La politica del Principe Magnifico
Nella piazza esagonale di Grammichele, paese adagiato sulle colline siciliane dell’entroterra catanese, da pochissimi anni è stata collocata una statua che ritrae Il Principe Magnifico Carlo Maria Carafa Branciforti: appare imponente e austero in cima alla Scala della Sapienza. Sugli scalini sono scolpite alcune discipline: scienza, arte, filosofia, diritto e infine, sul gradino più alto, politica.
Figlio di madre siciliana e padre calabrese, questo Principe Magnifico vissuto tra il 1651 e il 1695, ha dedicato la prima parte della sua vita a governare la Sicilia per conto degli spagnoli. E’ stato abile e veloce nell'organizzare la difesa a fronte di alcuni attacchi dei francesi o di alcune sommosse popolari. In cambio ha ricevuto una veloce carriera politica e diplomatica. Poi si è ritirato nel suo feudo dedicandosi agli studi, soprattutto filosofia, matematica e materie religiose. Tuttavia le sue opere, a detta degli esperti, sono frutto di dotto passatempo e non hanno nulla di rilevante.
Forse è per queste caratteristiche biografiche che l’artista contemporaneo colloca il Principe Magnifico sulla cima di una scala di discipline (che nel loro insieme dovrebbero condurre alla sapienza) che al suo vertice ha la politica, che è la cosa che gli era riuscita meglio.
Tuttavia una considerazione viene spontanea. Il Principe Magnifico Carlo Maria Carafa Branciforti è vissuto in tempi certamente molto duri per i suoi conterranei (ma non per lui): la Sicilia era sotto la dominazione straniera, il regime era ancora rigorosamente feudale, non era neanche lontanamente ipotizzabile l’esperienza dei Comuni che in altre regioni aveva dato spazio e voce ai cittadini. La ricchezza ed il potere erano in mano a pochi (alcuni stranieri, altri siciliani ma necessariamente asserviti ai dominatori, se volevano conservare privilegi e ricchezze).
Possiamo forse negare che la situazione attuale sia – seppure per lontana analogia – simile a quella di allora? Attenzione dunque: che le imminenti elezioni siano l’occasione per una riflessione seria sulle scelte che faremo.
Sembra proprio che di Principi Magnifici ce ne siano ancora molti in circolazione e non è detto che si riconoscano solo tra coloro che parlano pacatamente in giacca e cravatta. Forse sono anche tra coloro che si dedicano a veloci carriere politiche organizzando abilmente la difesa di diritti obiettivamente lesi. Tuttavia anche in questi casi dovremmo riuscire a cogliere dove c’è un semplice ‘dotto passatempo’ che fa leva sulle emozioni e le esasperazioni popolari, senza tuttavia essere in grado di programmare e progettare nel tempo soluzioni alternative e credibili.