La pasta fatta in carcere
Pasta 1908: dal carcere di Sondrio arriva la pasta gluten free
Dall’impegno di Stefania Mussio, direttrice del carcere di Sondrio e della cooperativa sociale “L’ippogrifo” da anni attiva all’interno della casa circondariale, nasce il pastificio 1908, dove a produrre pasta gluten free sono i detenuti guidati dallo chef celiaco Marcello Ferrarini
Pasta fresca e secca, prodotta con farine di mais e riso senza glutine, sono questi i prodotti realizzati dal pastificio 1908, nato all’interno del carcere di Sondrio e che prende il nome proprio dall’anno di fondazione della casa circondariale. Il progetto nasce per volere di Stefania Mussio, direttrice del carcere, con l’obiettivo di aiutare i ragazzi detenuti ad imparare un mestiere spendibile anche fuori le mura carcerarie. Ad affiancare la direttrice nel percorso c’è anche la cooperativa sociale L’ippogrifo, da anni impegnata con attività all’interno del carcere.
Nel 2016 è iniziata la fase di preparazione, con l’acquisto dei macchinari e il coinvolgimento dell’Associazione Italiana Celiachia. Così, la vecchia autorimessa del carcere è stata adibita a pastificio e nel gennaio 2017 sono partiti i corsi di formazione guidati dallo chef gluten-free Marcello Ferrarini. I detenuti coinvolti sono 35, principalmente giovani e stranieri, con pene definitive al di sotto dei tre anni, che grazie a questa iniziativa, una volta scontato il periodo di detenzione, potranno sfruttare le capacità acquisite per un regolare reinserimento sociale, “unico deterrente alla recidiva”, ha sottolineato la direttrice del carcere.
I prodotti sono assolutamente artigianali, ad essere utilizzate sono solo farine di mais e riso, senza nessuna aggiunta di additivi chimici, così dal lavoro quotidiano sono nate due diverse tipologie di pasta secca e tre di pasta fresca all’uovo. I prodotti, venduti a gruppi di acquisto e ad alcuni negozi della provincia, sono diventati in breve competitivi a livello locale, dove non sono molti i produttori di pasta per celiaci. La grafica Antonella Trevisan si è poi occupata di disegnare il logo e il fotografo Mario Finotti ha completato l’opera con le immagini pubblicitarie. Sull’etichetta delle confezioni è possibile trovare anche alcune ricette ideate dai detenuti con l’aiuto dello chef, tra queste le caserecce con pomodorini secchi, olive nere, marsala e uva passa di Mohamed e i maccheroncini con funghi di montagna e pinoli di Ruggero.