La pantofola Valentina

Un giorno Valentina, che era una pantofola tutta rossa, di quelle morbide e calorose, si svegliò prima del solito. Tutti gli altri giorni veniva svegliata da Nicola, il piede sinistro che la calzava. Quel giorno, invece, fu lei la prima a svegliarsi. Da un po’ di tempo la sua testolina pensava che fosse giunto il momento di lasciare quella casa, quel piede e perfino sua sorella Martina. Erano tre anni ormai che ogni giorno veniva portata a spasso dal suo piede sinistro, senza mai poter decidere dove andare. Lei voleva vedere il mondo che c’era fuori da quella casa, solo che era una pantofola e le pantofole non vanno mai portate fuori casa. Come invidiava quel paio di sorelle scarpe che il signor Fabrizio indossava quando andava al parco! L’unica cosa che aveva visto fuori dalla casa del signor Fabrizio era il negozio in cui lui l’aveva comprata. Ma prima di quel momento non ricordava nulla, era ancora troppo piccola! Allora, quella mattina decise: Oggi parto e vado dove mi pare. Finalmente vedrò tutto quello che c’è oltre la porta di casa. Addio Martina, addio signor Fabrizio. Detto così cominciò a muoversi verso la porta della stanza da letto del signor Fabrizio. Per una pantofola come Valentina, però, non è facile camminare senza l’aiuto di un piede! Quanta fatica fece ad arrivare anche solo alle scale! Le ci vollero almeno venti minuti per fare quei pochi metri. Era stanca come non lo era mai stata, ma sempre decisa ad andare avanti. Scendere le scale invece fu molto più semplice: bastava lasciarsi cadere da un gradino all’altro! Arrivata dopo tan ta fatica alla porta di casa, riuscì ad uscire dalla porticina fatta dal signor Fabrizio per il suo gatto. A quel punto cominciava il suo viaggio. Come era eccitata Valentina! Finalmente poteva vedere tutto quello che aveva sognato! Gli uccelli che volano nel cielo, i fiori che vivono nell’erba, i bambini che giocano… Dopo un po’, però, cominciò ad avere nostalgia della sorella: Chissà com’è in pena per me! – pensava -. Forse dovevo lasciarle un messaggio!. Ed aveva nostalgia anche del piede Nicola. Sembra strano? No, perché possiamo solo immaginare la fatica che faceva per spostarsi, la piccola pantofola Valentina! In un’ora di libertà era riuscita solo ad arrivare all’incrocio che c’era a pochi metri dalla casa del signor Fabrizio! E ora non aveva il coraggio di attraversare la strada, perché le auto passavano troppo veloci e lei non sarebbe riuscita a passare di là dalla strada senza farsi schiacciare dalle loro ruote! Allora pensò che forse era bene tornare a casa. All’inizio non era proprio contenta della decisione che aveva preso, ma, nell’ora che impiegò per ritornare, si convinse che la sua vita era bella così com’era: aveva una sorella che le voleva un grandissimo bene ed un padrone che la trattava con tanto garbo. E poi, pensandoci, aveva capito che senza tanta fatica faceva qualcosa che rendeva felice qualcun’altro: Nicola non gliel’aveva mai detto, ma lui era così contento ogni volta che la calzava! Lei faceva un calduccio così confortante che lo ripagava di tutte le ore che passava chiuso dentro alla sua scarpa. E Valentina ora si sentiva così orgogliosa di poter essere utile a qualcuno! Aveva capito che era quella la cosa più importante nella sua vita: donarsi agli altri con tutta sé stessa. Allora tornò a casa più veloce che poté, per rivedere Martina, Nicola e il signor Fabrizio, e da quel giorno fu la pantofola più contenta che si fosse mai vista, sempre sorridente e pronta anche ad accogliere Silvestro, il piede destro, se ce ne fosse mai stato bisogno!

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