La posta del direttore
PERCHÉ IL CONDONO? “Abbiamo un’azienda che cerca da sempre di vivere per l’Economia di Comunione e quindi prima di tutto la legalità. E perciò tutto è fatto secondo la legge nei confronti dello stato, dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, ecc., pagando le tasse fino all’ultimo centesimo: si può dire che siamo proprio “puliti” anzi ri-puliti in tutti i sensi” “Veniamo al perché della nostra indignazione: “C’è da pagare il condono”. Ma quale condono? Perché noi, azienda, dobbiamo pagare il condono? “Ma – dice il nostro commercialista – così siamo più tranquilli, ché se poi viene la Finanza ci blocca il lavoro per mesi””. “Ma noi non ci stiamo a questo ricatto; che venga pure la Finanza: forse per loro potrebbe essere un’esperienza costruttiva, e noi se abbiamo fatto degli errori involontari pagheremo, ma non pagheremo per un condono immorale quando non abbiamo niente da farci condonare e di tasse ne stiamo pagando anche troppe (oppure domani facciamo quello che ci pare, tanto poi c’è il condono?). “Certo che con questo governo e queste leggi, oltre ad essere indignati non si può non essere demoralizzati; lo diciamo pensando alle persone che vorrebbero vivere nell’onestà, ma guardandosi attorno hanno quasi perso la speranza”. Mariangela e Pietro Tampieri Le vostre considerazioni sono sacrosante e condivise, penso, da tutti i cittadini onesti. Purtroppo, quello di incrementare le entrate con questo sistema sistema “indolore” è un vizio antico e praticato da molti governi. Antico, penso, quanto l’evasione fiscale di cui, indirettamente, finisce per legittimare la pratica. Il percorso verso la trasparenza e la fiducia reciproca fra fisco e contribuente è lungo e lento, anzi lentissimo, e talora si procede a ritroso. Ma, nonostante tutto, rimane una meta da perseguire. Un altro aspetto che rende spesso indispensabile la pratica del condono è quello degli errori dovuti alla complessità delle norme che regolano le denunce dei redditi e rende di fatto indispensabile il ricorso a un fiscalista. Purtroppo in questo campo i buoni propositi di semplificazione, spesso annunciati dai ministri, sono rimasti tali. OTTIMISTA SUL DOPO SADDAM “Dopo la caduta di Saddam invece di essere molto contenti per essere stati liberati da un dittatore pazzo criminale massacratore del suo popolo e pericoloso per l’umanità, si polemizza ancora sulla guerra per taluni ingiustificata. “Ricordo che quando Milosevic imperversava con i massacri e le pulizie etniche, Giovanni Paolo II ripetutamente chiese agli Stati Uniti di intervenire con la forza per fermare quel pazzo criminale, che poteva essere contrastato soltanto con la guerra. “Coloro che non ricordano la cronaca sono pregati di interpellare quelli che hanno ancora buona memoria. “Tutte le previsioni pessimistiche che si fanno dopo la caduta di Saddam credo che non abbiano senso. Anzi, il rapporto con il mondo islamico sarà più facile, dato che i terroristi e le teste calde finanziate da Saddam si estingueranno e gli stati e le religioni troveranno più vantaggiose la via del dialogo e della collaborazione”. N. S. – Roma “Chi di spada ferisce di spada perisce” vale per tutti: per Saddam, e anche per gli altri. Purtroppo le conseguenze di questa guerra si prospettano più lunghe e complesse di quanto i suoi fautori abbiano sperato. Ci auguriamo di aver torto. Ma il suo ottimismo mi sembra eccessivo. Comunque l’argomento è stato analizzato sul posto da un nostro inviato il cui reportage appare proprio nello “speciale” di questo numero. UN ARRICCHIMENTO CULTURALE E SPIRITUALE “Approfitto dell’indirizzo e-mail di Città nuova per ringraziare Michele Genisio per le bellissime e interessantissime pagine culturali che cura sulla rivista. “Mi accorgo che non sono solo occasioni di arricchimento culturale ma anche degli ottimi spunti di meditazione dalla quale scaturiscono anche degli esami di coscienza molto profondi (penso in modo particolare all’ultimo articolo”)”. Francesco Guerra -Trento SERATA A CASA “È venerdì sera e sono a casa con i miei due bambini che stanno dormendo; mia moglie è fuori per un impegno. “Ho lavorato al computer fino a mezz’ora fa, poi ho pensato di accendere la tivù. “Raiuno: fiction italiana, genere che non amavo neppure quando, bambino, lo sentivo chiamare sceneggiato. “Raidue: Socci propone un’interminabile “intervista” al presidente del Consiglio, dandogli ampio spazio (parla sempre lui) per difendersi di tutte le cattiverie dette sul suo conto e proclamare, in tono paternalistico, i princìpi di quella che secondo lui è la democrazia. “Raitre : Enigma spettacolarizza il virus della Sars e simili. “Rete 4: telenovela. “Canale 5: Bonolis conduce una cosa che forse è un varietà” “Italiauno: spettacolarizzazione del crimine con ritmo narrativo incalzante, all’americana (e infatti è una trasmissione americana tradotta). “Per fortuna c’è qualcosa di meglio che guardare la tivù: per esempio, spegnerla e scrivere questa lettera che è un po’ amara, lo ammetto, ma vuole esprimere il mio più fermo disappunto per le proposte televisive di quest’epoca “. Francesco Baldo – Treviso Non è la prima e non è la sola lettera che riceviamo di questo tenore. È vero che la tv la si può spegnere, ma visto che, almeno per le reti pubbliche, paghiamo il canone, si può in certi casi anche protestare. Conviene però indirizzare la nostra protesta direttamente alla Rai. Ma anche sottolineare, quando ne sia il caso, il nostro consenso per quei programmi che ci sembrano più costruttivi – ce ne sono – e che riscuotono un notevole gradimento. TERRA SANTA LA PACE POSSIBILE “Dunque ci siamo. Se davvero si siederanno intorno a un tavolo i rappresentanti di Israele e dei palestinesi, con l’appoggio di alcuni importanti stati arabi, alla presenza e con i buoni uffici di Bush, dovrebbe essere finalmente la volta buona per riavviare il processo di pace e porre fine all’interminabile serie di ritorsioni che insanguinano la regione più martoriata della Terra. Un abbonato che prega ogni giorno per la pace Tutti se lo augurano e noi ci mettiamo in prima fila fra quanti fanno voti perché questo sogno si avveri. Certamente non si possono sottovalutare le difficoltà, ma le premesse per il buon esito ci sono.Abu Mazel, che sostituisce Arafat, è uomo nuovo e pare determinato a imprimere una svolta agli avvenimenti. Ariel Sharon sa che difficilmente si presenterà un’occasione più favorevole per garantire la pace alla sua gente. Ma soprattutto Bush si sentirà impegnato a dimostrare che il nuovo e tanto controverso corso da lui impresso alla politica americana in Medio Oriente è destinato a portare frutti di pace e di stabilità. Nessuno può nascondersi le enormi difficoltà dell’impresa, ma anche chi ha espresso dubbi sull’opportunità della guerra in Iraq non può che augurarsi il successo di questa iniziativa. UN DONO DA RICAMBIARE “Leggo Città nuova dalla prima all’ultima pagina (compresa la politica! Tranne forse l’arte perché non ne capisco molto) e poi la porto nell’ambulatorio dove lavoro, felice quando vedo i pazienti con la nostra rivista in mano! Ritaglio anche articoli per i miei figli (stiamo facendo un libro di favole, comprese le vostre!) e poi” per gli amici. “Però, mi sono detta, forse ho visto sempre la rivista come un “dono” per me e la mia famiglia, ma io non mi sono mai messa in “dono” per Città nuova! “E così ora eccomi qua a scrivervi con l’impegno di farlo almeno ogni tanto, offrendovi proposte, critiche, esperienze” “Dopo un incontro a Castelgandolfo, nel cuore mi è rimasta questa cosa: vedere ogni giorno “tutti” con occhi nuovi:il consorte, i figli, i colleghi,gli amici, i parenti” “Arrivata a casa ho voluto subito sperimentarlo con il secondogenito che, al mattino non si vuole mai alzare” devo chiamarlo 1000 volte” spesso poi mi arrabbio” non vuole lavarsi e pettinarsi” “Questa volta però dovevo incominciare a vederlo con “occhi nuovi” e allora con tutta la dolcezza l’ho chiamato e poi ho lasciato che fosse lui a decidere i “suoi tempi”: alle 7.30 era pronto (anche con la faccia lavata!) “Come sarebbe diversa la vita – mi sono detta – se ogni mattina mi svegliassi con questo proposito!”. “E adesso una piccola richiesta: nella rubrichetta della cucina mi piacerebbe una volta trovare la ricetta per un buon caffè (è 15 anni che sono sposata ma mi sembra sempre di fare dei caffè orrendi !)” Chissà se voi avete la risposta?”. Anna Attardo – Ivrea (To)