La pace è sempre possibile

Si è concluso ieri in Vaticano il sinodo per il Medio Oriente
Sinodo del Medio Oriente

Si è concluso ieri con una solenne concelebrazione nella basilica di San Pietro e dopo due settimane  di intesi lavori il Sinodo per il Medio Oriente. In questi giorni – così dice il Papa – i padri sinodali hanno fatto l’esperienza della prima comunità cristiana dove “la moltitudine di coloro che erano diventati credenti, aveva un cuore solo e un’anima sola" (At 4,32). Le parole del Libro Sacro sembrano dettare in un modo misterioso il progetto che Dio ha pensato per questa Regione. Per questo, è stato scelto come tema per il Sinodo.

 

Ad uno ad uno, i padri sinodali hanno preso la parola dando voce alle gioie e ai dolori, alle preoccupazioni e alle speranze dei cristiani del Medio Oriente Sono intervenuti anche i delegati fraterni delle Chiese cristiane, i rappresentati delle comunità ebraiche e musulmane che popolano la Regione. Ai giornalisti ogni giorno venivano consegnati in sala stampa i resoconti delle discussioni. Materiale prezioso, ricco di esperienze e di spunti, specchio di realtà complesse, molto spesso difficili. Ma i Sinodi vanno vissuti in diretta per coglierne tutte le profondità e le ricchezze, tutte le sfumature e le complessità. Bisogna stare nel dietro le quinte, allora sì che si può dire qualcosa.

 

E’ il Papa a lasciar intuire qualcosa di quanto vissuto nell’aula sinodale. E il Papa dice che in questi giorni i padri hanno vissuto “l’unità della Chiesa nella varietà delle Chiese presenti in quella Regione”. Da questo punto di vista, forte deve essere stata l’esperienza vissuta alla Liturgia delle Ore, celebrata ogni mattina in uno dei 7 Riti cattolici del Medio Oriente. “Uno scambio di doni preziosi”. Una comunione che illumina “la ricchezza liturgica, spirituale e teologica delle Chiese Orientali Cattoliche, oltre che della Chiesa Latina”. Il segno quindi che le Chiese del Medio Oriente hanno tanto da dire e da dare al mondo ma soprattutto all’Europa, che ha bisogno di riscoprire la bellezza del sacro, la ricchezza dello Spirito e il dono prezioso della pace.

 

Pace. E’ la parola che più a colpito in questi giorni di Sinodo dove non sono mancati il richiamo doloroso ai conflitti, alle guerre, alla violenza e al terrorismo che minacciano la vita in Medio Oriente. Che obbliga – come un flagello – i cristiani ad emigrare da quelle terre.

 

La pace – è stato detto – è un dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali ed internazionali, in particolare degli Stati più coinvolti nella ricerca della soluzione dei conflitti. “Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace”. E’ il Papa a pronunciare il nome della pace come un grido di speranza per i popoli del Medio Oriente. “La pace – ha detto ieri – è possibile. La pace è urgente. La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente”. "Chiedete pace per Gerusalemme" – ci dice il Salmo (122,6). Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero”.

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