La pietra e la sabbia
Due amici, Pietro e Paolo, vagabondavano insieme nel deserto; mentre camminavano discutevano volentieri delle più varie questioni, scambiandosi opinioni e punti di vista. Un giorno il discorso cadde su un argomento sul quale avevano pareri contrastanti, tanto che finirono per litigare. La discussione si accese, e Pietro diede uno schiaffo a Paolo. Paolo allora si chinò e scrisse sulla sabbia: «Oggi, in questo luogo, il mio migliore amico mi ha schiaffeggiato».
Rattristrati e amareggiati, ripresero tuttavia il loro cammino insieme. Molti giorni dopo giunsero al mare: finalmente potevano rinfrescarsi e fare un bel bagno, dopo aver sopportato tutto quel caldo e quel sole! Mentre si allontanavano dalla riva a nuoto, all’improvviso Paolo cominciò ad annaspare; Pietro lo vide e si precipitò ad aiutarlo, riuscendo a portarlo in salvo. Più tardi, dopo essersi ripreso, Paolo si mise a vagare sulla spiaggia in cerca di una roccia. Quando finalmente ne trovò una, cominciò pazientemente a incidervi un’iscrizione a lettere cubitali, che diceva: «Oggi il mio migliore amico mi ha salvato la vita». Ci volle un’eternità, ma Paolo non smise finché non fu soddisfatto del risultato.
Pietro allora gli si avvicinò e gli domandò: «Perché hai scritto l’altra frase sulla sabbia e questa invece sulla pietra?». La risposta di Paolo non si fece attendere: «Se qualcuno ci fa del male, è buona cosa tenerne traccia sulla sabbia, perché arriva il vento e se lo porta via, cancellandolo per sempre. Ma se qualcuno ci fa del bene, bisogna scriverlo sulla pietra. Non c’è vento che possa cancellarlo, e resta visibile per sempre».
Da Vince chi sa perdere, come gestire le crisi e i conflitti interpersonali di Jaro Krˇivohlavý (Città Nuova, 2014).
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