La passione
Il regista padovano Carlo Mazzacurati ambienta nella campagna toscana una commedia sui generis, godibile e sapiente.
È una storia di annichilimento e di resurrezione, parallela al tema di una sacra rappresentazione della passione del venerdì santo. Alquanto autobiografica, perché ispirata ad un’esperienza analoga, da lui stesso provata.
Silvio Orlando, grazie alla sua sensibilità interpretativa, dà vita alla sofferta figura di un regista in crisi di ispirazione, che si trova costretto a occuparsi della rappresentazione popolare con attori improvvisati e con un ex-carcerato (Giuseppe Battiston) appassionato di teatro, che farà la parte di Gesù con notevole immedesimazione. Non come la fa, in un primo momento, un buffo personaggio (Corrado Guzzanti), un meteorologo della Tv che non sa recitare.
Il film, che pure presenta momenti comici, procede scavando lentamente nei personaggi e mettendone a nudo i vuoti. I preparativi evidenziano le inadeguatezze recitative. E il bello è che, ad un certo punto, si va al di là dell’evidente finzione scenica, pervenendo ad un significato delicato e serio. La realtà della passione di Gesù assorbe quella dell’attore e, soprattutto, del regista, che ritrova, in virtù di quel momento, un nuovo incentivo alla sua ispirazione.