La Papessa

Storia o leggenda quella del papa donna? Il film di Wortmann è un manifesto femminista demodé con una narrazione del Medioevo non scevra da luoghi comuni
La Papessa

Ancora un revival storico nel film spettacolare di Sonke Wortmann, La papessa,  tratto dal romanzo di Donna Woolfok Cross. Si tratta di Johanna, ragazza intelligentissima che riesce a studiare e a diventare papa col nome di Giovanni Angelico nel nono secolo.

 

Storia o leggenda? La tesi del film è che si tratti di un fatto storico sui cui la chiesa cattolica avrebbe volutamente taciuto. In realtà, è una leggenda nata nel medioevo e ampiamente diffusa nel periodo della tensione fra cattolici e protestanti a partire dal sedicesimo secolo, sorta probabilmente dal fatto – incontestabile – che nel nono secolo alcune donne, tra cui la celebre Marozia – hanno governato con mano di ferro Roma, favorendo l’elezione di pontefici loro congiunti. Ma da qui a far diventare papa una donna ce ne corre.

 

Il film in realtà sembra un manifesto femminista un po’ demodé, nonostante scene costumi e ambienti siano ricreati con attenzione alla situazione dell’epoca. Però il medioevo è sempre presentato come un’epoca di fondamentale barbarie e ignoranza e il clero come un elemento sociale sempre avido e corrotto. Il film è soprattutto una gran storia d’amore, ben recitata dagli attori protagonisti Johanna Wokalek e David Wenham, che finisce, romanticamente, in modo tragico. Insomma, nessuna novità, se non quella di uno spettacolo godibile agli occhi, ma che sa di già visto.

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