che abbiano un cuore di carne, anche nel dare la notizia”. Anna Marvelli – Milano È vero. Il diritto di informare viene usato sempre più in modo spregiudicato e crudele. Spesso affidato a giovani cronisti rampanti che si fanno concorrenza giocando a chi rischia di più per arrivare prima degli altri e stupire. Spesso con il risultato di disgustare il lettore, come in questo caso. Ma è anche vero che si crea un’assuefazione al sensazionale che di fatto denuncia un abbassamento della nostra sensibilità. Cioè una vera e propria decadenza. Il giorno della memoria “Il giorno della memoria è un’occasione perché tutti si impegnino a costruire un mondo di pace. La memoria non dovrebbe essere un semplice ricordo, ma un continuo e incessante richiamo alla coscienza delle tragedie del passato per evitare che si ripetano nel futuro. “Paghiamo, sfortunatamente, ogni lezione della storia con il nostro sangue (o con quello degli altri). Mi riferisco alla tragedia che vivono i due popoli della terra stretta: il popolo israeliano, ferito dalle sue paure e insicurezza, ed il popolo palestinese, ferito dall’occupazione militare e dall’umiliazione quotidiana. A loro mi rivolgo perché ad essi appartengo: abbiamo sofferto abbastanza, riconosciamo che abbiamo tutti sbagliato un po’ (troppo), e che abbiamo tutti un diritto di vivere”. Asem Khalil – Roma Ricevo molte lettere che piangono o imprecano a motivo della tragedia infinita che ha colpito la terra di Gesù, che è anche il luogo sacro dell’incontro delle tre grandi religioni monoteiste. Mi è sembrata particolarmente bella e costruttiva questa di Asem Khalil, un arabo cristiano, profugo, ferito negli affetti più cari, perché riesce a ricordare in modo così positivo il 27 gennaio,”giorno della memoria” sacro agli ebrei, con parole che rifiutano l’odio e invitano ad amare. Marina e gli altri “Ho passato gli ultimi mesi ad assistere mio nonno. Gli piaceva stare in terrazza a rincorrere il sole. Avrebbe voluto camminare, ma non ci riusciva. Dal canto mio lo accudivo in tutto. “Ora che non c’è più, in nome suo inizierò il progetto di far compagnia a chi vive nella solitudine. “Che ne dite della proposta di andare, a due a due, come Gesù mandava i suoi discepoli, a trovare le persone sole, vecchi o giovani, sani o malati e di aprire con loro una via di dialogo, di conoscenza reciproca, di dare amicizia e affetto? “Io penso molto agli emarginati del nostro paese, quelli che non escono mai di casa. Facciamo qualcosa per loro”. Marina – Sardegna È un’esperienza lunga, questa che ci ha raccontato Marina, condotta con abnegazione. Certamente non sono pochi che ne vivono di simili. Ma di Marina sappiamo che ha sofferto molto nel fisico e che ancora soffre. Per questo mi sembra ancor più bello questo suo invito ad occuparsi degli ultimi. I cani e le palette “Finalmente! A Roma e Milano sono state approvate due delibere comunali che prevedono multe salate per chi porta a spasso il proprio cane senza avere paletta e sacchetto per ripulire la strada. Ma mi rode un dubbio. Basterà?”. Luciana Cipolletta – Roma Lo stesso dubbio lo avranno in molti, anche se 150 euro di multa per i trasgressori dovrebbero essere sufficienti ad ottenere i risultati sperati. Ma sarà possibile attuare controlli adeguati? Lo stesso sindaco di Roma Veltroni lo riconosce: “Ci appelliamo – ha detto – al senso di civiltà dei cittadini, senza del quale questa battaglia non si vince”. E noi conveniamo con lui, fiduciosi che proprio questo senso di rispetto verso ciò che è pubblico, aiutato dal deterrente di una multa salata, finisca per prevalere. E non solo riguardo ai cani. Oggi non acquisto “Grazie per l’articolo “Oggi non acquisto” pubblicato sul n° 22 del 2001. Non ero a conoscenza della giornata del non acquisto, ma la proposta mi è piaciuta. Quel giorno avevo programmato di andare a comprare un paio di scarpe, ma dopo aver letto l’articolo sono stata combattuta tra due pensieri: comprare le scarpe perché erano necessarie (o almeno così credevo!) o aderire alla proposta del non acquisto? Ha prevalso il secondo pensiero. Ho visitato il sito di Terre di mezzo e AltrEconomia e lì ho trovato il manifesto della giornata del non acquisto, in cui tra il resto mi ha colpito la proposta di utilizzare quella giornata per fare qualcosa per gli altri. Mi è subito venuta in mente una mia zia che stava in ospedale. Non andando a fare shopping, le avrei potuto dedicare più di una mezz’ora frettolosa a fine giornata! Nel tragitto mi sono fermata a comprare la rivista Terre di mezzo (un acquisto che si poteva fare!). Mi è piaciuta perché mostra una fetta di mondo che poco si conosce, fatto di apertura agli altri, di iniziative con e per gli stranieri che vivono in Italia. Insomma, grazie a quell’articolo ho allargato il mio cuore verso i miei prossimi e verso il mondo intero”. Anna – Roma Assistenza ai carcerati “Come consigliere comunale di Trieste, ho potuto sperimentare l’importanza di stabilire rapporti di reciprocità e di collaborazione con tutti i consiglieri, anche quelli che non appartengono alla mia parte politica. Tre anni fa da presidente della commissione assistenza, d’accordo con tutti i consiglieri della commissione, siamo andati a visitare le carceri di Trieste riscontrando il bisogno dei detenuti di avere nelle celle un piccolo frigorifero per conservare alimenti e bevande. Abbiamo perciò ottenuto un finanziamento dal comune e, dopo un paio d’anni, l’autorizzazione del ministero di Grazia e Giustizia. Si è data a questo punto consegna ad una comunità locale di volontariato che si occupa anche dell’assistenza e del recupero dei detenuti di provvedere concretamente all’acquisto dei 70 frigoriferi. Finalmente circa un mese fa questi piccoli frigoriferi sono arrivati e ora sono in dotazione ai detenuti del carcere di Trieste. Questa vicenda ha avuto tempi lunghi anche perché era la prima volta che un comune in Italia decideva di fare una regalìa all’amministrazione carceraria e questo ha ritardato la decisione del ministero, non abituato a simili stanziamenti degli enti locali. Sono perciò convinto che la ricerca di un dialogo tra le forze politiche, anche così diverse tra di loro, può portare a risultati insperati per la società”. Silvano Magnelli consigliere comunale di Trieste