La posta del direttore
Diritto di sepoltura dei bambini non nati Ginger Generation è una testata online dedicata alle ragazze adolescenti. Stiamo conducendo una campagna sul diritto alla sepoltura dei bambini che muoiono prima di nascere: in molte regioni italiane i bimbi che muoiono prima dei cinque mesi di gestazione per aborto naturale o terapeutico vengono considerati rifiuti speciali e, in quanto tali, smaltiti… in un inceneritore insieme ad altri materiali provenienti dalle sale operatorie. Il nostro portale propone una collaborazione attiva di chi crede in questo diritto, per fermare la barbarie in atto. Per ulteriori informazioni: http://www.gingergeneration.it/ n/una-sepoltura-per-i-bimbi-nonnati- 164-n.htm Valentina Mottana La vostra iniziativa mi pare encomiabile. Anni fa ho visitato in Giappone il cimitero dei bambini non nati, dove le mamme che sono state indotte ad abortire hanno seppellito in tombe vere i feti; e continuano a visitarli portando fiori, regalini e dolci, che in quel Paese è usanza deporre sulle tombe degli altri bambini. Posso garantire che questa testimonianza lascia il segno. Riforma pensionistica o presa in giro? Confesso di non capirci più niente… ma la possibilità di andare in pensione con almeno 35 anni di contribuzioni non è in vigore da mezzo secolo? Di nuovo c’è l’età, ma ancora ridicolmente bassa: i cinquantottenni di oggi sono ancora dei giovanotti. Ricordo che più volte, leggendo gli articoli di fondo di Montanelli, l’ho sorpreso a vergognarsi di essere italiano… Davvero siamo il popolo più fannullone dell’Occidente? Oltre che sorpreso e preoccupato, sono amareggiato. Il ministro Padoa-Schioppa dice che questa controriforma non toglie nulla ai giovani, perché attinge le risorse necessarie all’interno dei sistemi, e dei soggetti, pensionistici. Sarà per innata mentalità ragionieristica, ma so che se si dà da una parte, si toglie dall’altra. Appurato che non toglie ai giovani, appurato che non toglie ai pensionati al minimo, non restano che i vecchi pensionati, quelli veri, con pensioni guadagnate sul campo, ma per i quali, con il passare degli anni, queste pensioni diventano sempre più misere, sempre più umilianti. Ai politici che gliene importa? Le loro pensioni non sono né misere, né umilianti, né vergognose, anzi… La rottamazione degli ultrasessantacinquenni è cominciata. Duccio di Taro Il problema delle pensioni è certamente complesso e, come per la coperta troppo corta, tirandola da una parte si resta scoperti dall’altra. Gli stessi sindacati agiscono come una corporazione che difende i propri tesserati, e non aiutano a superare le attuali sperequazioni. Tuttavia si deve riconoscere che, con gli ultimi provvedimenti legislativi, ci si è mossi verso le fasce più deboli. Responsabilità e assenza di risposte Stamattina, entrando in aula alla prima ora, ho trovato la cattedra sporca. Mi sono rivolta con cortesia ai bidelli chiedendo se qualcuno potesse pulirla, ma la risposta è stata che la pulizia di quell’aula non era di loro competenza bensì degli addetti del pomeriggio. Inoltre mi hanno invitata a riferire al dirigente amministrativo. Così ho fatto: la segretaria, costatato che effettivamente la cattedra aveva bisogno di essere pulita, mi ha fatto capire con un sospiro che l’avrebbe pulita lei a meno che non si aspettasse il pomeriggio. Le ho chiesto di darmi l’occorrente perché l’avrei pulita io. Certamente l’insegnamento dato a tutti e soprattutto alle alunne che osservavano è stato: ho sollecitato l’intervento di chi doveva atti- varsi, di fronte all’assenza di risposte positive mi adopero io, non con l’atteggiamento passivo di chi è vittima inconsapevole dei ruoli, ma come cittadino attivo di fronte alle inadempienze e all’egoismo. Sono certa di aver testimoniato che solo così si costruisce quotidianamente una società civile e democratica. Maria Teresa Baselice – insegnante È in atto una campagna contro Padre Pio Per gli zelanti agitatori del clima anticlericale anche Padre Pio va bene come arma impropria per colpire la Chiesa. In una recente trasmissione televisiva Giorgio Oddifreddi, dopo aver definito il Santo di Pietralcina come un fenomeno da circo, lo ha messo sullo stesso piano di Vanna Marchi e con un semplicismo offensivo per l’intelligenza degli ascoltatori ha detto che tra i due non c’è nessuna differenza. Ciò significa che per gli atei la non esistenza di Dio è un dogma al quale sacrificano la logica e la stessa ragione. Vedran Monti L’affermazione di Oddifreddi non meriterebbe neppure una replica, se non fosse che sulla sua lunghezza d’onda si sono allineati diversi media a caccia del sensazionale. Penso che anche a chi non crede nel soprannaturale basterebbe ricordare il grande ospedale di San Giovanni Rotondo voluto da Padre Pio, per apprezzare la dimensione sociale del suo impegno e dargliene un titolo di merito. Quel paragone è ingiurioso e squalifica inequivocabilmente chi l’ha proposto. Non tutte le persone di convinzioni non religiose, però, sono su questa linea. Pertanto non generalizzerei. Ancora proteste per i programmi televisivi Qualche tempo fa, sul primo canale Rai, la trasmissione era condotta da Fabrizio Frizzi intitolata Tutti a scuola. Hanno partecipato ragazzi molto bravi, rispondendo alle domande del conduttore, e hanno cantato canzoni molto belle. La trasmissione è stata fatta nel cortile del Quirinale, presenti il ministro della Educazione Fioroni, il presidente della Repubblica Napolitano, Piero Angela, e altre persone di cultura. Come mai sulla Rai tv che dovrebbe proporre più spesso bellissimi programmi come quello sopra citato, abbondano invece trasmissioni molto scadenti, per non parlare della pubblicità?. Lino Minotto – Venezia La sua lettera andrebbe indirizzata direttamente alla Rai. Siamo contenti tuttavia di girarla noi stessi a quei lettori che volessero unirsi a questo messaggio che contiene insieme un apprezzamento e una protesta. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città GENOVA, CROCEVIA DI CULTURE. LA SFIDA DELLA FRATERNITÀ 27 ottobre 2007. Un teatro pieno in rappresentanza del popolo multiforme della città (dalle donne in chador ai politici, dai membri di altri movimenti ecclesiali a pastori cristiani) ha potuto ascoltare il messaggio della fraternità annunciato in un convegno di promozione della cultura dell’unità, realizzato dalla comunità dei Focolari di Genova insieme a Città nuova. I genovesi lo hanno voluto preparare con un articolo (n. 20/2007 pp. 14-18) di Michele Zanzucchi che poi, come moderatore del convegno, ha potuto far risaltare alcune esperienze di fraternità in risposta alle molte problematiche della città. Gli ingredienti del convegno? Informazione approfondita sugli attuali documenti di riferimento, a livello locale e nazionale, in materia di sicurezza e di valori da rispettare, in particolare la carta dei valori di recente varata dal ministero degli Interni con l’intervento di uno dei suoi redattori, il prof. Adnane Mokrani. E poi risposte concrete, alternate a spunti sociologici di riflessione, offerte dal prof. Paolo De Maina ad una delle sfide più attuali del nostro tempo, quella della fraternità, non solo a livello planetario, ma anche nazionale e cittadino, per una terra, come quella ligure, da sempre crocevia di culture. In ascolto i politici presenti che, a richiesta, hanno fornito informazioni e impressioni permeate dal desiderio di accompagnare attentamente le proposte e le esperienze ascoltate. Un piccolo grande universo, un pezzetto di società civile che si apre alla speranza. Sintomatica, in proposito, la risposta di Alma Sunje dalla Bosnia nella diretta telefonica che l’ha resa presente in sala. A chi le chiedeva il ricordo o la cosa più bella che si portava ancora dentro dopo dieci anni dal suo rientro in Bosnia: Le persone – ha risposto senza esitazione -; mi hanno accettato col cuore. Quale messaggio ci arriva da Genova dunque? Che dalla fraternità può nascere un pensiero forte. Anche il Sole 24 ore, recentemente, titolava: La città è di chi più la ama. Alda Ghezzi – Genova