La posta del direttore

Prostituzione piaga insanabile? “C’è un nodo che l’odierna società fatica a “mandare giù”. È la triste piaga della prostituzione, che giorno dopo giorno invade sempre più le strade delle nostre città. “Giovani ragazze vengono letteralmente buttate ai cigli della strada, sotto lo sguardo curioso, raramente compassionevole, di ragazzi adulti e quant’altro, creando problemi a tutti. “Siamo all’esasperazione: il passato schiavismo ci viene servito sul palmo della mano, tollerato da moltitudini di cittadini. Ci sono progetti più o meno validi. Spero trovino una veloce soluzione, che per quanto criticata, vale meglio di quanto stiamo vivendo.Voi che ne pensate?”. Vittore Grisot – Feltre (Belluno) “Ho visto su Maurizio Costanzo Show la confessione di un ragazzo martirizzato dai pedofili. Durante l’intervallo pubblicitario vedo su Raiuno Porta a Porta. Eccoti don Oreste Benzi circondato da una chiassosa turba di “femmine”. Ho seguito il programma fino alla fine. Punto controverso: dobbiamo perseguire anche chi ha scelto di fare il mestiere? Bisogna solo capire chi ha scelto liberamente, chi ha avuto più opportunità e tra queste ha scelto la prostituzione; può accadere anche questo, ma è cosa estremamente rara”. Corrado Scala – Noto (Siracusa) Sono solo due delle numerose lettere che abbiamo ricevuto su questo argomento. Siamo ovviamente d’accordo con chi ritiene il problema assai grave. E che cercare una soluzione sia inderogabile. Sembra che se ne vogliano occupare tanto il governo che l’opposizione. Si ascoltano pareri diversi e per lo più contrastanti, col risultato di trovarsi ogni volta davanti a veti incrociati. Fra i testimoni più credibili, perché se ne occupa da tempo con risultati insperati, è certamente don Benzi. Il quale agisce in prima persona con grande sacrificio e coraggio. Se sembra impossibile imitarlo su vasta scala, si potrebbe almeno ascoltarlo. Avrebbe molto da insegnare ai politici che dovrebbero legiferare in materia. Costo del metano “Come è noto, l’autority per l’energia ha fuso le tre specie di consumo: domestico, per riscaldamento, per uso industriale, e le ha trasformate in tre fasce di quantità; chi più consuma meno spende. “Va da sé che ad essere avvantaggiate sono le industrie e penalizzate, come sempre, le famiglie. È vero che rispetto a qualche anno fa la pressione fiscale è diminuita; ciò nonostante sul consumo di una famiglia media grava, fra addizionali, erariali ed Iva, ben il 99 per cento di imposte. Poiché il bisogno di risorse erariali è tuttora enorme, giova ricordare che un grossissimo contributo lo danno i pensionati e gli anziani insieme. Chi, se non loro, sono i grandi consumatori di metano, specialmente se le temperature si mantengono sotto lo zero? “Cari governanti, è giusto “balzellare” il metano del 99 per cento ed i generi di lusso del solo 30-40 per cento? Fate voi”. (I dati sono stati desunti da una fattura della società Camuzzi, relativa ai consumo del dicembre 2000). Corrado Raponi Cernusco Lombardone – Lc Che i grandi consumi dell’industria fruiscano di prezzi speciali, è un dettato della concorrenza internazionale, che andrebbe corretto da accordi pure internazionali, pena la preclusione dei nostri prodotti al mercato. Che si debbano “balzellare” spropositatamente i consumi privati, è invece una scorciatoia iniqua da sempre praticata dai governi (tutti) per motivi di cassa. Ciò detto, i dati da lei forniti andrebbero verificati meglio, ma nella sostanza il problema rimane in questi termini. Immigrati e demagogia “A proposito del vostro articolo “Anziani e immigrati” (Città nuova n. 23/2001, p.17), a mio avviso, si è omesso di dire che riguardo la ristrettezza dei flussi, il ministero ha detto che a tutt’oggi vi sono circa 250 mila stranieri iscritti al collocamento come disoccupati; e per quanto riguarda la mini sanatoria, per chi fa assistenza domiciliare in nero, essa sarebbe discriminante verso quella massa enorme di clandestini lavoranti presenti in Italia. “Ringraziamo per questa situazione chi ha detto sempre di chiudere un occhio sulla clandestinità appellandosi alla bontà di cuore e chi ci specula per averne il voto politico in futuro”. Luca Colli – Varese Dicimo subito che il problema degli immigrati è molto complesso e che da noi, ma non solo da noi, viene vissuto in maniera più emozionale che razionale. Purtroppo, sotto queste spinte, anche chi legifera è soggetto a farsi tentare dalla demagogia per accattivarsi, da un lato, il consenso di chi teme le conseguenze più negative dell’immigrazione, come l’aumento della criminalità. E, sul versante opposto, di chi vuole accaparrarsi il consenso di questi potenziali futuri elettori. Per fortuna c’è anche chi guarda a questa gente come a persone che versano in stato di gravissima necessità e delle quali non possiamo assolutamente disinteressarci. Noi vorremmo essere fra questi.Tanto più che del loro lavoro c’è bisogno, pena il ristagno di molte fiorenti attività economiche. Purtroppo, sotto queste spinte contrastanti, si è legiferato male, tardivamente e con scarsa efficacia. Il problema è molto serio; e produce scontento, disorientamento e danno per tutti. L’euro e Babbo Natale “Nel numero 1 di gennaio ho trovato una cosa che mi è dispiaciuta e cioè la foto del bambino vestito da Babbo Natale impersonante il neonato euro. “La figura di Babbo Natale è diventata il simbolo del più sfrenato consumismo (…), così da far trascurare il vero significato del Natale e far dimenticare Gesù Bambino. “Mi meraviglio che anche Città nuova si sia allineata all’andazzo”. Aldo Cogliati – Trieste La copertina dedicata al Natale era quella del numero precedente, con un’immagine commovente di New York e un bambino protagonista. Non ci sembra che il simpatico bimbetto che esprimeva il nostro benvenuto all’euro sul n.1, avesse attinenza col Natale, quanto piuttosto che il suo costume rosso richiamasse i regali di cui in qualche modo anche l’euro faceva parte. Niente a che vedere dunque con Gesù Bambino di cui abbiamo parlato a tempo e luogo con riferimento a doni diversi, quali la pace e la fraternità. Doni di speranza “Come ogni anno da tanto tempo, ho ricevuto in dono l’abbonamento a Città nuova da un caro amico. “Così mi sembra giusto offrire a qualche altro un abbonamento. L’ho già fatto l’altro anno, scrivendo dietro il conto corrente che era un abbonamento dono per un carcere a vostra scelta. Quest’anno rinnovo l’abbonamento, e ancora vi prego di offrirlo a un carcerato. Penso che chi non ha più la libertà, per qualsiasi ragione l’abbia perduta, ha bisogno di sentire che qualcuno gli è vicino e fa qualcosa per mandargli almeno qualche parola di speranza. “Ho sempre molto apprezzato il vostro giornale, anche se non sono una focolarina, e sono quasi sempre d’accordo con l’interpretazione che date ad ogni avvenimento, che ritengo serena e obiettiva, senza la faziosità e lo spirito di parte che si riscontrano altrove. “Vi auguro un buon lavoro e che sia di grande utilità per la gente. Gli auguri sono per tutti della redazione, ormai entrati nel numero dei miei amici”. Maria Bassi – La Spezia Pubblichiamo volentieri questa lettera perché ci sembra che una siffatta catena di simpatia, espressa attraverso abbonamenti omaggio, testimoni concretamente la condivisione per quanto la rivista vuole esprimere e corrisponda alle sue finalità. Il venditore di sorrisi “Eccomi a scrivervi di una piccola avventura a proposito della favola pubblicata da Città nuova nell’autunno del 2000, intitolata “Il venditore di sorrisi”. “Dovevo preparare l’omelia della domenica per l’avvento e volevo mettere l’accento sulla bellezza e sulla necessità di accogliere Gesù, facendogli trovare l’amore e la gioia. “Nelle tante confidenze avute in questi primi mesi di attività nella nuova parrocchia, spesso veniva fuori il problema del nervosismo, degli insulti, non come cattiveria, ma come modo di parlare comune. “Mi ricordai di quella favola e la lessi in chiesa durante l’omelia, con una sola brevissima prefazione. “Alla vigilia di Natale, una signora viene e mi dice che non riesce a togliersi dalla mente “Leonardo” (il protagonista). Non capisco subito di chi parli. Lei sorride e mi dice: “Quello dei sorrisi, che hai letto in chiesa…”. Continua a sorridere e mi fa capire che sta prendendo sul serio la spinta a vivere secondo il Vangelo. “Durante le vacanze di Natale, al termine di un incontro per bambini, faccio presente che dobbiamo dare a tutti l’amore, la gioia. Subito Roberto (III elementare) interviene e dice che bisogna fare come nella favola del venditore di sorrisi. Lo guardo e gli domando se la ricorda ancora e se vuole raccontarla a chi, quella volta, non era presente in chiesa. Inizia e la racconta tutta intera, con tanti particolari. “Qualche giorno fa, la mamma di Roberto mi ha aggiornato sugli sviluppi: quando in casa qualcuno sembra perdere la pazienza e ha qualche scatto o risposta eccessiva, Roberto interviene e dice: “Mamma (o nonno o papà), ricordati il cartoccio dei sorrisi””. Don Dante Sementilli – Ceccano (Fr)

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