La piccola regina della terra selvaggia

Ormai quella cinematografica è una valanga che ogni settimana ci scarica addosso film di ogni genere. Tra le tante pellicole, si segnala Il re della terra selvaggia, con la piccola e bravissima Quvenzhané Wallis. Tra gli italiani, fa sorridere Studio illegale con Fabio Volo
Quvenzhané Wallis

Da non perdere, nonostante  le due ore e mezzo di lunghezza, Zero Dark Thirty, il film diretto da Kathryn Bigelow che affronta i dieci anni di lavoro in attesa della cattura di Bin Laden. Gli Usa hanno il coraggio – che a noi manca – di indagare la loro storia recente, pur prevedendo la marea di critiche e di pareri contrari che fioccheranno e sono già fioccati. Una grintosa (fin troppo, che rischia di diventare un po' antipatica) Jessica Chastain (Maya), rossa di capelli e vivace di carattere, si dedica anima e corpo, andando contro tutti con determinazione assoluta, alla cattura del terrorista. Il film, che in qualche momento assume un tono documentaristico, si presenta come un gioco a scacchi contorto tra i buoni – gli americani – e i cattivi – cioè Bin Laden e amici – in cui il ritmo delle sequenze, man mano che si avvicina alla conclusione, diventa ansante come un thriller.

Costruito appositamente per tenere col fiato sospeso, il racconto fila anche grazie all’interpretazione appassionata e violenta della protagonista e getta un occhio disincantato sia sulle battaglie interne alla Cia come sull’uso realistico della tortura. Certo fa discutere, tanto è vero che negli Usa è uscito solo dopo le elezioni presidenziali, anche per il solito eroismo di fondo, molto americano, ma il prodotto rimane convincente e appassionante.

Che dire di Warm Bodies, un film che, finiti i vampiri, adesso ci prova con gli zombie affamati? Sì, perché tra loro ce n’è uno bellissimo, R, che si innamora dell’umana Julie e si riscalda. Occhio però ai concorrenti tanto cattivi quanto voraci, per cui l’amore dovrà affrontare le sue battaglie. Chi se lo sarebbe mai immaginato un dramma alla Giulietta e Romeo tra gli zombie? Ma al cinema tutto è possibile, e i teenager certo lo ameranno. Dirige Jonathan Levine, lui è Nicholas Hoult e lei Teresa Palmer.

Preparatevi alla commozione, furbetta ma vera, per Re della terra selvaggia, pluricandidato all’Oscar. L’esordiente Benh Zeitlin dirige la storia di Huspuppy, sei anni, che vive col padre in una piccola comunità immersa nel delta della Louisiana, fra tempeste e inondazioni. Il padre cerca di prepararla alla vita e la ragazzina, tenace e delicata, ci riuscirà perché è una creatura che ha il senso dell’amore che lega tutte le cose. Fotografia splendida, ma soprattutto splendida lei, la piccola Quvenzhané Wallis (nella foto). Un film indipendente, che parla al cuore, e che ha collezionato una miriade di premi ed è stato sponsorizzato, pensate un po’, anche dal presidente Obama. In America anche i politici si intendono di cinema indipendente…

Da noi invece fioriscono le commedie, tanto per cambiare. Meno male che Studio illegale, diretto da Umberto Carteni, è una storia brillante e riposante, che strappa qualche sorriso e qualche pensiero. Fabio Volo, un po’ sovrappeso come esige il ruolo, è il trentenne avvocato rampante Andrea Campi (ma non lo faceva già in Uno su due di Eugenio Cappuccio?) che quanto a bugie è un campione e quanto ad imbrogli non ha pelo sullo stomaco. D’altronde, se si è avvocati si fa così, o no? E la stoccata alla classe legale – gli esempi attuali non mancano purtroppo – è già partita, dolce dolce… Si parla di aziende familiari che falliscono, di sceicchi di Dubai che vivono nell’oro, e il nostro Andrea, che lavora con uno stravagante capo che è Ennio Fantastichini (in un ruolo non proprio al massimo…) si dà da fare. Se non che, arriva una francesina tosta…e scatta prima l’antipatia e poi, al solito, l’amore. Ma il finale non si svela perché è del tipo “chi la fa l’aspetti”… Il film scorre lieve lieve. Bravissimo il giovane Nicola Nocella, un attore in grande crescita e perfetto nel ruolo del finto ingenuo Tiziano. Vedere per credere.

Infine, chi ama i thriller politico-polizieschi è servito con Broken city dove Mark Wahlberg è il poliziotto Bill che deve indagare sulla doppia vita della moglie del sindaco. Gran cast con Russell Crowe, che per nostra fortuna non canta! Brava la sempre in forma Catherine Zeta-Jones. Film di genere, corretto quanto basta per divertirsi un po’.

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Carlo Maria Viganò scismatico?

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons