La posta del direttore
Il volo libero contro gli incendi Quest’estate le tragiche notizie di incendi appiccati, soprattutto per opera di sciagurati piromani, in meravigliose regioni del nostro Paese, hanno purtroppo monopolizzato la cronaca. Vorrei segnalarvi un’opera silenziosa, ma estremamente importante, svolta dai nostri piloti a favore della prevenzione degli incendi. Lo spunto trae origine da una osservazione svolta da parte del club di volo libero di Tocco Da Casauria, nelle vicinanze di Pescara. I piloti dello stesso hanno osservato che il comprensorio di monte Morrone, ove si svolge una costante e continuativa attività di volo libero, è sostanzialmente l’unico territorio nel quale non sono scoppiati incendi rilevanti. Ciò non sembra un caso. Infatti è stato efficacemente verificato che i luoghi di volo maggiormente frequentati dai visitatori del cielo in deltaplano e parapendio sono stai risparmiati dagli incendi. La ragione è presto detta. Essi volano a bassa velocità ed a quote relativamente poco elevate in zone per lo più montuose ed impervie. Lo fanno senza motore, silenziosi. Ciò permette loro di svolgere una vera e propria azione collaterale di pattugliamento del territorio da una posizione privilegiata ed unica. Noi piloti siamo abituati a scorgere anche il segnale di fumo del più lontano comignolo per capire quale sia la direzione e l’intensità del vento al suolo, nelle varie zone di volo. Siamo i primi ad accorgerci di un focolaio in vaste zone poco popolate. Nel contempo, il nostro modo di volare ci permette di soffermarci sui dettagli del territorio e di mettere a fuoco (ovviamente dal punto di vista visivo) porzioni di territorio altrimenti non visibili. Nel contempo, questo pattugliamento rappresenta un deterrente per i malintenzionati che potrebbero essere individuati da un mezzo silenzioso che si muove sopra le loro teste. Non si tratta solo di una forma di prevenzione passiva. I membri del Volo Libero Tocco, per esempio, hanno avvistato in volo importanti focolai sulla Maiella e sono stati i primi a segnalarli alle autorità preposte, evitando il peggio. Si può quindi affermare che il volo libero, costituisce un valido fattore di prevenzione e protezioni contro gli incendi. Avv. Luca Basso presidente F.I.V.L. Le gravissime emergenze appena vissute relativamente agli incendi, delle quali si è ampiamente parlato, hanno fra l’altro dimostrato quanto sia difficile intervenire tempestivamente sui focolai. È dunque indispensabile la collaborazione di tutti, anche per gli avvistamenti. Segnatamente di chi, come precisato con chiarezza in questa lettera, si trova avvantaggiato per farlo. Dislessia e provvedimenti legislativi Sono venuta a conoscenza che è stato approvato un disegno di legge sulla dislessia. Come insegnante e madre di tre figli in età scolare, quello che ho letto non prospetta un buon futuro per molti bambini, perché si stanno minando le basi sulle quali si fonda l’istruzione per la futura preparazione professionale e culturale degli studenti. Non è cosa da poco dispensare l’alunno dalla lettura e obbligarlo (misura compensativa) a utilizzare strumenti che leggono al suo posto, oppure costringere quelli che hanno difficoltà nella scrittura ad usare il computer con il correttore ortografico e l’obbligo di utilizzare la calcolatrice per chi fa errori di calcolo, come si legge nelle premesse al disegno di legge. Da che mondo e mondo questi tipi di difficoltà hanno fatto e fanno parte del processo di apprendi- mento soprattutto nei primi anni di scuola; ed è proprio attraverso l’esercitazione, la lettura, i dettati, i temi, le correzioni degli insegnanti che tutti le abbiamo superate. Così come sono stati sempre presenti bambini più lenti, che scambiavano o omettevano lettere o avevano difficoltà a decifrare segni linguistici, ma che, andando avanti negli studi, li hanno superati brillantemente, come ho avuto modo di vedere personalmente. Non mi sembra che questi accorgimenti di carattere dispensativo e compensativo risolvano alcunché, anzi impediscono il reale superamento delle difficoltà, così che l’alunno resterà incapace per tutta la vita qualunque classe lui stia frequentando. Mi chiedo dove sia andata a finire la libertà di insegnamento. Se questa legge viene approvata, si potranno verificare situazioni in cui un’insegnante conoscendo le potenzialità dell’alunno, pur in presenza di errori, e ritenendolo in grado di affrontare un normale percorso didattico, si ritroverà costretto a segnalarlo come dislessico per un’eventuale diagnosi, e se non dovesse farlo, sarà soggetto a denuncia per omissione nell’applicazione della legge. A mio avviso questo disegno di legge è addirittura anticostituzionale visto che intacca pesantemente l’articolo 33 della Costituzione sulla libertà di insegnamento. M. Z. – Lombardia Pur ammettendo la buona fede del legislatore, la sua lettera mi pare dettata da un grande buon senso. Dunque il suo pensiero mi pare largamente condivisibile per quanto riguarda certamente la maggior parte dei casi da lei descritti. Resteranno, suppongo, le forme più gravi delle quali dovrebbe occuparsi la legge, senza fare di ogni erba un fascio. Ci si può dunque augurare che durante il dibattito parlamentare si preciseranno gli opportuni distinguo. Aiutati certamente dalle osservazioni sollevate, come ha fatto lei, da chi opera nel campo. Lettere dal fronte di Città nuova Poco prima dell’estate, in una lettera indirizzata a chi non aveva rinnovato il proprio abbonamento a Città nuova esprimevo il desiderio di restare in contatto: Sono sicuro che lei possa capire quanto sia difficile essere la voce di chi vive e desidera che si realizzi la fraternità universale. Le assicuro, però, che ci proviamo ogni giorno, senza arrenderci, anche con la collaborazione delle 36 edizioni presenti nel mondo. E abbiamo bisogno anche di lei per continuare a farlo. Mai, però, avrei potuto immaginare la pioggia di risposte da cui siamo stati sommersi nei mesi successivi. Anche chi non aveva rinnovato l’abbonamento ha voluto condividere le proprie motivazioni, per partecipare le proprie difficoltà economiche, per segnalare disguidi nei pagamenti, alleviare le difficoltà degli altri. Ovviamente c’è chi non condivide l’impostazione del giornale e per questo motivo non desidera riceverlo. Ma i più hanno risposto incoraggiandoci a continuare nel nostro lavoro. Riporto allora alcuni brani di queste lettere: Cara Città nuova! Vorrei dire subito che mi sei stata molto utile nei momenti difficili: una rivista fatta con cuore perché quando la si legge si scopre un mondo dentro di sé. Non sono una dei poveri, farò l’abbonamento al più presto. Sono un’abbonata da lunga data. Fino a quando mi è stato possibile ho provveduto regolarmente io stessa al rinnovo. Ho sempre apprezzato il vostro lavoro, la competenza, l’equilibrio e la chiarezza. Leggo la rivista con vivo interesse e la faccio conoscere, ma la mia attuale situazione economica non mi permette la spesa del rinnovo: se le sarà possibile venirmi incontro in qualche modo gliene sarò infinitamente grata. Non ho più rinnovato l’abbonamento perché non trovo più il tempo di leggere. Lavoro, ho due bimbi di cui uno di 20 mesi che dorme poco la notte ed è molto impegnativo. E poi la spesa, la cura della casa, lavare e stirare. Queste sono le motivazioni per le quali (momentaneamente) ho sospeso l’abbonamento che riprenderò non appena mi sarà possibile. Un lettore scrive di suo pugno sulla stessa nostra lettera: Mi avete convinto, rinnovo l’abbonamento per sei mesi. Una lettrice, dopo aver motivato la sospensione dell’abbonamento, conclude: Scusi questa mia chiacchierata, ma vi sento molto vicini per dirvi queste cose. Mia madre di 91 anni non legge più, per questo non ha rinnovato l’abbonamento, ma io (la figlia, ndr) ho deciso di offrire l’abbonamento a persone che leggono la rivista ma non possono pagare. Grazie del vostro impegno. Sono un giovane che frequenta il focolare. Quest’anno, quando sono andato per rinnovare il mio abbonamento, ho saputo che qualcuno me lo aveva donato. Allora ho dato la disponibilità della mia quota per un abbonamento regalo ad un giovane, mio amico, che in questo periodo non era attrezzato economicamente. Ringrazio tutta la redazione per il vostro lavoro. Un’abbonata era sulla fermata dell’autobus e stava chiedendo a Dio che cosa potesse fare per dare il suo contributo. Ed ecco una folata di vento improvvisa le fa danzare davanti una banconota da 50 euro. Le raccoglie e si guarda intorno per restituirla ma… non c’è nessuno. Allora non ha dubbi: Sono per chi non può rinnovare l’abbonamento a Città nuova!. Sono diventata mamma del terzo bambino e, dopo molta incertezza, perché la vostra rivista mi sembra positiva, coerente con il Vangelo in cui credo e utile alla formazione della coscienza, ho dovuto cedere. Non ho più tempo. Spero sia solo per poco e, soprattutto, mi auguro di non aver intaccato il vostro entusiasmo. Per dimostrarvi la mia stima desidero proporvi l’indirizzo di una famiglia amica, interessata alla vostra rivista.