La posta del direttore
La persona umana e la convivenza politica Il 25 maggio 2007 il professore Antonio Maria Baggio è venuto a Marsala e ci ha parlato su La persona umana è fondamento e fine della convivenza politica: un discorso lineare, incisivo e che in conclusione ci ha presentato i punti fondamentali sui quali dovrebbe poggiare il comportamento dei nostri amministratori: libertà, uguaglianza, fraternità. Eravamo alla vigilia del ballottaggio per l’elezione del sindaco e tutti, credo, vedevamo come certi candidati avevano usato tutti i mezzi per denigrare l’avversario. Ciò si verifica purtroppo anche in occasione di elezioni regionali o nazionali. Ci si impegna più a mettere in ridicolo l’avversario e a farne notare gli inevitabili errori, piuttosto che a precisare il modo reale di attuare il proprio programma. Il popolo si stanca, aumenta l’astensionismo, e mentre alcuni fanno grossi profitti, la maggioranza continua a soffrire e a stringere la cinghia per finire il mese. Che grande differenza tra lo stipendio di un insegnante e quello di un ministro! O tra la pensione di una casalinga e quella di un deputato!. Alberto Di Girolamo – Marsala La sua lettera si commenta con ciò che sta quotidianamente sotto i nostri occhi. Come non essere d’accordo con i suoi rilievi? Nonostante tutto, però, non ci vogliamo abbandonare al pessimismo. Da quanto detto dal prof. Baggio a Marsala e da quanto continuiamo a proporre su Città nuova, siamo convinti che si debba e si possa arrivare ad una inversione di rotta. Focolarini e politica occorre chiarezza Ho letto qualche giorno fa l’articolo di Paolo Lòriga su Focolarini e politica e non posso non scrivere per complimentarmi. Chiarezza, linearità, coraggio, determinazione, risposte (involontarie?) agli attacchi, più o meno velati, che di tanto in tanto arrivano all’impegno del Movimento in politica: pochi giorni dopo ho letto anche sul Venerdì di Repubblica un articoletto tra l’ammirato ed il canzonatorio sull’on.le De Torre, sottosegretario alla Pubblica Istruzione e focolarina. Col vostro ultimo pezzo, e senza smettere di guardare le cose da un punto di vista altissimo, ecco una presa di posizione che porta lo scambio di idee non sul banale (e stupido) i focolarini stanno a destra o a sinistra? … probabilmente a sinistra!, ma sul confronto più propriamente politico, che attiene al bene comune e a come costruirlo. Un articolo che tacita coloro che diffondono notizie parziali con il solo intento (a me pare) di seminare zizzania tra i cristiani impegnati in politica. Complimenti, dunque, e avanti con la stessa chiarezza!. Avv. Carlo Fusco – Roma Alla pubblicazione dell’articolo citato ha fatto seguito una lunga sequenza di apprezzamenti, che questa lettera sintetizza in maniera efficace. È stata gradita soprattutto la presentazione chiara di una sorta di compendio della visione politica che nasce dalla vita e dalla riflessione maturate in seno ai Focolari. Niente di nuovo, però. Da sempre, gli articoli di politica sulla nostra rivista sono ispirati da un tale patrimonio ideale. L’incoerenza dei cristiani vanifica il dialogo Sono purtroppo tanti i dotti che (forse per essere reputati tali) si schierano decisamente con chi propone un modello italiano di zapaterismo, che si distacca dagli insegnamenti della Chiesa. Negare i princìpi antropologicamente morali non significa essere democratici e tolleranti, ma scadere nella contraddizione del dichiararsi cattolici e non darne testimonianza anche nel confronto con altre fedi che, al contrario, hanno maggiore coerenza. G.R. – Palermo A proposito della Terra Santa A proposito della crisi esplosiva che attanaglia la Terra Santa, da un lato, affermate che l’attenzione internazionale esiste, dall’altra, denunciate la volontà di diversi Stati di voler solo inserirsi nel conflitto, piuttosto che fornire gli elementi necessari per risolverlo. Perché tutta questa vaghezza? Ma lo sapete che cosa significa Hamas? Sapete che cosa sta succedendo dopo l’11 settembre 2001 sull’intero pianeta, visto che in questi giorni è stata coinvolta anche l’Australia? Serve più determinazione da parte cristiana anche nelle piccole cose. Una volta, dissero a Gesù: Rabbi, tu che non hai paura di nessuno e dici sempre la verità…. Già, appunto, per i cristiani Gesù dovrebbe essere un modello di vita coraggiosa anche in contesti terribili, dove bisogna esser pronti a difendersi e a proteggere chi sta subendo sistematiche violenze e discriminazioni! Non si dialoga tra sordi! E, d’altronde, occorre operare una netta distinzione tra fede e fanatismo. Tiziano Guastoni Sarebbe troppo facile attizzare una polemica che già è quotidianamente innescata sull’argomento. E ribaltare il discorso, asserendo che ci vuole più coraggio ad affrontare a mani nude chi ti perseguita, come in effetti ha fatto Gesù e fanno i martiri cristiani che ancora abbondano. Di fedeli, come di fanatici, se ne trovano su entrambe le sponde. E così pure di prevaricazioni contro gli inermi che in ogni caso dovremo salvaguardare e difendere. Per questo l’opzione del dialogo resta a nostro avviso sempre la migliore, per non dire l’unica che possa disinnescare l’escalation dell’odio e della violenza. Bokayè per aiutare la donna in Costa d’Avorio Dal mese di febbraio sono in contatto con un missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) padre Luciano Gonzales che opera in Costa d’Avorio a Vridi 3 (Abidjan) dove è da poco nata l’associazione di donne Bokayè (aiutiamoci) Queste donne, stanche della loro condizione precaria di abusi, vessa-zioni, violenze, stupri…, hanno deciso di unirsi per combattere queste ingiustizie e cercare di far trionfare la loro dignità di spose, di madri, sostenute dalla divisione Diritti dell’uomo della missione presente in Costa d’Avorio È possibile portare all’attenzione dei vostri lettori questo problema? A chi volesse maggiori informazioni, mando la mail del mis-sionario referente: lucianogonzales2000@yahoo.fr Rosaria Privitera Saggio – Lentini Incontriamoci a Città nuova, la nostra città Solidarietà fra i lettori di Città nuova Barletta, 14 giugno 2006. Una telefonata ci sconvolge comunicandoci che due dei nostri figli con la fidanzata di uno di loro avevano avuto un grave incidente stradale ed erano ricoverati in due diverse città del Centro Nord, molto distanti da Barletta dove noi risiediamo. In questi momenti convulsi non sai cosa fare e a chi chiedere aiuto; mi è venuto in mente (ma non saprei spiegare il motivo) l’amico Angelo, della mia stessa città, abbonato anch’egli al giornale e gli ho comunicato dell’incidente chiedendogli se aveva delle conoscenze in quelle due città. Mi ha risposto che aveva conosciuto un abbonato in una delle due città e che l’avrebbe chiamato telefonicamente per chiedergli se poteva recarsi in ospedale e informarsi delle condizioni del ragazzo. Io e mia moglie partiamo immediatamente per raggiungere i due ospedali. Durante il viaggio ci arriva la telefonata di questo abbonato contattato da Angelo: ci rassicurava della condizione di salute di uno dei ragazzi che era ricoverato a Cesena e che, a sua volta, aveva telefonato ad un amico di Ravenna che aveva conosciuto sempre tramite il giornale, di recarsi in ospedale per avere notizie degli altri due e possibilmente assisterli. Quando siamo giunti in ospedale era sera tardi e queste carissime persone stavano ad attenderci per rassicurarci che gli altri due non erano in gravissime condizioni e che se la sarebbero cavata con una lunga degenza. E intanto avevano trovato un alloggio nei pressi dell’ospedale che potevamo utilizzare per tutto il tempo necessario, ed erano disponibili nell’avvicendarsi per assistere i nostri ragazzi e per non farci affaticare. C’è stata una gara di solidarietà che non pensavamo possibile. Hanno assistito i ragazzi con dedizione per tutto il tempo che sono stati ricoverati (circa 30 giorni), non ci hanno fatto mancare nulla: dal cibo agli indumenti, si sono offerti di accompagnare me nella zona dove è avvenuto l’incidente per gli adempimenti di legge (carabinieri, soccorso stradale, assicurazione). Sì, è stata un’esperienza dolorosa, però è stata anche una testimonianza di amore concreto di questi fratelli. Grazie, Città nuova! Giulia e Michele Dargenio Barletta Quella rivista non mi può mancare Da anni abbono una signora che mi ha sempre detto di apprezzare molto la rivista; mi sono resa conto di averla contattata quasi sempre solo in occasione del rinnovo dell’abbonamento, o delle ricorrenze, ma il rapporto c’è e il dialogo è sempre molto profondo. Quest’anno, incontrandola, abbiamo parlato a lungo anche di Città nuova e… davo per scontato che avrebbe rinnovato l’abbonamento. La risposta invece è stata: Mi spiace molto, a malincuore devo sospendere, ma proprio non riesco più a leggere…. Non ho insistito, salutandola con calore. Un paio di mesi dopo ci siamo incontrate di nuovo per caso, e mi dice: Sai, in quest’ultimo periodo ho avuto un po’ più di tempo libero e ho capito che quella rivista non mi può proprio mancare. Lettrice di Cune Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it