Sono oltre 55 gli ettari di pineta che a Marina di Grosseto sono andati a fuoco nell'incendio dello scorso agosto. Nei giorni scorsi è stato effettuato il rilievo del perimetro esatto dell’area bruciata mediante Gps (Global positioning system). Il rilievo ha permesso di individuare l’entità del danno distinguendolo in molto forte, elevato e moderato. La valutazione è stata effettuata dal “Gruppo di lavoro per il progetto di messa in sicurezza e ripristino dell'area percorsa da incendio”, il tavolo tecnico promosso dal Comune e dalla Provincia di Grosseto.

La pineta si estende tra il km 28 a Marina di Grosseto e Principina a Mare per un'area di circa 1200 ettari, un patrimonio boschivo di alto valore ambientale, paesaggistico e culturale.
«L'incendio ha colpito un patrimonio inestimabile – ha detto il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, durante una conferenza stampa – ed è un danno gravissimo. Un evento straordinario che ci spinge a lavorare da subito, da un lato, alla messa in sicurezza delle aree coinvolte, e dall'altro ad individuare le soluzioni più idonee per salvaguardare la pineta. L'area interessata dalle fiamme deve restare assolutamente una pineta».

L'amministrazione comunale ha illustrato il lavoro avviato nella fase post incendio: ci sarà un intervento di messa in sicurezza e di pulizia delle aree pinetate di competenza comunale. Successivamente verrà effettuato un percorso di approfondimento che porterà alla regolamentazione di gestione e manutenzione delle pinete. Un progetto ambizioso che coinvolgerà gli enti locali, la Regione Toscana, la Soprintendenza, il Corpo forestale e anche i molti proprietari privati.
«L'obiettivo dell'amministrazione comunale – ha continuato il sindaco – è quello di redigere un apposito regolamento di gestione che tuteli tutta l'area pinetata del Comune di Grosseto dal pericolo di incendio e detti le prescrizioni per una corretta manutenzione a cui tutti i proprietari, Comune compreso, dovranno attenersi. La pineta infatti svolge per Grosseto un ruolo importante, non solo selvicolturale (come bosco), ma anche come luogo ricreativo, turistico e di alto valore paesaggistico che vogliamo difendere con tutti gli strumenti possibili».