La pace a partire da uno sguardo più eloquente delle parole
Sotto un cielo incerto, un timido raggio di sole illumina, il 18 aprile, il composto e gioioso affluire nel giardino antistante la Sinagoga di Firenze, di famiglie musulmane. Ore 15 all'interno degli eventi previsti già dalla mattina per la Giornata europea della cultura ebraica che quest'anno titola:" Lingue e dialetti ebraici", a sorpresa prende il via una sorta di flash mob.
Vengono via via portate delle sedie sistemate in fila una difronte l'altra e silenziosamente donne con lo chador, ebree e cristiane, uomini, bambini, si siedono e si guardano.
Persone sconosciute incrociano gli sguardi e a poco a poco qualcuno inizia a sorridere, qualcuno piange, le mani si stringono.
L'idea della performance è nata dall’esperienza delle "Donne per la pace" per riflettere insieme, attraverso il linguaggio analogico del corpo, sulla solidarietà e la fraternità, fondamento per la convivenza, il rispetto e la pace.
Daniela Misul, vicepresidente della comunità ebraica, Sanaa Ahmedm egiziana della comunità islamica di Firenze e Tami Eyal israeliana che insieme hanno fondato a Firenze nel 2015 questo gruppo ci hanno poi spiegato che hanno voluto in questo momento di grandi tensioni a tutti noi presenti farci alzare lo sguardo dal telefonino e guardarci negli occhi.
Senza parole, solo gli occhi, in silenzio, in un contatto visivo profondo tra anime diverse. Tolte le parole cadono i pregiudizi e restano semplicemente le persone, la speranza di un'empatia, la possibilità di trovare insieme un dialogo emotivo che vada aldilà dello stereotipo per arrivare all'essenza umana.
Women Wage Peace è l'omonimo gruppo israeliano /palestinese che riunisce donne (e non solo) di diversa nazionalità e di ogni appartenenza religiosa, con lo scopo di svolgere insieme attività di vario genere, dimostrando che è possibile collaborare creativamente mettendo in comune percorsi artistici, creativi e esistenziali.
L'attività di Donne per la Pace a Firenze in questo primo anno di vita, ha realizzato alcune esperienze di condivisione e di scambio interculturale: visite guidate in luoghi storici della città che hanno generato alcune riflessioni comuni sul concetto di cittadinanza, laboratori sul cibo e le rispettive usanze, sia alla Sinagoga di Firenze che presso la Comunità Islamica. Incontri con altre associazioni di carattere multiculturale.
Il programma della giornata è proseguito con interessanti relazioni da parte di esperti di lingua e letteratura ebraica: anche il linguaggio della musica non manca di dare il suo contributo, offrendo due momenti artistici di grande valore capaci di coinvolgere tutti i presenti . Chi lo ha vissuto può testimoniare di aver respirato con pienezza un'aria di pace e di fraternità.
Nello scambio di impressioni di quanto vissuto, lo stesso rav Joseph Levi rabbino capo di Firenze, è visibilmente commosso: sa bene che questo momento così emozionante è frutto del dialogo portato avanti per anni e anni a Firenze fra le comunità ebraica, musulmana e cristiana.