La posta del direttore
Evoluzione o involuzione? Sono un antico lettore di Città nuova e ho letto sul n° 24/2006 l’intervista al professor Fiorenzo Facchini: L’uomo conteso. L’argomento mi ha subito attratto perché oggetto di riflessione fin da bambino… Mi ripugna però pensare che l’uomo uscito dalle mani di Dio sia in fondo una scimmia intelligente, seppure la più bella ed evoluta. Come mai le dico queste cose, non certo originali? Perché vorrei sottoporle un diverso punto di vista, che ho trovato oltremodo avvincente… In una parola, se invece di evoluzione ci trovassimo di fronte ad una involuzione? Se invece di cambiamenti migliorativi si trattasse di cambiamenti peggiorativi? Inoltre, pensare ad una evoluzione ascendente non è, in un certo senso, contro la legge universale dell’entropia, che sosterrebbe più logicamente una evoluzione discendente? Da che cosa sono generati i dubbi sull’evoluzionismo ascendente? Dalla Bibbia… Si intravedono nella Bibbia degli indizi che possono condurre alla comprensione, anche scientifica degli avvenimenti. Un dato che emerge chiaro è che l’umanità con l’andar del tempo ha perso il ricordo delle origini e che si è corrotta sempre più. Piero C. – Rivoli Spero di non aver ridotto troppo la sua lunga e interessante lettera, ma era l’unico modo per ospitarla sulla rivista. La risposta dovrebbe essere ben più complessa di quella possibile in questa rubrica, però le offro almeno alcune considerazioni e un consiglio su come approfondire la tematica. La scienza che studia l’evoluzione ha da tempo messo in dubbio l’esistenza di un miglioramento progressivo: l’evoluzione non sa dove va, è l’ambiente che seleziona la variazione più adatta, quella che potrà avere una prole più numerosa. Anche la stessa complessificazione degli organismi non è considerata la prova di una progressione verso qualcosa di migliore. Qualcuno sostiene addirittura che potrebbero essere i batteri il prodotto più significativo dell’evoluzione, visto che sicuramente rimarranno anche dopo la fine della razza umana. Insomma il concetto dell’uomo vertice dell’evoluzione potrebbe rientrare più facilmente nella visione cristiana che nell’attuale visione scientifica. E qui si apre tutta la questione teologica a cui lei accenna nella sua lettera. Per approfondire su solide basi, sia scientifiche che religiose, questo aspetto oggi così dibattuto, le consiglio allora di visitare il sito www.disf.org o leggere il bel Dizionario di Scienza e Fede pubblicato da Città Nuova, che del sito è il naturale complemento. A proposito di crediti scolastici In tempi di esami di maturità è il caso di soffermarsi sul sistema di attribuzione del credito scolastico nel triennio che precede l’esame stesso. Vediamo qualche esempio: al termine del primo anno di detto triennio, allo studente che abbia conseguito una media dal 7,1 all’8 può essere attribuito un credito dal 5 al 6; per una media dall’8,1 al 10 il credito sarà dal 6 all’8, tenendo conto oltre che della media dei voti anche dell’assiduità della frequenza scolastica, dell’interesse e dell’impegno nella partecipazione al dialogo educativo e alle attività complementari ed integrative e di eventuali crediti formativi. Tale sistema, applicato meccanicamente, può ingabbiare lo studente che, per esempio, abbia raggiunto la media matematica del 7,81 al quale non servirà a nulla aver partecipato con costanza e serio impegno a tutte le attività curricolari e aver superato, per esempio, il Pet (Preliminary English Test), tra l’altro con un costo in termini di denaro per la famiglia. Il suo credito sarà inesorabilmente 6, magari come quello dello studente con la media del 7,1, che abbia dimostrato lo stesso impegno dello studente precedente o semplicemente partecipato ad attività extracurricolari piuttosto che rimanere a casa a studiare. Al contrario, lo studente che abbia raggiunto la media dell’ 8,1 anche se non avrà dimostrato la stessa costanza e lo stesso impegno, per il superamento dello stesso Pet, o la partecipazione alle attività di cui sopra, si vedrà attribuire il massimo punteggio. Certo tale meccanismo potrebbe, anzi dovrebbe essere corretto con il buon senso degli insegnanti, ricorrendo, come previsto, al voto di concetto che tenga conto non solo dei numeri, ma anche della persona. Ma, visto il basso profilo umano di certi (non pochi) docenti, il ricorso al buon senso appare molto lontano. Giovanni Casoli – Roma Enfasi mediatica ed egemonia culturale Volete sapere cos’è una egemonia culturale? Un esempio sarà meglio di cento discorsi. Ricordate i rapimenti delle due Simone, della Sgrena, di Mastrogioacomo? E come potreste non ricordare, visto il battage quotidiano – che dico? – a cadenza oraria con cui i tiggì ci tenevano col fiato sospeso? Viste le prime pagine, tutti i giorni, i porta-a-porta, i talkshow, le gigantografie sul Campidoglio, le dichiarazioni preoccupate dei big e dei leader, le manifestazioni e i cortei? Viste le accoglienze trionfali, in diretta, coi ministri alla scaletta dell’aereo? Riscatti miliardari, funzionari uccisi, incidenti diplomatici, nulla ci fu risparmiato. Invece, per padre Bossi, il missionario rapito dai guerriglieri islamici nelle Filippine, silenzio. Silenzio di tomba della mafia mediatica italiana. È chiaro adesso cos’è un’egemonia culturale?. Rino Cammilleri Senza nulla togliere ai buoni motivi – ogni vita è sacra – che hanno giustificato l’enfasi mediatica con cui sono stati trattati i casi da lei citati, convengo sulla costatazione che si applicano troppo spesso due pesi e due misure. E dunque ritengo corrispondente al vero quanto lei afferma a proposito dell’egemonia culturale che condiziona buona parte dei media nel nostro Paese. Anche se negli ultimi giorni l’attenzione dei media per padre Bossi si è alla fine risvegliata. D’altra parte, le polemiche rischiano di essere controproducenti, rendendo ancor più difficile la liberazione del prigioniero. Intellettuale ateo invita i cristiani a reagire Un grande intellettuale ateo come Leo Moulin, docente di storia e sociologia all’università di Bruxelles, riferendosi alla campagna anticristiana attualmente in atto ha dichiarato: Voi cristiani da tutti vi siete lasciati presentare il conto, spesso truccato, senza quasi discutere. Non c’è problema o errore della storia che non vi sia stata addebitato. Invece io, agnostico, ma storico che cerca di essere oggettivo, vi dico che dovete reagire, in nome della verità. Spesso infatti non è vero. E se talvolta il vero c’è, è anche vero che, in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. Ma poi perché non chiedete a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate certe prediche?. Dopo queste parole un po’ di lucidità non guasterebbe!. Silvano Bonini È vero che spesso i cristiani non reagiscono alle offese; ottima cosa, se ciò avviene nello spirito evangelico del porgere l’altra guancia; pessima cosa, se ciò avviene invece per ignavia. Davanti alle calunnie, esiste anche il dovere di rendere testimonianza alla verità, nella serenità e nell’ascolto mai precluso. E ciò molto spesso costa assai più che il fingere di non sentire. Senza ledere il precetto della carità, si può dunque, e spesso si deve reagire alle accuse ingiuste. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città Un grazie dall’Uganda ai lettori di Città nuova Caro direttore, mi permetta ancora una volta di scriverle, non per fare il diario dei miei viaggi, né per esibizionismo, ma per inviarle una foto che credo simboleggi lo spirito della sua rivista e del cuore dei suoi lettori. Per la terza volta sono andata in Uganda a fare volontariato presso la Primari School Arcobaleno di Mbuja-Kampala e già le prime due volte ho sentito di doverne dare testimonianza scrivendole (come può riscontrare nel n. 23/2005 e nel n. 19/2006). Alla mia seconda lettera, pubblicata sulla sua rivista, hanno risposto con adozioni e donazioni parecchi lettori. Grazie a loro la scuola si sta ingrandendo ed il numero dei bambini adottati a distanza è aumentato. Bisogna credere che è grande l’uomo che, porgendo una mano a chi cerca aiuto, diventa artefice del destino dell’altro. La foto che accludo mostra i ragazzi che mi corrono incontro gioiosi, forse perché in me vedono i loro genitori italiani che li hanno adottati e che difficilmente conosceranno. Quei genitori che hanno dato loro un presente magico e un futuro sicuro. E dunque un grazie di cuore a lei che mi ha pubblicato, e ai suoi lettori generosi, anche a nome delle focolarine che dirigono questa scuola, dei ragazzi tutti, delle loro famiglie riconoscenti. Con stima e ammirazione. Raffaelina Barbaro Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it