La Parola e la vita tra i detenuti

«Salmi, musulmano non praticante, mi domanda come mai sono sempre sorridente. Ho con me la meditazione di Chiara Lubich sulla frase del Vangelo scelta per questo mese e gliela porgo dicendo: "Ecco come imparo ad essere così"». L'esperienza di una volontaria in carcere

«Stamattina ho saputo che Salmi, un detenuto marocchino con il quale è nato un bel rapporto di stima e di fiducia reciproca, vuole incontrarmi. Il tempo di salutare le altre volontarie con cui sono di turno nel carcere per accordarci e dividerci i compiti e poi eccomi da Salmi. È un omone grande e grosso, da più di un anno in carcere, mi fa capire che cerca di prendersi cura dei nuovi detenuti extracomunitari, di aiutarli per qualsiasi necessità, è ben visto dalle guardie carcerarie e consiglia i "nuovi" a chiedere colloqui con me. Tant'è che uno di questi un giorno mi dice: "Avevano ragione a dirmi che lei è diversa dalle altre volontarie".

«Sono da Salmi, gli consegno gli indumenti che mi ha chiesto e lui comincia a parlarmi della sua famiglia. Con una forte commozione mi fa leggere una lettera che gli ha scritto sua figlia di nove anni, mi parla di lei, del buon rapporto che ha con la moglie, dalla quale è separato, e di tante situazioni che vive a distanza. Ascolto con attenzione, cerco di capire ogni particolare. Ad un certo momento mi domanda come mai sono sempre sorridente, sempre contenta. Salmi è musulmano ma non praticante, cerco di rispondergli che siamo tutte così, noi che facciamo volontariato. Però, per evitare falsi messaggi, dentro ho sentito la spinta a dargli una risposta più vera. Ho con me la Parola di vita di questo mese; gliela porgo dicendo: "Ecco come imparo ad essere così". Lo saluto e vado a messa in cappella, come tutti i giorni che sono lì a fare volontariato. Al termine della messa vedo Salmi in corridoio che s’avvicina facendosi largo tra gli altri, fino a raggiungermi: vuole stringermi la mano. Lo guardo stupita e gli dico: ma ci siamo appena visti! E lui: sì, lo so, ma volevo salutarti. Lo guardo negli occhi, capisco, e gli chiedo: hai letto il foglietto che ti ho lasciato vero? Sì, risponde, guardandomi anche lui dritto negli occhi… Poi è tornato nella sua cella in silenzio.

«Ora sono in auto, sto tornando a casa e penso a quanta vita, quanta grazia e luce passano attraverso quelle Parole di vita scritte da Chiara Lubich per ogni persona che vuole vivere la vera fraternità. Penso alle tantissime conversione del cuore per l'uomo che le comprende e le vive!

«Mi torna forte il richiamo di papa Francesco a uscire dai recinti per dare Dio a tutti. Ieri il cappellano chiama noi volontarie per comunicarci che vorrebbe preparare per i carcerati delle tappe settimanali per l'avvento: incontri, letture, meditazioni e approfondimenti in preparazione del Natale. Dopo l'esperienza con Salmi penso di proporgli delle meditazioni scritte da Chiara per la Parola di vita: sono chiare, semplici, universali. E allargano il cuore e anche le sbarre di qualsiasi carcere per far passare l’Amore». (Franca)

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