La Pimpa «par furlan»

Grazie ad una legge regionale, nelle scuole del Friuli Venezia Giulia i ragazzi possono studiare il friulano. E anche gli episodi animati della celebre creatura di Altan, tradotti in lingua locale già dieci anni fa, sono ora raccolti in un dvd
La Pimpa

Ricordo ancora la mattina in cui, ospite a Udine del mio fidanzato, sono scesa in cucina e ho trovato la tv accesa su Rai3, che trasmetteva i cartoni animati della Pimpa. Il problema era che non capivo nemmeno una parola. Sarà che non ho ancora bevuto il caffè, mi sono detta; peccato che, anche dopo aver provveduto, ciò che il cane bianco a pois rossi e il suo amico Armando dicevano rimanesse assolutamente incomprensibile. Ho chiesto lumi al mio futuro marito, svelando così l'arcano: inseriti nella programmazione regionale della Rai ci sono anche alcuni episodi della celebre creatura di Altan tradotti in friulano, di cui 13 ora raccolti in un dvd – recentemente presentato al cinema Visionario di Udine – promosso dall'Agjenzie Regjonal pe lenghe furlane (Agenzia regionale per la lingua friulana, Arlef).

Il dvd, distribuito gratuitamente ai tanti bambini presenti, è stato pensato soprattutto per uso didattico. Grazie ad una legge nazionale (la 482/99) che impegna le scuole a inserire nelle attività educative la lingua e la cultura del territorio, ed ad una regionale (la 29/2007) che impegna la Regione a sostenere il friulano nelle scuole, i genitori al momento dell'iscrizione possono scegliere che ai propri figli venga insegnata la “lenghe” sin dalla scuola dell'infanzia: scelta compiuta da oltre 30 mila famiglie, in particolar modo in provincia di Udine, dove la percentuale di ragazzi che studia il friulano supera il 60 per cento.

Dall'anno scolastico appena concluso, peraltro, la materia è stata inserita tra quelle curricolari – ossia all'interno dell'orario scolastico complessivo – con una soglia minima di un'ora a settimana, lasciando libere le singole scuole di dedicare fino al 20 per cento del monte ore totale all'insegnamento di o in friulano. Del resto, in Friuli Venezia Giulia l'educazione plurilingue si estende anche allo sloveno: in provincia di Gorizia si contano quattro istituti che lo prevedono come lingua d'insegnamento più uno bilingue, e nove in provincia di Trieste. Nella zona al confine con l'Austria, poi, vivono alcune comunità di lingua tedesca, e si contano anche lingue autoctone – come il saurano – in alcune vallate alpine. Insomma, il prototipo di una regione di incontro tra tanti mondi.

La traduzione dei tredici episodi della Pimpa da parte di Elio Bertolini risale al 2002, quando la Rai trasmise per la prima volta le avventure della cagnetta in lingua locale: un successo, tanto che nel 2008 seguirono tre mediometraggi. Il dvd, prodotto grazie alla collaborazione della Rai, della Quipos srl e della Regione, vuole quindi ora essere un modo per rendere disponibile questo lavoro anche a bambini all'epoca certamente non ancora nati. Si va da episodi come «Ta la cjasute gnove» (Nella casetta nuova), a «Il pipinot di nêf» (Il pupazzo di neve), a «Lis sisilis a van vie» (Le rondini se ne vanno): titoli che possono costituire una bella sfida per chi non parla nemmeno una parola della lingua locale, ma che proprio per questo stimolano la curiosità.

La presentazione, ovviamente, si è tenuta interamente in friulano: ammetto di aver avuto le mie difficoltà, ma alla fine ho capito che il direttore dell'Arlef, William Cisilino, ha sottolineato soprattutto come la promozione e la tutela del friulano non vada assolutamente intesa in chiave conservatoristica, né in contrasto con l'apprendimento delle altre lingue: anzi, sottolineava il volantino distribuito per la serata, «il fatto che oggi i bambini vivano in un territorio dove si usano più lingue è un punto di partenza importante che la scuola deve valorizzare». E, a quanto pare, lo fa discretamente bene: alla presentazione c'erano intere famiglie che parlavano in fiulano – perché, come si è sottolineato più volte, non ha senso insegnarlo a scuola se poi non lo si pratica a casa – e che con gran divertimento si sono portate a casa questo curioso tassello in più del già vastissimo mosaico di pubblicazioni in lingua locale. Ammetto di averne presa una copia anch'io: magari, chissà, anch'io imparerò qualcosa…

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