La politica di Francesco per gli Usa

I principali quotidiani statunitensi leggono la visita e i discorsi del papa, un grande comunicatore, una figura così carismatica, grazie al «paradosso insito del messaggio cristiano: il papa è potente perché è umile. Il suo messaggio ha seguito perché è semplice». Così il Washington Post
Il Papa in Usa

«Se avete un problema con il papa, avete un problema con Gesù Cristo»: così uno dei più celebri editorialisti del Washington Post, Fareed Zakaria, apre il suo editoriale il giorno dopo il discorso del pontefice al Congresso americano. Se la testata della capitale federale riserva un commento piuttosto asciutto e cronachistico all'accaduto, non così Zakaria, che ricorda – partendo dalla sua infanzia in India, in cui pur non essendo cristiano ha ricevuto un'istruzione grazie alle scuole dei missionari – come sia al suo arrivo negli Usa «rimasto sorpreso di che cosa i valori cristiani siano arrivati a significare nel dibattito politico statunitense su astinenza, contraccezione, omosessualità e aborto. In 13 anni di studi e letture del Vangelo, non avevo mai trovato nulla di tutto ciò». Dopo un lungo excursus, Zakaria giunge quindi alla conclusione che «il Papa non sta proponendo un sistema alternativo di politica: ci sta semplicemente ricordando che abbiamo un obbligo morale verso i più poveri e i più deboli. E se questo vi crea problemi non è con il papa che ce li avete, ma con Gesù Cristo».

Toni quindi assai forti, che il suo collega David Ignatius nella stessa testata riprende nell'editoriale «Il paradosso del potere di Papa Francesco»: partendo dal fatto che lo stesso giorno sono atterrati negli Usa sia il papa che il presidente cinese, il giornalista osserva che «non ho potuto non chiedermi: chi dei due è il più potente?». Ignatius, citando una frase di Nye secondo cui il vero potere sta nella «cooptazione delle persone invece che nella loro coercizione», afferma che il papa è una figura così carismatica – più che il leader dei grandi Paesi, il cui potere effettivo oggi appare fragile – grazie al «paradosso insito del messaggio cristiano: il Papa è potente perché è umile. Il suo messaggio ha seguito perché è semplice». Persino davanti al Congresso «il suo messaggio centrale è stato semplicemente il cuore della fede e della tolleranza: la regola d'oro».

Anche il New York Times dà risalto, ancor più che alla prima volta nella storia di un papa al Congresso, alla sua «sacra missione: il pranzo con i poveri». Molti media americani affermano – pur senza confermare fonti – che Francesco abbia infatti rifiutato l'invito a pranzo degli speaker di Camera e Senato per «andare direttamente dai poveri assistiti dalle associazioni cattoliche, per mandare il messaggio che la sua priorità e quella della Chiesa sono gli emarginati». Anche a Philadelphia è prevista la visita ad un carcere. Per questo, «il suo è un doppio messaggio: dare speranza a chi soffre, e incoraggiare con l'esempio chi è negli agi a fare qualcosa».

 

Sull'altra sponda del Paese, il Los Angeles Times – al di là di note «di colore» come il racconto dei gadget papali più curiosi, tra cui un biscotto alla vaniglia con disegnata la faccia del pontefice – sottolinea come il papa abbia ricordato al Congresso di «usare il potere per rafforzare la speranza e riparare al male»; un discorso che il giornale definisce «largamente liberale, confermando i timori dei conservatori», per quanto questo abbia «momentaneamente sanato le divisioni nella politica americana: leader di entrambe le parti lo hanno ascoltato, alcuni seduti sul bordo della sedia, altri addirittura in applausi o in lacrime». Anche The Atlantic, pur soffermandosi per un attimo sulle «fronti corrucciate» dei repubblicani nell'ascoltare Francesco, preferisce attirare l'attenzione sulla «politica dell'aerobica»: al Congresso americano, spiega infatti l'articolista, durante i discorsi bisogna osservare chi si alza e chi si siede, per capire i messaggi politici insiti in questa «ginnastica». Questa volta, «Francesco era affiancato da due politici di schieramenti opposti, il democratico Biden e il repubblicano Boehner. Forse hanno fatto un patto di rimanere entrambi seduti, ma Bohner si è asciugato le lacrime». Una conferma che «il papa, pur non essendo un politico, sa come catturare l'uditorio».

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