La posta del direttore
LA PACE E IL DIGIUNO DELLA PAROLA “Benissimo le manifestazioni per la pace: ci vogliono; ma per prendere maggiormente coscienza c’è anche chi, di fronte al troppo rumore prodotto dagli addetti ai lavori, propone momenti di riflessione in silenzio – un’ora al giorno – come hanno fatto i ragazzi di una scuola del quartiere romano Prati. Perché il silenzio per la pace? “Ci sono cose – rispondono – di fronte alle quali non c’è più nulla da dire. La guerra è una di queste. Con l’inizio della guerra finisce ogni possibilità di parlarsi, di provare a venire incontro, di capire le ragioni dell’altro. I mostri della guerra hanno le orecchie tappate. Col silenzio vogliamo significare la nostra delusione per questa situazione e la nostra volontà di trovare una via di uscita da essa”. È il digiuno della parola, spesso più difficile dell’astenersi dal cibo”. J. G. – Roma TALK SHOW PIENI DI NIENTE “Non credo che possa continuare questa assurda querelle: chi non sta con le decisioni del governo americano (cosa ben diversa dell’America come popolo e come democrazia che, tra il resto, con il 50 per cento dei voti non si è schierata con Bush) sta con Saddam: è un’affermazione che è frutto di un’assurda demagogia. “Di fronte ad una tragedia dai contorni indefinibili sarebbe opportuna l’ora del silenzio, del rispetto e della preghiera (per chi crede). Invece c’è un bombardamento di parole inutili, inservibili e intollerabili. “Oltre a decine e decine di morti innocenti, siano iracheni o angloamericani, si continua ad uccidere la verità, fermo restando che vi è una tara di fuorvianza nell’informazione internazionale molto elevata. “Propongo – aderendo alla proposta di tante personalità illuminate – di fare il digiuno della tv: boicottiamo i suoi salotti e talk show pieni di niente e solo passerella di gente che farebbe bene a lavorare di più per il bene comune interno ed estero. Facciamo “collassare” l’auditel di una informazione che ha raggiunto il colmo del grottesco”. Paolo De Maina – Grottaferrata Penso che per manifestare in favore della pace si debba innanzitutto ricorrere a metodi non violenti. Fra questi anche qualche ora di silenzio può diventare eloquente quando, come nel caso citato, riesce a produrre una testimonianza credibile. Troppo spesso i talk show sono “pieni di niente” e ripetitivi fino all’ossessione. Astenersi da questi può essere un esercizio raccomandabile. Ne parliamo più diffusamente nella rubrica della televisione. Ma ci sono anche programmi di approfondimento sui temi di attualità che possono aiutare a capire. L’ARMENIA “STATO CANAGLIA”? “Ho letto di recente su un quotidiano a tiratura nazionale, che gli Usa, tempo fa, avrebbero messo nella lista degli “stati canaglia” anche l’Armenia (cristiana), sia per bilanciare la prevalente presenza islamica nell’elenco dei paesi che coltivano il terrorismo e mostrare la loro equidistanza, sia per dare la possibilità alla Turchia di attaccare l’Armenia e penetrare nei territori turcofoni orientali fino ai confini con la Cina, petrolio azerbaigiano compreso. “Ma gli armeni della diaspora mondiale,che sono diversi milioni,avrebbero inondato la Casa Bianca con molte migliaia di fax, ottenendo la cancellazione dell’Armenia da quella lista. Possibile che negli Stati Uniti si ragioni con questi criteri?”. B. F. – Milano Ho letto anch’io la notizia e sono rimasto sconcertato. In seguito, davanti allo sviluppo degli avvenimenti sfociati nella guerra in Iraq, ho pensato che poteva essere vera. D’altra parte il concetto stesso di “stati canaglia”, proclamati tali da un altro paese, non può essere accettato in alcun modo. MUSICA GRATIS? “Ho chiesto ad un mio collega se aveva un cd da prestarmi per ascoltare un po’ di musica durante le ore di lavoro e lui invece di darmene uno mi ha mostrato un programma che usa per scaricare da Internet file musicali in formato mp3. Conoscevo questa possibilità, ma vederla funzionare e rendermi conto che le possibilità di ascoltare musica così “gratuitamente” è praticamente illimitata mi ha un po’ stupito” però. “Penso che ci sia da distinguere fra pirateria musicale e condivisione di file, penso che le major musicali stiano approfittando del loro strapotere e che spesso rovinino il mercato musicale, però non si può nascondere che scaricare questi file è illegale. O no? Voi che ne pensate? E se io avessi chiesto quel cd ad un amico che lavora negli Stati Uniti e lui me l’avesse prestato “tramite computer”? Grazie per l’attenzione e per l’eventuale risposta”. Giovanni Fabris La questione è effettivamente controversa ed ha già dato luogo a casi giudiziari che hanno prodotto ingiunzioni con effetto in alcuni paesi e in altri no, a motivo delle diverse legislazioni. La gratuità della cessione rappresenta il punto di forza dei sostenitori della liceità di questi traffici. I TANTI VOLTI DELLA DISABILITÀ “Con piacere ho letto l’articolo di Beppe Porqueddu “Disabilità, dolore colorato” nel numero di febbraio. È stato scoprire un’altra sfaccettatura riguardante la disabilità, presentata con l’approfondimento della sua esperienza personale e in maniera “accessibile” a tutti. È stato anche scoprire un altro Beppe, che dal lontano 1985 è impegnato in tante iniziative di promozione della cultura della disabilità con il centro studi Prisma, l’associazione della quale è presidente dal 1994. “Dato che Beppe è ormai un bellunese d’adozione, ci farebbe piacere ricevere copia dell’articolo in formato elettronico”. Angelo Paganin – Belluno Abbiamo ricevuto diverse lettere di approvazione e stima per l’articolo sopracitato. Ad Angelo Paganin e a chi fosse interessato per uso personale a questo come a tutti gli articoli di Città nuova ricordiamo che può trovarli sul sito di Città nuova on line www.cittanuova. it OLTRE L’HANDICAP “G. è un ragazzo cerebroleso di origine colombiana, figlio di genitori adottivi, che frequenta le elementari in un paese vicino al mio. Uno come lui ha bisogno di amore e di attenzioni più degli altri. E giorno dopo giorno, grazie all’aiuto degli insegnanti, fa progressi insperati sia nel campo scolastico che in quello delle attività sportive. “L’ho conosciuto in palestra durante le prove dei Giochi della gioventù e, superando la mia timidezza, gli sono andata incontro per complimentarmi con lui. Ho cercato quel giorno di dedicargli un po’ del mio tempo, di ascoltarlo, di “entrare nella sua pelle” vedendo in lui Gesù, come sto imparando dalla spiritualità dei Focolari. “Da allora, abbiamo trovato l’uno nell’esperienza dell’altro la forte voglia di andare avanti (io stessa sono affetta da sindrome di Down). Da lui ho imparato a non aver fretta, a saper godere di ogni piccola cosa, ad essere attenta e delicata nell’amore… G. ha significato il mio primo approccio con altri portatori di handicap. All’inizio ero anche un po’ spaventata, però mi sono fatta coraggio ed è andata bene. Ora mi è più facile avvicinare qualcuno nelle sue condizioni, e l’incontro è sempre motivo per me di intensa gioia ed emozione”. L.T. – Lazio HARRY POTTER E LA FIGURINA DI HAGRID “Caro Antonio, siamo una classe di 25 alunni della 1D (media) di Stezzano in provincia di Bergamo. Ci è piaciuto tantissimo il vostro articolo su Harry Potter e abbiamo voluto le fotocopie. Le mando la figurina n° 29. Spero che nessuno le abbia già mandato l’immagine di Hagrid. A parte Harry Potter, siamo un gruppo di “ragazzi per l’unità” e abbiamo fatto un congresso a Bergamo per parlare di pace ed è stato molto interessante. In questo momento è molto importante parlare di pace”. Rodrigo Tovar. “Caro Antonio Maria, sono una bambina di 10 anni e mezzo. Frequento la quinta elementare e mi piace molto leggere e scrivere. Insieme a mia mamma ho letto l’articolo che hai scritto sul quindicinale “Città nuova” di Harry Potter e mi sono molto divertita. Proprio ieri ho trovato doppia la figurina n° 29 e ho voluto mandartela. Con simpatia”. Marta Battaini Carissimo Rodrigo e tutti della 1D, carissima Marta, vi rispondo con un po’ di ritardo perché lo spazio per le lettere è poco e, in questi ultimi numeri, altri argomenti hanno avuto la precedenza. I ragazzi della 1 D sono effettivamente arrivati per primi con la figurina di Hagrid; ma per fortuna me l’ha mandata anche Marta! E, poi, anche Rachele! Altri miei amici, infatti, cercavano la stessa figurina. Peccato che non possiamo usare i gufi per la nostra corrispondenza! Mi piacerebbe vedere la redazione invasa da volatili, con i colleghi giornalisti babbani che si rifugiano sotto i tavoli. In questo periodo ho ricevuto molte lettere che parlavano dell’articolo su Harry Potter: alcune a favore, alcune contro (queste, naturalmente, scritte da babbani); tutte, però, parlavano con la testa. Le vostre sono state le uniche lettere che parlavano col cuore, perché mi avete mandato la figurina. E questo, state sicuri, non lo dimentico. Grazie. Con amicizia, Antonio Maria Baggio