La parola di Dio per ogni uomo
«Io, tu, i bianchi, i neri, l’uomo del primo secolo, quello del duemila» scriveva Chiara Lubich nel1960. Spazio ad un estratto del libro novità di Città Nuova La Parola di Dio curato da Florence Gillet
I primi tempi del Movimento dei Focolari più volte sono stati narrati da Chiara Lubich. Ma c’è uno scritto del 1960 della fondatrice dei Focolari – edito per la prima volta per La Parola di Dio curato da Florence Gillet –, che quelle tappe che la Parola di Dio ha fatto fare nella vita, nelle scelte, a lei e alle sue prime compagne lo racconta sotto una nuova luce. Non senza far fare al lettore un passo interiore e spirituale.
«E già avevamo fatto i primi sforzi per attuarla, nutrendoci dell’Eucaristia e trovando in Gesù crocifisso – specialmente nel Suo abbandono – la chiave per mantenerla. Gesù, quindi, aveva potuto – lo speriamo – vedere nella nostra minuscola comunità realizzate le Sue parole: «Dove
due o tre sono riuniti nel mio nome ivi sono Io in mezzo ad essi» (1). Fu pressappoco a questo punto della nostra storia che si iniziò a scegliere periodicamente una frase compiuta del
Vangelo come norma del nostro vivere.
due o tre sono riuniti nel mio nome ivi sono Io in mezzo ad essi» (1). Fu pressappoco a questo punto della nostra storia che si iniziò a scegliere periodicamente una frase compiuta del
Vangelo come norma del nostro vivere.
L’amore alla verità
Qualcuno di noi (2) poco prima nell’affannosa ricerca, nel diligente studio della scuola laicistizzante, aveva creduto di dover cercare la verità. E a questo scopo aveva indagato nella filosofia, anche se questo lavoro non era disgiunto dalle manifestazioni sincere di una vita pia e praticante. Ora, sotto l’infuriare della guerra, una nuova “scoperta” semplice e immensa: Gesù è la Verità e se vogliamo perseguire la verità occorre seguire Lui, Verbo incarnato (3). Nel Vangelo avremmo potuto trovare la Sua dottrina, brano a brano, parola per parola.
Il fascino delle parole del Vangelo
In piccolo cerchio tra i sassi dei rifugi e l’umido della roccia, al lume d’una candela, si leggeva con amore il libro divino e quelle parole balzavano agli occhi della nostra anima con una luminosità insolita: mai fino allora esso ci era apparso così unico e affascinante e mai come in quel tempo
ci aveva parlato in modo così nuovo. Scritto con divina scultorietà, offriva al nostro animo reali “Parole di Vita”, da potersi tradurre in vita; e dinnanzi ad esse anche le migliori, lette sui libri di pietà, apparivano annacquate, mentre quelle che riempivano i nostri libri di cultura e di filosofia dileguavano nel vano. La parola di Dio aveva un respiro ampio, con possibilità d’applicazione
universale. Io, tu, i bianchi, i neri, l’uomo del primo secolo, quello del duemila, la mamma e il deputato, il contadino e il carcerato, il bimbo e il nonno: ogni uomo venuto al mondo
avrebbe potuto vivere la Parola di Dio, ogni Parola di Dio. «Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli» [cf. Mt 5, 20]. «Perdona settanta volte sette…» [cf. Mt 18, 22]. «Dà a chiunque ti chiede…» [cf. Mt 5, 42].
In piccolo cerchio tra i sassi dei rifugi e l’umido della roccia, al lume d’una candela, si leggeva con amore il libro divino e quelle parole balzavano agli occhi della nostra anima con una luminosità insolita: mai fino allora esso ci era apparso così unico e affascinante e mai come in quel tempo
ci aveva parlato in modo così nuovo. Scritto con divina scultorietà, offriva al nostro animo reali “Parole di Vita”, da potersi tradurre in vita; e dinnanzi ad esse anche le migliori, lette sui libri di pietà, apparivano annacquate, mentre quelle che riempivano i nostri libri di cultura e di filosofia dileguavano nel vano. La parola di Dio aveva un respiro ampio, con possibilità d’applicazione
universale. Io, tu, i bianchi, i neri, l’uomo del primo secolo, quello del duemila, la mamma e il deputato, il contadino e il carcerato, il bimbo e il nonno: ogni uomo venuto al mondo
avrebbe potuto vivere la Parola di Dio, ogni Parola di Dio. «Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli» [cf. Mt 5, 20]. «Perdona settanta volte sette…» [cf. Mt 18, 22]. «Dà a chiunque ti chiede…» [cf. Mt 5, 42].
(1) Dall’elenco e dalla breve spiegazione sintetica dei punti della spiritualità qui riportati si vede chiaramente che sono tutti fondati sulle parole di Dio: Dio amore (cf. 1 Gv 4, 8); vivere la volontà di Dio come modo di rispondere all’amore di Dio (cf. Mt 7, 21); il comandamento dell’amore reciproco (cf. Gv 13, 34; 15, 12); l’Eucaristia, vincolo d’unità (cf. 1 Cor 10, 17); Gesù Crocifisso e Abbandonato (cf. Mt 27, 46; Mc 15, 34); la presenza di Gesù in mezzo a noi (Mt 18, 20), la cui importanza risulterà dall’intero
capitolo.
(2) Chiara parla di sé in terza persona.
(3) Chiara racconta: «Avevo fame di verità, di qui lo studio della filosofia. Anzi di più: come molti altri giovani cercavo la verità e credevo di trovarla nello studio. Ma ecco una delle grandi idee dei primi giorni dell’inizio del Movimento, subito comunicata alle mie compagne: a che cercare la verità quand’essa vive incarnata in Gesù, uomo-Dio? Se la verità ci attrae, lasciamo tutto, cerchiamo lui e seguiamo lui» (Parola di vita, Città Nuova, Roma 1975, in Scritti spirituali/3, Città Nuova, Roma 1979, p. 124). Per concretizzare tale scelta, Chiara Lubich sente che Dio
le chiede il sacrificio di tutta la verità che gli uomini possono darle: «È stato quando – ella dice – per rivelarsi a noi, Dio ci diede la forza di mettere tutti i libri degli altri maestri in soffitta» (Discorso ai Gen, 23 febbraio 1971, in Colloqui con i Gen – anni 1970-1974, Città Nuova, Roma
1999, p. 45).
capitolo.
(2) Chiara parla di sé in terza persona.
(3) Chiara racconta: «Avevo fame di verità, di qui lo studio della filosofia. Anzi di più: come molti altri giovani cercavo la verità e credevo di trovarla nello studio. Ma ecco una delle grandi idee dei primi giorni dell’inizio del Movimento, subito comunicata alle mie compagne: a che cercare la verità quand’essa vive incarnata in Gesù, uomo-Dio? Se la verità ci attrae, lasciamo tutto, cerchiamo lui e seguiamo lui» (Parola di vita, Città Nuova, Roma 1975, in Scritti spirituali/3, Città Nuova, Roma 1979, p. 124). Per concretizzare tale scelta, Chiara Lubich sente che Dio
le chiede il sacrificio di tutta la verità che gli uomini possono darle: «È stato quando – ella dice – per rivelarsi a noi, Dio ci diede la forza di mettere tutti i libri degli altri maestri in soffitta» (Discorso ai Gen, 23 febbraio 1971, in Colloqui con i Gen – anni 1970-1974, Città Nuova, Roma
1999, p. 45).