La posta del direttore

L’Islam che fa paura Leggo Città nuova da trentacinque anni e mi dispiace notare una certa involuzione che non mi sembra coerente con l’Ideale che vuole promuovere. In particolare un articolo recente intitolato l’Islam che non fa paura mi ha lasciato molto perplesso perché mi sembra che dalla intervista all’imam Zaki Badawi – cito testualmente: …noi avvertiamo che una volta istallati in Europa pacificamente riporteremo quel ‘senso del divino’ che qui sta scomparendo – si evince chiaramente che lo scopo ultimo dell’Islam è la conquista dell’Europa. Queste terribili parole mi riportano ad un altra intervista di qualche tempo fa: non ricordo in quale trasmissione, un imam affermò queste testuali parole: Noi entriamo in Europa con le vostre leggi e riporteremo Dio con le nostre leggi. Altro che Islam che non fa paura! A questo punto sorge una domanda: ma è vero che questa gente che viene in Europa viene per bisogno? oppure vi è dietro l’orchestrazione di un grande vecchio che vuole conquistarci pacificamente non potendo riuscire con le armi? Mi viene inoltre da pensare che, vista la vostra difesa dell’Islam e la vicinanza al cristianesimo da voi spesso esaltata, molti cristiani di debole costituzione potrebbero convertirsi all’Islam. Giuseppe Altieri – Palermo Storicamente l’Islam ha sempre cercato di conquistare l’Europa e, a più riprese, in parte c’è riuscito. Lo ha fatto in Spagna, occupandola per diversi secoli, in Sicilia, nella Penisola Balcanica, territori europei da cui si è dovuto ritirare. Mentre nel Nord Africa e in Asia minore, dove è rimasto egemone, si è sovrapposto a una cultura che in precedenza aveva costituito un unicum abbastanza omogeneo con l’Europa proprio grazie al cristianesimo. A quei tempi, però, anche i cristiani si muovevano con intenzioni e metodi non molto diversi: pensiamo alle Crociate. Oggi la globalizzazione costringe a cambiare prospettiva. Ma ognuno si muove in base ai valori e alle certezze che possiede. Anche l’Europa esiste come tale in quanto si riconosce nei propri valori. Così è dell’Islam. E in questo confronto, sta vincendo l’Islam. A maggior ragione, dunque, oggi è tempo di dialogare, coscienti che è questa l’unica strada percorribile per evitare un conflitto planetario. Lo si può fare proprio cominciando da quegli esponenti di un Islam moderato di cui poco si parla, ma che pure esiste. È per andare alla scoperta di queste persone che si è mosso il nostro redattore; per conoscerle e dare testimonianza della loro esistenza e del loro impegno. Ciò senza negare l’esistenza di un Islam che fa paura ma che non può essere ricondotto al dialogo usando i suoi stessi metodi. Bertinotti degasperiano? Continua impunito il vizio di certi politici di appropriarsi a posteriori di culture e personalità a loro del tutto estranee, e che in vita furono strenuamente combattute da loro stessi. È il caso di Bertinotti che appena due giorni fa si è dichiarato degasperiano. Qualcuno dovrebbe ricordargli che tre furono i pilastri della politica di De Gasperi: anticomunismo, atlantismo, libero mercato. Luigi Fressoia – Perugia A chi chiedeva conto ad un rivoluzionario francese dei suoi ripensamenti politici, questi rispose: Sono cresciuto. La cosa non è nuova e spesso neppure riesce a nascondere meschini interessi di bottega. Non mi pare questo il caso di Bertinotti. Staremo comunque a vedere che uso farà della nuova carica cui è stato eletto. È vero che di De Gasperi si possono ricordare l’anticomunismo, l’atlantismo e la scelta del libero mercato, ma soprattutto ricordiamo come la sua intelligenza politica sia stata conformata sempre ad una grande dirittura morale. Dovrebbe essere questo l’impegno più grande per chi voglia definirsi degasperiano. Non resta che augurarglielo e augurarcelo. Coerenza cristiana Da cristiano, posso cercare di essere testimone nella mia vita di tutti i giorni, ma di certo non posso fare niente per quanto riguarda i problemi più ampi, come la guerra, la fame nel mondo, la fecondazione assistita… Per questo tipo di questioni sono costretto a delegare, come tutti gli altri italiani, qualcuno che mi rappresenti, ed è qui il problema: non riesco a trovare una forza politica in grado di sostenere un’azione fondata sui valori del Vangelo, una corrente che raggruppi i cattolici italiani e dia loro una guida e un riferimento. Riscontro invece che, a volte, i buoni princìpi sono sparsi qua e là tra i partiti, ma sempre affiancati da iniziative riguardanti altri campi nettamente insoddisfacenti. Con questo non voglio arrivare ad affermare che non ci siano cristiani in politica, solo che mi sembrano assoggettati ad un partito, ad una ideologia che non permetta loro di esprimersi come dovrebbero.Di qui secondo me la necessità di un movimento politico cristiano, di un partito in cui non abbiano più significato le sigle destra o sinistra, ma solo il Vangelo sia l’unico ideale. Oggi molti cristiani hanno quasi paura o vergogna di uscire allo scoperto, di affermare una loro idea, perché considerati fuori moda o superati da una società in cui di valori ne trasudano veramente troppo pochi… non mi spiegherei altrimenti, ad esempio, il motivo per cui sia potuto passare il referendum sull’aborto. Proprio questo è secondo me il problema: troppi di noi vivono la fede come un qualcosa solamente di personale, e in nome della libertà di pensiero riserviamo ad altri le decisioni più importanti. Qualcuno potrebbe benissimo dirmi: Visto che sei tanto bravo a fare tutti questi discorsi, perché non ci entri tu in politica?… e probabilmente avrebbe ragione. Il fatto è che io volevo esprimere un mio disagio, un dubbio che come ragazzo mi sento in diritto di presentare, per tentare di avere qualche risposta. Emanuele Michelon – Verona Caro Emanuele, la tua lettera mi è piaciuta molto. Personalmente mi sento di darti pienamente ragione. Ti ringrazio dunque, innanzitutto per la tua franchezza che già rappresenta un presupposto importante per passare ad una azione concreta. In secondo luogo, mi pare indispensabile non restare soli, ma cercare chi ci sia che pensa come noi. Forse già ne conosci di questi giovani. Io so per certo che ce ne sono anche nella tua città. E, visto che hai scritto a Città nuova, penso di poterti dire che si tratta dei gen. Valli a cercare ed esponi loro quanto ti urge dentro. Sono certo che troverai dei buoni amici per attuare insieme questi ideali. Ricominciamo dalla fraternità Dalla Rivoluzione francese, ci viene insegnato: liberté, egalité, fraternité. Ora quest’ultima, la fraternité, a me sembra che da sempre sia stata un po’ dimenticata. Dalla trasmissione di Raffaella Carrà, mi sembra che venga fuori il dare, cosa anche questa, come la fraternità, dimenticata da sempre. Se mettiamo insieme la fraternità e la cultura del dare, ho l’impressione che potrebbe essere un buon inizio per un cambiamento della nostra società. Pietro Olmo – Rapallo È esattamente quanto andiamo dicendo in mille maniere su questo giornale da tempo. Anzi, da sempre, cioè da 50 anni a questa parte. Un nuovo amico Del giornale leggo sempre tutto e quando non faccio in tempo mi porto i numeri vecchi in vacanza. La scorsa estate il bagnino era tunisino e su Città nuova c’era proprio un articolo che parlava di quella terra e della fratellanza con tutti. Lui ha letto il giornale fino all’ultima riga, così abbiamo fatto amicizia. Nel salutarci ha detto che non potrà mai più parlare male di un cristiano. Convegni culturali per il 50° di Città nuova Padova e Montecchio (Vicenza) gli appuntamenti appena conclusi: qualificati e densi di significato e prospettive. Khaled Fouad Allam, docente universitario, giornalista ed ora anche onorevole, esperto di Islam contemporaneo e di questioni relative all’immigrazione, ha dialogato a Padova con Giovan Battista Brunori, redattore esteri e vaticanista del Tg2, con la moderazione di Michele Zanzucchi, che poi ha partecipato anche al convegno di Montecchio, sui temi del dialogo, dell’integrazione e dell’uso dei media. Credibili le esperienze sul campo di cristiani e musulmani. A Montecchio protagonisti sono stati giovani di varie fedi e culture che hanno comunicato con intensità e saggezza la volontà di costruire un mondo di fraternità e di pace. Fatti, testimonianze, momenti artistici, buffet etnico gli ingredienti per un pomeriggio di grande speranza. 21 maggio: Ancona. Auditorium Fiera della Pesca. Ore 16.30. Famiglia: scommessa di valore. Info: focfancona@libero.it focm.ancona@mercurio.it 21 maggio: Scandicci (Fi) Centro Mariapoli. Ore 10-18. Lavorare oggi: i diritti, i valori, il sindacato. Info: angela.giuliani@aliceposta.it Centro Mariapoli 055/7309050 Nel mese di giugno si terrà un convegno in Sardegna, in luogo e data ancora da definire.

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