La pace costruita con le mani

Sul portone dell’antico chiostro del convento degli agostiniani, ottimamente recuperato dal Comune a biblioteca pubblica e sala conferenze, c’è una bella animazione: stanno entrando in molti, specialmente giovani, da varie regioni italiane per il convegno nazionale su Lotta alla povertà e sviluppo sostenibile organizzato dall’Amu e dalle Associazioni Pangea di Palermo e Progetto Toscana di Firenze. Hanno annunciato la loro partecipazione il sindaco Luciana Cappelli e il suo vice Filippo Sani, assieme a Maurizio Cei assessore alle politiche giovanili; ma sono in arrivo anche il presidente del Consiglio comunale di Firenze, Eros Cruccolini, l’assessore della Provincia Alessandro Martini, l’onorevole empolese Alberto Fluvi; e con loro Massimo Toschi, titolare dell’assessorato regionale alla Cooperazione, perdono e riconciliazione tra i popoli, denominazione insolita ma da lui fortemente voluta, che prefigura una sfida culturale cha ha radici profonde nella sua esperienza personale e politica. Ma perché questo convegno proprio ad Empoli? Facciamo qualche passo indietro. Da un paio di estati Giovanni Avogadri, collaboratore della sede toscana dell’Amu è invitato in Uruguay ad un congresso di pedagogia. E lì non può fare a meno di venire a contatto con la realtà drammatica di Barrio Borro, quartiere poverissimo di Montevideo dove da anni la Codeso, una Ong locale dei Focolari, cerca di aiutare centinaia di famiglie che da tre generazioni sono prigioniere della miseria. Per uscirne si potrebbe tentare di avviare delle produzioni artigianali – in questo le donne del quartiere sono davvero dotate – ma poi, come trovare lo sbocco commerciale? Ed ecco che, tornando, si pensa al circuito del mercato equo e solidale. Giovanni ne conosce alcune cooperative di Empoli, vivaci ed esperte, che rispondono con prontezza e disponibilità; in questa città, ricca disensibilità e di iniziative economiche e sociali, il discorso si allarga presto ad altre realtà del territorio. Viene coinvolta l’Agenzia comunale per lo sviluppo e poi anche l’assessorato alla cooperazione e la stessa giunta comunale. Nel mese di maggio parte per Montevideo una lettera di intenti che sancisce la collaborazione tra i due comuni con le rispettive realtà sociali, tra cui l’Amu. Un bell’esempio di quella cooperazione decentrata che vede coinvolti istituzioni pubbliche e private, organizzazioni di volontariato e cittadini. È appunto la cooperazione decentrata, come risposta di lotta alla povertà, l’argomento specifico che il convegno vuole approfondire nell’ambito di un progetto di educazione allo sviluppo di alcune Ong italiane, col contributo dell’Unione europea. Ed Empoli, con la sua cittadinanza e le sue istituzioni, è una sede adatta per questo tipo di riflessioni. Già nei mesi precedenti si sono gettate le basi per una collaborazione tra l’Amu e il coordinamento del volontariato empolese (Cave), che raggruppa 46 associazioni di volontariato e 19 cooperative: una realtà unica in Toscana e tra le poche in Italia, assicura il presidente Claudio Freschi. Collaborazione che culmina nella Festa del volontariato il 22 maggio, il cui ricavato viene in parte destinato ai progetti dell’Amu per l’aiuto alle popolazioni dell’Indonesia colpite dallo tsunami. Se una nota caratteristica si deve mettere in luce sul convegno, questa è la presenza da protagonisti dei giovani: tra loro un gruppo di laureati o laureandi che lavorano con passione sui temi dello sviluppo sostenibile, con tesi, articoli, ricerche, convegni di studio e approfondimento nel corso dell’ultimo biennio. Alcuni di loro hanno dato vita all’Associazione Vie di Sviluppo, e ora il frutto di questo lavoro è materia prima per il convegno nazionale. Carmen Russo, Stefano Ristori, Monica Manfredi, Francesco Tortorella e Cecilia Pignagnoli presenteranno le relazioni ufficiali delineando le coordinate per uno sviluppo di comunione. Partendo da un quadro generale sulla situazione attuale internazionale, si sono approfonditi la cooperazione e le politiche di equità dei commerci come strumenti centrali nella lotta alla povertà. Provocatorio se vogliamo, ma estremamente stimolante, l’intervento dell’assessore Toschi, centrato sulla necessità di rivedere la cooperazione internazionale nell’ottica di costruzione della pace: a suo avviso manca una chiara consapevolezza che la guerra è la prima e fondamentale causa della povertà. E poi le esperienze di collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni locali nell’Agro Caleno (Caserta), ad Empoli e nella provincia di Modena; e le esperienze di una famiglia del Lazio e di una Bottega del commercio equo e solidale che evidenziano l’importanza di una cultura del consumo etico e responsabile. A proposito, il buffet offerto ai congressisti è preparato da una cooperativa di commercio equo, con prodotti biologici o provenienti dai paesi in via di sviluppo, ovviamente. Non mancano i lavori di gruppo, dove il confronto e lo scambio di idee tra cittadini e politici diventa arricchimento reciproco: i giovani hanno bisogno di imparare a dialogare con le istituzioni, ma anche i politici hanno bisogno di riconquistarsi la fiducia dei cittadini. Conclusioni? Il Comune di Empoli è intenzionato a diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile, soprattutto nelle scuole e tra i giovani, valorizzando i contributi delle associazioni locali e dell’Amu. E ribadisce anche il suo impegno per il progetto dell’Uruguay. Ma soprattutto è negli occhi dei presenti che si legge la soddisfazione per l’esperienza umana e culturale vissuta.

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